La repressione e i morti non fermano le proteste in Iraq
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in copertina, foto via Twitter
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Mentre le strade dell’Iraq continuano a riempirsi di proteste contro la disoccupazione, la povertà e la corruzione, in pochissimi della comunità sunnita hanno preso parte alle manifestazioni, col timore di essere accusati di estremismo o di essere considerati simpatizzanti dello Stato islamico. Così, hanno cercato l’unica alternativa: organizzarsi online, e supportare le proteste creando contenuti. L’attivista sunnita Tahany Salih, intervistata da Azhar Al–Rubaie, racconta come tantissimi nella comunità sunnita siano profondamente scontenti, ma unirsi alle proteste in piazza non metterebbe solo loro in pericolo, ma renderebbe più facili da criticare — e attaccare — anche gli altri contestatori. Il numero dei morti è stimato attualmente a 99 persone. (Middle East Eye)
Non ci sono soltanto i morti: si parla di almeno 4000 feriti, e Farah Najjar ha parlato con alcuni testimoni di pestaggi da parte delle forze di sicurezza. Il movimento di protesta resta ancora sostanzialmente disorganizzato e senza leader, ma organicamente stanno iniziando ad emergere posizioni più o meno definite. In particolare, dopo le richieste di uno dei leader politici sciiti, Muqtada al-Sadr, di sciogliere il governo e tornare alle elezioni, i manifestanti hanno sottolineato che non sono legati ai partiti di opposizione, e non vogliono semplicemente nuove elezioni, ma “un rinnovamento completo,” spiega Showqi, un attivista. “Vogliamo processare chi è al potere e vogliamo eleggere persone che non hanno niente a che fare con i partiti tradizionali, che hanno le mani sporche di sangue.” (Al Jazeera)
Secondo i dati della commissione per i diritti umani del parlamento sono state arrestate 540 persone, di cui quasi 200 restano in custodia. Sono molti tra chi manifesta ad esprimere il sentimento di “non avere niente da perdere”: secondo i dati della Banca mondiale il 60% della popolazione irachena — 24 milioni di persone — vive con meno di sei dollari al giorno. La sensazione è che il governo non faccia abbastanza per capitalizzare le risorse petrolifere, e il peso della corruzione giustamente scandalizza ulteriormente i giovani: dal 2004 più di 450 miliardi di dollari in fondi pubblici sono spariti. (Al–Araby Al–Jadeed)
La commissione per i diritti umani ha lanciato anche l’allarme per attacchi da parte di cecchini sulle proteste. Sono almeno 250 i feriti che sono stati colpiti da proiettili di fucili di precisione. Il Primo ministro Abdul-Mahdi ha definito le richieste dei contestatori “legittime,” ma ha anche difeso la violenza mortale delle forze di sicurezza, definendola una “medicina amara,” ma necessaria. (the Guardian)
Secondo Randa Slim del Middle East Institute di Washington c’è una sensazione comune che il sistema “non sia in grado di riformare se stesso.” Ma in questo momento nessuno ha idea di come disinnescare le proteste: Mohammed Al-Halbousi, lo speaker del parlamento iracheno, ha fatto una lista di promesse praticamente impossibili da mantenere; le opposizioni sperano di riuscire a far cadere il governo ma sanno che non possono prendere parte alle proteste senza alienare gli attivisti non legati a nessun partito politico; il Primo ministro ha avviato un rimpasto di governo. Ma nessuna di queste soluzioni sarà sufficiente per placare i manifestanti. (the New York Times)
Molti giovani — la componente predominante delle proteste — si sentono traditi dallo stato, e non concepiscono compromessi come le generazioni precedenti. I più vecchi tra di loro avevano otto anni quando è caduto Saddam Hussein, e conoscono solo il fallimento delle amministrazioni successive. La presenza di tantissimi giovani caratterizza le proteste come meno legate alle organizzazioni religiose. (Al–Monitor)
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Mondo
Oggi si torna al voto in Tunisia per eleggere il parlamento: ma, otto anni dopo la rivoluzione del 2011, l’elettorato potrebbe non essere più disilluso nella politica, e in particolare nei partiti tradizionali. Tutti i partiti indipendenti e alternativi si sono giocati la campagna elettorale rivendicato la centralità del ruolo del parlamento, mentre il sentimento comune descrive una politica dominata da giochi di palazzo e accordi a porte chiuse. Secondo un sondaggio recente, l’80% degli intervistati ha espresso poca o nessuna fiducia nei partiti tradizionali. (DW)
Egitto. Per la prima volta in decenni, il prezzo del carburante sta scendendo. La misura, annunciata dal ministero del Petrolio, spera di soddisfare il malcontento degli egiziani, che erano scesi in piazza per la prima volta contro il governo di al–Sisi poche settimane fa. Lo scorso luglio il governo aveva alzato il prezzo di carburante e gas del 22%, ma i tagli mantengono quote comunque molto superiori a quelle precedenti gli aumenti. Al–Sisi ha promesso di proteggere meglio poveri e ceto medio dalle misure di austerity imposte negli ultimi anni, ma continua a rifiutare le accuse di corruzione. Intanto, sono almeno 2300 le persone arrestate nella repressione delle proteste, tra cui almeno 111 bambini tra gli 11 e i 17 anni. (Al–Araby Al–Jadeed)
Il diplomatico nordcoreano Kim Myong Gil ha annunciato che il dialogo con gli Stati Uniti è sostanzialmente chiuso. Funzionari dei due paesi avevano appena terminato una sessione di molte ore a Stoccolma. Ma secondo Kim “gli Stati Uniti hanno alzato le nostre aspettative promettendo soluzioni con approcci flessibili, nuovi metodi, e soluzioni creative, ma ci hanno molto delusi, e hanno spento il nostro entusiasmo, quando non hanno portato niente al tavolo del negoziato.” (NBC News)
Gli Stati Uniti non sono d’accordo: secondo il portavoce del dipartimento di Stato Morgan Ortagus “gli Stati Uniti hanno portato idee creative e hanno avuto una buona discussione con le proprie controparti nordcoreane.” Chissà cosa vuol dire “idee creative” quando il problema è la denuclearizzazione della penisola. Molti analisti avevano ipotizzato che l’incontro a Stoccolma avrebbe aperto a un nuovo summit tra Kim Jong-un e Trump, ma da quando Trump ha abbandonato la conversazione ad Hanoi sembra che non si siano fatti più passi avanti. (BBC News)
Anche il dialogo tra Unione europea e Regno Unito è sostanzialmente arenato. Il capo negoziatore della Brexit per l’Ue, Michel Barnier, ha dichiarato che in caso di Brexit no–deal la responsabilità sarà “interamente” del governo Johnson, sottolineando come l’accordo per l’uscita dall’Unione fosse il risultato di più di tre anni di confronto. (the Guardian)
Oggi si torna al voto in Portogallo, dopo 4 anni di relativa stabilità offerta dall’alleanza, un tempo improbabile, tra socialisti e comunisti. Alleanza che, per questo, sarà riconfermata: il primo ministro uscente Antonio Costa non dovrebbe avere difficoltà ad ottenere una maggioranza tale da assicurargli la rielezione. Qui una panoramica di tutti i partiti in lizza. (IPS Journal / euronews)
Secondo gli inquirenti, l’uomo che giovedì scorso ha ucciso a coltellate quattro colleghi in una stazione di polizia a Parigi si era radicalizzato ed era in contatto con alcuni musulmani salafiti. (France24)
Con letteralmente mesi di ritardo, le Nazioni Unite hanno finalmente chiesto che sia organizzata un’indagine indipendente sulla violenza di polizia a Hong Kong. L’alta commissaria Michelle Bachelet ha condannato sia le violenze della polizia — che ha sparato a bruciapelo a due adolescenti e accecato permanentemente una giornalista da un occhio, oltre agli innumerevoli casi di cariche e pestaggi — ma anche le violenze dei contestatori. (Quartz)
Italia
Nella seconda parte della propria inchiesta per Avvenire, Nello Scavo rivela che il trafficante di uomini noto come “Bija” non ha partecipato soltanto all’incontro di maggio 2017 con le autorità italiane al Cara di Mineo, di cui parlavamo ieri: quattro giorni dopo, Bija era a Roma, ospite della Guardia costiera per un “evento di formazione.” (Avvenire)
Ma chi organizzò il viaggio di Bija in Italia? Secondo fonti del governo Gentiloni, l’appuntamento di Mineo sarebbe stato suggerito dall’Oim, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di migrazioni. Secondo l’Onu, invece, la responsabilità è interamente italiana. Nonostante fosse una figura arcinota, Bija si presentò come “direttore di un centro per migranti” e in qualità di “funzionario della Guardia costiera libica” poté visitare anche un altro centro d’accoglienza, a Pozzallo. (Avvenire)
Di seguito le dichiarazioni del governo e del Partito democratico, incluso l’allora presidente del Consiglio e oggi commissario europeo Paolo Gentiloni, in merito a questa brutta vicenda:
La segretaria di +Europa e senatrice Emma Bonino, che non ha votato la fiducia all’attuale governo, chiede di farla finita con il sostegno alla Guardia costiera libica: “Questo sarebbe davvero un importante, concreto atto di discontinuità col passato da parte del Governo in carica.” (HuffPost)
Secondo un retroscena di Fiorenza Sarzanini, durante la visita di Pompeo a Roma il presidente del Consiglio Conte avrebbe rassicurato Washington che l’Italia non solo terminerà presto il pagamento degli F35 già consegnati, ma perfezionerà l’ordine degli altri 27 caccia che avrebbe dovuto sbloccare entro il 30 settembre. Le penali altissime previste nei contratti con gli Stati Uniti hanno insomma definitivamente spento il sogno grillino di cancellare l’ordine. (Corriere della Sera Roma)
A Trieste in migliaia hanno partecipato alla messa di suffragio per i due agenti uccisi nella sparatoria in Questura. L’accusato, in stato di fermo, si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre proseguono le indagini per fare luce sulla dinamica dell’accaduto. (Rai News)
È polemica in particolare per i supposti difetti delle fondine in dotazione agli agenti, come ha denunciato il sindacato di polizia SAP: in questo modo sarebbe stato facile per Meran sottrarre le pistole usate per aprire il fuoco. Il questore di Trieste però ha smentito l’ipotesi, dichiarando “priva di fondamento ogni arbitraria ricostruzione della dinamica che ha portato alla sottrazione dell’arma del collega ucciso per primo.” (Fanpage)
Continua la polemichetta tra Renzi e Conte: il leader di Italia Viva ha risposto al presidente del Consiglio — che ha definito “inaccettabile che ogni giorno Renzi rimarchi uno spazio politico” — ribadendo di essere “non contro il governo, ma contro l’aumento delle tasse.” Nello stesso post su Facebook, Renzi saluta anche l’arrivo di una nuova senatrice dal Pd, Annamaria Parente. (la Repubblica / Facebook)
Nella maggioranza, l’insofferenza contro l’ex segretario del Pd è palpabile. Intervistato oggi sulla Stampa, Renzi non sembra intenzionato a smetterla con le provocazioni: “Non faccio cadere il governo, ma Conte si occupi dei temi.” Che è un po’ come dire: presto o tardi farò cadere il governo. (HuffPost / la Stampa, dietro paywall)
Gif di joelkirschenbaum
Secondo Di Maio, è a rischio la sicurezza di tutta l’Europa. Per cosa? Per la decisione della Corte di Strasburgo sull’ergastolo ostativo, attesa per domani. Lo scorso giugno, la Cedu aveva dichiarato l’ergastolo ostativo (o “fine pena mai”) una violazione dei diritti umani, e domani dovrà decidere se confermare la sentenza in risposta al ricorso presentato dal governo italiano. (Facebook / Rai News)
Anche secondo il procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho l’abolizione dell’ergastolo ostativo — che riguarda oggi 957 ergastolani, mentre sono 1.150 i collaboratori di giustizia e 4.592 i soggetti sotto protezione — avrebbe effetti deleteri sulla lotta alla criminalità organizzata. (la Repubblica)
Una delle poche voci contrarie nel dibattito italiano è quella di Luigi Manconi, da sempre impegnato nell’attivismo anticarcerario. A giugno commentava positivamente la sentenza della Cedu, definendo “disumana” una condanna che esclude ogni possibilità di riabilitazione in assenza di una collaborazione con la giustizia. (la Repubblica, 16/06, dietro paywall)
Questioni di genere
A partire dal 2020, il governo tedesco ha annunciato una riduzione della cosiddetta “tampon tax” — l’Iva su prodotti essenziali come gli assorbenti — dal 19% al 7%, l’aliquota applicata ai beni di prima necessità. È una vittoria per le attiviste che negli scorsi anni si sono battute, in Germania come altrove, per chiedere di smettere di considerare gli assorbenti come beni di lusso. (DW)
E in Italia? L’ultima volta che si è parlato di tampon tax a livello politico è stato a maggio, quando la maggioranza gialloverde ha respinto un emendamento del Pd al decreto sulla semplificazione fiscale, che chiedeva di abbassare l’Iva sugli assorbenti dal 22% al 5%. Da allora, silenzio radio. (Io Donna)
Cult
The Expanse tornerà con una nuova, quarta stagione dopo essere stato salvato dalla cancellazione da Amazon Prime. Il trailer, presentato al Comic Con di New York, promette un approfondimento sui temi del colonialismo, dopo la metafora sulla Prima guerra mondiale su cui si reggeva la prima stagione. (Gizmodo)
Sempre dal Comic Con di New York, arrivano i nuovi trailer di Star Trek: Discovery e Lost in Space. (Tor.com)
PayPal si è ritirata dal gruppo di 28 aziende che Facebook aveva messo insieme per sostenere Libra, il suo progetto di criptovaluta. La decisione è pesante, perché potrebbe innescare un domino di defezioni e far naufragare i piani egemonici del social network di Menlo Park. (Quartz)
Fondo del barile
A proposito: “Nessuno si merita di avere tutti quei soldi,” ha detto, parlando dei miliardari, il miliardario Mark Zuckerberg, il cui patrimonio netto è stimato attorno ai 70 miliardi di dollari. (CNN)
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Gif di Alice Socal
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