Il summit dell’Onu sul clima parte con poca convinzione

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Il summit dell’Onu sul clima parte con poca convinzione

in copertina, foto via IISD/ENB, COP 24

Dopo l’incontro di sabato del segretario generale Guterres con i giovani attivisti, e dopo le manifestazioni oceaniche di venerdì, si apre oggi all’Onu il summit sull’emergenza climatica, a cui parteciperanno circa 60 paesi. Nelle intenzioni, sarà il vertice più importante dalla Cop21 di Parigi del 2015, e dovrebbe concludersi con nuove dichiarazioni di intenti per limitare l’aumento delle temperature globali. (Financial Times)

Snobberanno il vertice, significativamente, Bolsonaro e Trump — quest’ultimo in realtà sarà presente nella sede delle Nazioni Unite a New York in vista dell’assemblea generale di domani, ma parteciperà a un incontro sulla libertà religiosa. (the Guardian, 20/09)

Uno dei veri metri per valutare l’impegno dei leader politici mondiali per contrastare il cambiamento climatico sarà vedere che cifre ci si impegnerà a investire nel Green Climate Fund, un fondo internazionale che mira a combattere le ingiustizie economiche causate dalla necessità della lotta alla crisi climatica: non solo gli effetti dell’inquinamento dei paesi sviluppati si sono scatenati soprattutto nei paesi in via di sviluppo, ma non si può nemmeno pretendere che questi ultimi ora abbiano le risorse per convertire rapidamente le proprie industrie verso la neutralità climatica. (Vox)

Al summit parteciperanno anche diversi stati che stanno ancora investendo fortemente nel carbone: uno dei primi paesi a parlare sarà l’India, che dipende dal carbone per produrre gran parte della propria energia elettrica. Seguiranno poi Indonesia, Cina, e anche Pakistan, Bangladesh e Kenya, dove è in corso la costruzione di centrali a carbone cinesi. Tra i giganti del carbone al summit ci saranno due grandi assenti: l’Australia e il Giappone. Come superare il carbone sarà uno degli argomenti che certamente dividerà i paesi presenti a New York — la Germania, ad esempio, si è impegnata a convertire o smantellare le proprie centrali a carbone nei prossimi vent’anni. Cercando di prevenire spaccature il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres ha dichiarato che “Non giudichiamo nessun paese: non siamo una corte.” (the New York Times)

Sarà presentato anche un nuovo report, compilato dall’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite in cui gli scienziati avvertono che il cambiamento climatico sta colpendo “con più forza e in anticipo” rispetto a quanto previsto. Il documento evidenzia l’urgenza di profonde trasformazioni socio–economiche per impedire l’ulteriore aumento delle temperature su scala globale, il cui impatto sarebbe effettivamente irreversibile. (UN News)

Guterres, invece, è ottimista, per quanto lo si possa essere in materia: “Credo che negli ultimi mesi ci sia stata una svolta. Sei mesi fa, devo ammettere, ero abbastanza pessimista — non vedevo movimento in avanti, ora vedo che molte cose si stanno muovendo (…) ma siamo ancora in ritardo, e dobbiamo accelerare.” È difficile parlare di svolta, però, quando il record delle emissioni è… dell’anno scorso, e di fronte all’ostruzionismo negazionista di Stati Uniti e Brasile. (the Guardian)

E l’Italia come si pone nei confronti della crisi climatica, ora che il governo si è liberato dei criptonegazionisti? Conte ha annunciato trionfale che l’Italia “vuole la leadership nel mondo e il primato sul tema del Green New Deal,” ma non è ben chiaro esattamente cosa voglia dire. (Rai News)

Perché finora che cosa abbia in mente il governo in materia di “Green New Deal” è tutto tranne che chiaro: le poche misure che sono emerse sembrano disordinate, senza nessun disegno sottostante, altro che deal. E l’idea — che ora sembra fortunatamente rimbalzata — di tassare merendine e bibite, oltre a essere l’ennesima tassa sulla povertà, non solo non c’entra assolutamente niente con la crisi climatica, ma dimostra di non avere imparato assolutamente niente dalla nascita dei gilet gialli in Francia. (Linkiesta)

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Mondo

In una mossa di realpolitik coraggiosa, i partiti arabi della Lista unita hanno annunciato che sosterranno la candidatura di Benny Gantz del partito Blu e bianco, che dovrebbe ora ricevere l’incarico di formare un governo di coalizione — senza Netanyahu. Lo ha annunciato Ayman Odeh, il leader della coalizione a maggioranza araba, sul New York Times. L’ultima volta che i partiti arabi hanno sostenuto un politico sionista era nel 1992, quando supportarono il laburista Yitzhak Rabin, che aveva fatto campagna elettorale sulla pace con i palestinesi. (the New York Times)

Le autorità egiziane hanno arrestato Mahienour El-Massry, un’avvocata per i diritti umani che stava seguendo il caso dei contestatori arrestati lo scorso fine settimana. El-Massry è stata arrestata non appena ha lasciato il palazzo della procura del Cairo. Il numero degli arrestati, nel frattempo, è salito drasticamente: secondo l’Egyptian Centre for Economic and Social Rights sono state arrestate almeno 365 persone da venerdì scorso. (Middle East Eye)

Queste centinaia di persone saranno state arrestate mentre erano a casa a guardare la tv, perché a giudicare dalle dichiarazioni di al–Sisi le proteste sono state microscopiche, o forse non ci sono proprio state: il leader egiziano ha commentato le notizie dello scorso fine settimane spiegando ai giornalisti come fare il proprio lavoro, invitandoli a non usare i social media come fonti, e di rilevare solo gli eventi che hanno visto con i propri occhi, o raccontati da fonti fidate. (Al–Araby Al–Jadeed)

Si è formata nell’Oceano Atlantico la tempesta tropicale Karen, che sembra indirizzata a schiantarsi su Porto Rico e le Isole Vergini. Porto Rico non ha ancora finito di riprendersi dai danni gravissimi inflitti dall’uragano Maria. Le autorità hanno dichiarato lo stato d’emergenza, avvisando la popolazione che i rovesci potrebbero essere sufficientemente intensi da causare alluvioni e frane. (CNN)

Sta lentamente emergendo più contesto alle pressioni di Trump sull’Ucraina: in particolare, l’amministrazione statunitense ha preso il paese in contropiede lo scorso luglio, quando ha sospeso il piano di aiuto militare, senza nemmeno comunicarlo. La notizia è arrivata al governo con più di un mese di ritardo, per canali informali. Mancano ancora molti dettagli in questa storia, ma il contesto poneva la Casa bianca nella posizione di poter ricattare l’amministrazione ucraina. (the New York Times)

Trump intanto sta cogliendo l’occasione per spingere quanto più possibile la teoria del complotto che Biden, quando era vicepresidente, abbia ricattato l’amministrazione ucraina per rimuovere un giudice anti-corruzione che aveva suo figlio — tra i dirigenti di un’azienda di gas ucraino — nel mirino. E la stampa lo sta seguendo abbastanza, sottolinea Robert Mackey, ripetendo la teoria di Trump per filo e per segno e solo al termine dei servizi indicando che sia priva di prove — ammesso l’abbiano scritto. (the Intercept)

(Nelle puntate precedenti: sempre Mackey su the Intercept aveva ricostruito la vicenda lo scorso maggio, sottolineando che al contrario Biden era riuscito a far rimuovere un pm che non stava seguendo casi di corruzione. L’operazione non è stata in nessun modo svolta in segreto, ed era stata accolta con approvazione da molti attivisti anti–corruzione.) (the Intercept, 10/05/2019)

Fallite le ultime trattative con i creditori, lo storico tour operator britannico Thomas Cook ha dichiarato fallimento e l’immediata cessazione delle attività. 150 mila persone in vacanza dovranno essere rimpatriate con urgenza, mentre il fallimento mette a rischio 22 mila posti di lavoro in tutto il mondo, 9 mila solo in Regno Unito. Gli aggiornamenti in diretta sul Guardian. (BBC News / the Guardian)

Italia

A sei giorni dal primo soccorso, il Viminale ha finalmente assegnato un porto sicuro alla nave Ocean Viking, con 182 naufraghi a bordo: potranno sbarcare a Messina. Tra loro ci sono 14 bambini — la più piccola di appena 8 giorni. (la Repubblica)

BREAKING: Italian maritime authorities have assigned #Messina as place of safety for the 182 survivors onboard #OceanViking.

That on the eve before #EU leaders meet in #Valletta, #Italy opens a port to people rescued at sea, is a sign of hope that deadly policies can be reverted pic.twitter.com/mZAZPjy1qD

— MSF Sea (@MSF_Sea) September 22, 2019

La notizia è arrivata alla vigilia del summit sull’immigrazione che si apre oggi a Malta, con la partecipazione dei ministri dell’Interno di Italia, Malta, Francia, Germania e Finlandia. È il primo tentativo formale di raggiungere un accordo tra “paesi volenterosi,” che preveda un meccanismo preventivo di ridistribuzione e — vorrebbe il governo italiano — anche una rotazione dei porti di sbarco. L’approfondimento dell’ISPI su tutto quello che serve sapere.

I paesi “volenterosi,” però, partono mettendo subito le mani avanti: con un’intervista al Times of Malta, il ministro dell’Interno Michael Farrugia ha chiarito che Malta “non diventerà l’hub per processare gli arrivi dei migranti.” Farrugia ha anche difeso i recenti raid della polizia maltese contro i migranti irregolari. (Times of Malta)

Intanto, 58 cittadini pakistani su un’imbarcazione a vela sono stati soccorsi ieri al largo di Crotone dalla Guardia di Finanza e scortati a terra. (ANSA)

Pd e M5S sono riusciti a trovare il proprio candidato congiunto alle elezioni regionali in Umbria: è Vincenzo Bianconi, 46 anni, imprenditore di Norcia nel settore della ricezione turistica e presidente di Federalberghi in Umbria. (Sky TG 24)

Dopo le dichiarazioni di Conte su ipotetiche tasse su merendine e biglietti aerei, con un lungo post su Facebook che parla di tutto e del contrario di tutto ma che inizia con un inequivocabile “Fermi tutti,” Di Maio ha stroncato sul nascere il dibattito, chiarendo che la priorità del governo è “abbassare le tasse, non aumentarle.” Smentiti poi gli attriti sul tema con Conte, che ha rilanciato l’ipotesi di aumentare le pene per i “grandi evasori.” “Le merendine? Abbiamo visto quante calorie avevano e ho detto a Luigi: non le mangiare perché fa male. Abbiamo preferito pane e salame.” (L’ha detto davvero.) (la Repubblica)

Prima di volare a New York per il summit dell’Onu sul clima, Conte ha parlato a Lecce alle Giornate del Lavoro della Cgil. Da autentico camaleonte democristiano, il presidente del Consiglio è passato nel giro di tre giorni dalla festa di Leu a quella di Fratelli d’Italia a quella della Cgil, adattando le proprie parole di volta in volta in modo da trovarsi sempre in sintonia con il pubblico: due giorni fa magnificava il ruolo degli aguzzini libici nel “contenere” i migranti, ieri baci e abbracci con Landini. (Corriere della Sera / Twitter)

Cult

Alla 71esima edizione degli Emmy Awards hanno trionfato Game of Thrones per la categoria Drama e Fleabag per la categoria Comedy. La lista completa delle nomination e dei vincitori. (Vox)

Piantiamola con i test della personalità: è astrologia applicata alla cultura aziendale. (the New York Times)

Il Ceo di Goldman Sachs David Solomon, che si diletta a fare il dj con il moniker di DJ D-Sol, ha appena fondato una nuova etichetta discografica. Tutti i proventi andranno a organizzazioni no-profit impegnate nella lotta alla dipendenza da oppioidi. (Business Insider)

Fondo del barile

Al meeting di Fratelli d’Italia ieri ha parlato anche Santiago Abascal, presidente del partito neofascista spagnolo Vox, che ha illuminato i presenti con la propria visione del mondo: “ci sono molte culture ma una sola vera civiltà, quella europea.” (AGI)

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Gif di Gogglebox

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