Abbiamo chiesto a otto ragazz* cosa ne pensano delle elezioni europee
Abbiamo passato qualche sera nel giardino di Ostello Bello per chiedere agli ospiti cosa ne pensano delle elezioni e se voteranno — e per chi. Inglesi, olandesi, finlandesi, italiani ci hanno raccontato cosa apprezzano e cosa no dell’essere cittadini europei.
Abbiamo passato qualche sera nel giardino di Ostello Bello per chiedere agli ospiti cosa ne pensano delle elezioni e se voteranno — e per chi. Inglesi, olandesi, finlandesi, italiani ci hanno raccontato cosa apprezzano e cosa no dell’essere cittadini europei.
Domenica 26 maggio si vota per rinnovare il Parlamento Europeo, a 40 anni dalla sua prima elezione a suffragio universale. L’appuntamento è stato raccontato negli ultimi mesi soprattutto come uno scontro decisivo tra “europeisti” e “sovranisti”, in uno dei momenti più critici per la stabilità dell’Unione, non solo per la crescita di partiti e movimenti che ne mettono in discussione le premesse fondamentali, ma anche per l’enigma senza precedenti della Brexit, che renderà l’esito del voto di domenica ancora più incerto.
Per raccontare queste elezioni da un punto di vista diverso, abbiamo scelto un luogo di osservazione privilegiato: Ostello Bello a Milano, che ospita decine di ragazz* da tutta Europa (e da tutto il mondo). Abbiamo parlato con alcuni di loro, per sapere se andranno a votare o no, e abbiamo intervistato una politica, una ricercatrice e un giornalista per aiutarci a capire la posta in gioco e i possibili scenari successivi al 26 maggio.
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Nella prossima puntata parleremo con Luca Misculin, giornalista del Post e autore del podcast Konrad, di come raccontare l’Unione europea in maniera più accessibile.
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Riprese: Elena Buzzo
Editing: Alessandro Massone
contenuto sponsorizzato da Ostello Bello