La mezza sconfitta del sultano

Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.

La mezza sconfitta del sultano

in copertina, il candidato del CHP a Istanbul riconferma la propria vittoria, via Twitter

L’AKP, il partito di Erdogan, ha perso le elezioni comunali in molte città, tra cui Ankara, İzmir, Antalya, Adana, Mersin, Tekirdag, Hatay e Muğla — i centri più grandi e ricchi della Turchia, e molto probabilmente anche a Istanbul. Il paese resta scosso dalla crisi economica e dall’inflazione altissima — Erdogan è tornato a promettere riforme, ma la sconfitta segna l’indebolimento della sua stretta sul paese, sull’orlo dell’autoritarismo. (Al Jazeera)

Sembra che a Istanbul si terrà un riconteggio, anche se per ora l’opposizione dovrebbe essere in vantaggio di qualche migliaio di voti. (Middle East Eye)

La situazione nel paese è tesissima. Nel corso della giornata di ieri sono state uccise quattro persone, e ferite almeno 67 in violenze nei pressi dei seggi elettorali. Il sito di informazione indipendente Bianet ha raccolto tutti i casi di violenza. (Bianet)

Secondo l’opposizione non ci sarebbe bisogno di nessun riconteggio e sarebbe “molto chiaro” che il proprio candidato Ekrem Imamoglu abbia vinto a Istanbul. (KFGO)

È chiaro che il governo sta cercando di mascherare la sconfitta a Istanbul — o impedirla del tutto. Oppure sarà un caso che non appena l’opposizione è andata in vantaggio l’agenzia stampa statale Anadolu ha smesso di riportare i risultati del voto nella città. (Ahval)

Tra le vittorie inaspettate c’è anche quella di Mehmet Fatih Maçoğlu, del Partito comunista turco, che sarà sindaco della città di Tunceli. Maçoğlu dovrà amministrare la città insieme al Partito Democratico dei Popoli, che avrà la maggioranza all’assemblea municipale. (Daily Sabah)

Erdogan sta già cercando di dipingere il risultato come una “vittoria,” ma al contrario si era speso molto per queste elezioni, parlando a otto manifestazioni politiche in tutto il paese e dichiarando che si trattava di una situazione di “sopravvivenza nazionale.” (the New York Times)

Can Dundar due giorni fa spiegava che per capire la direzione della politica turca bisogna guardare dove va Istanbul — la stessa città dove è iniziata anche la scalata politica di Erdogan stesso, venticinque anni fa. (the Washington Post, 30/03/19, via Outline.com)

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Mondo

Nel corso di un summit a Tunisi la Lega araba ha presentato una dichiarazione in cui non riconosce la validità delle recenti concessioni statunitensi a Israele, riguardo la capitale a Gerusalemme e la sovranità sulle alture del Golan. (Al–Araby Al–Jadeed)

Grazie allo scandalo scatenato da Washington Post e BuzzFeed News le autorità statunitensi stanno sgomberando il centro di detenzione che avevano improvvisato sotto un ponte a El Paso. I migranti arrestati ora potranno almeno rimanere in una struttura dedicata. (the New York Times)

Lucy Flores ha posto i democratici di fronte a una dura verità: Joe Biden assume spesso comportamenti molto discutibili con le donne in pubblico, e quindi potrebbe essere una buona idea non candidarlo. (Politico)

Secondo il nuovo ministro sudcoreano per l’unificazione l’accordo sul nucleare iraniano potrebbe essere un modello da seguire per procedere con la denuclearizzazione della Corea del Nord. In precedenza, il ministro degli esteri nordcoreano aveva già espresso la disponibilità del paese a una clausola “snapback” nell’accordo con gli Stati Uniti, che prevederebbe il ritorno di tutte le sanzioni economiche in caso il paese non rispetti l’accordo. (the Hankyoreh)

Al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Ucraina si affronteranno il comico Zelensky — arrivato primo, con più del 30% — e l’ex presidente Poroshenko, che ha preso attorno al 18-19%. Zelensky ha guadagnato consensi sfruttando la propria fama di attore e incentrando la propria campagna sulla lotta alla corruzione. È arrivata soltanto terza, invece, “l’eterna candidata” Yulia Tymoshenko. (DW)

Eventi

Siamo davvero di fronte a una nuova “emergenza droghe”? E le istituzioni si stanno muovendo nel modo giusto per affrontarla? Ne parleremo mercoledì 3 aprile alle 19.30 in Santeria Paladini 8, a Milano, nella prima puntata live del nostro podcast TRAPPIST. (Evento Facebook)

Italia

Ieri a Verona è stata la volta del corteo dei catto-integralisti, a chiusura del Congresso Mondiale delle Famiglie. 10 mila persone secondo la Questura, inclusi i militanti di Forza Nuova, dietro lo slogan “Dio, Patria, Famiglia.” (Fanpage)

Insomma, il Congresso si è concluso con un mezzo flop: incapace di cementare la maggioranza di governo dietro le proprie richieste — ma anzi riuscendo a spaccare Lega e M5S — e decisamente sopraffatto numericamente dalla grande manifestazione di sabato. Nella Dichiarazione finale adottata per acclamazione, l’elemento più concreto è la richiesta di una moratoria contro “l’utero in affitto.” (ANSA)

In mattinata si è svolta invece l’assemblea transnazionale di Non Una Di Meno, a cui hanno partecipato circa 400 attivist* da tutto il mondo, tra cui Marta Dillon, una delle fondatrici di Ni Una Menos in Argentina. “La rete transnazionale è la nostra forza. Se rinsaldiamo i nostri contatti, la lotta femminista sarà globale e porteremo a casa più risultati.” (il Fatto Quotidiano)

L’ennesima pseudo-lite nel governo comunque si è conclusa con una “pace” fatta tra Salvini e Conte, che ieri pomeriggio si sono incontrati in Toscana. Intanto il ministro Tria ha riconosciuto la possibilità che il Pil italiano non cresca nel 2019, ma ha detto che “nessuno ci chiede una manovra correttiva.” (ANSA)

Sempre dal palco del Festival dell’Economia civile a Firenze, Tria ha non troppo velatamente criticato la commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche guidata da Paragone: “Attaccare il sistema bancario italiano, mettere in dubbio la sua solidità ma anche la sua resilienza e porre un sospetto su questo, significa avallare una delle campagne europee che ci stanno attaccando e mettendo in difficoltà.” (Lettera 43)

Sulla crescita economica inesistente ha espresso le proprie preoccupazioni anche Jean-Claude Juncker, intervistato ieri sera da Fabio Fazio. Ma poi ha attenuato: “La crescita italiana è in ritardo rispetto all’Europa da 20 anni. Bisognerà che l’Italia torni a scoprire gli strumenti che permetteranno di rilanciare la propria crescita. Ma dire che l’Italia costituisce un rischio è un’esagerazione.” (Rai News)

Cult

Purtroppo ora viviamo in un mondo in cui Elon Musk ha pubblicato su Soundcloud un pezzo rap su Harambe. Non si torna indietro. A proposito, è terribile. (TechCrunch)

Per fortuna a combattere i fascisti insieme a noi c’è Jim Carrey. (Twitter)

Fate come questa donna: mollate i vostri lavori nel terziario avanzato per diventare sommelier di birra a tempo pieno. (VICE)

Gif di Kochstrasse

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