Spaghetti Unplugged è arrivata a Milano

Domenica siamo stati alla terza serata milanese di Spaghetti Unplugged per capire come un format romano possa essere esportato rimanendo fedele ai principi che l’hanno reso popolare.

Spaghetti Unplugged è arrivata a Milano

Ph: Riccardo Trudi Diotallevi Photography per BIG UP Factory

Domenica siamo stati alla terza serata milanese di Spaghetti Unplugged per capire come un format romano possa essere esportato rimanendo fedele ai principi che l’hanno reso popolare.

La cornice è quella dell’Apollo, locale milanese collocato tra i navigli di Milano, nelle vie che circondano la Darsena e il cuore della vita notturna della città. Il progetto Spaghetti Unplugged “nasce perché un mio amico e cantautore Antonio Rossi, meglio noto come Rosso Petrolio, è tornato da Londra dopo aver visto questa realtà degli open mic molto florida” racconta Davide Dose, che assieme a Gianmarco Dottori nel 2013 ha dato vita a questo format. “Mi disse, ‘zi facciamo una roba del genere’, così abbiamo iniziato a proporre la serata ad alcuni locali piccoli, inizialmente per dare spazio a noi stessi, che avevamo delle velleità cantautorali, e ad altri artisti”. Con il passare del tempo, complice la fioritura di una nuova scena musicale, la serata romana è cresciuta ed è stata progettualizzata diventando un vero punto di riferimento per gli artisti romani e italiani, nonché un format replicabile in altre città. “Erano gli anni in cui a Roma chiudeva il Circolo degli Artisti” prosegue Davide, “noi ci siamo inseriti in quella tradizione di punti di ritrovo anche cantautorali dove i musicisti si incontrano e si confrontano.”

Spaghetti Unplugged è una serata open mic in cui artisti emergenti e autori già affermati condividono palco, backstage e birrette – rigorosamente Nastro Azzurro, sponsor della serata – alternandosi nelle esibizioni, che proseguono fino a notte inoltrata e non terminano quasi mai prima delle due di mattina. Per quanto riguarda la serata milanese “vedremo se la città risponde, se dovremo adattare il format” spiega Giovanni Romano, direttore artistico di Spaghetti Unplugged. “La domenica è un giorno un po’ off. Magari anticipare l’orario e fare la musica in un giorno non consueto può essere una bella sfida.” Per il momento la vera sfida è riuscire a far suonare tutte le persone che vorrebbero iscriversi all’open mic. Domenica erano in cinquanta e alla fine sul palco, per questioni di tempo, sono potuti salire solo in tredici – tra band e artisti. Una volta saliti sul palco ciascuno dei tredici iscritti ha avuto la possibilità di presentare due pezzi in una location viva, allo stesso tempo calda, intima e molto accogliente.

Ad aprire le esibizioni degli ospiti è stato invece Esposito, cantautore toscano di origini salernitane ora trapiantato a Milano. Il 22 marzo è uscito “Biciclette rubate”, il suo primo album, l’occasione era perfetta per presentare dal vivo le nuove canzoni. Dietro le quinte il clima è disteso e tutti – rilassati sui divani, seduti a un tavolo o in piedi – parlano con tutti, perché “la serata punta a diventare un luogo d’incontro anche per gli addetti ai lavori del mondo musicale” ci racconta Sebastiano Solerte, direttore artistico della rassegna milanese. Nel frattempo, mentre parliamo, sul palco è salito Delmoro a presentare dal vivo i suoi nuovi brani, tra i quali spunta Filippiche, un pezzo travolgente che pesca tra influenze pop e italo-disco, eseguito per la prima volta a Milano in una chiave più minimale.

Leggi anche “Mare, riviera e motori: l’esplosione soul di Fadi

All’Apollo si alternano debuttanti e vecchie conoscenze degli organizzatori, come i Keet & More, già noti ai frequentatori della serata romana di Spaghetti Unplugged per le sonorità country e blues e per il forte coinvolgimento generato dalla loro esibizione. Anticipano Fadi, il terzo ospite – astro nascente di Picicca Dischi e nome tra i più interessanti di questo 2019 – che riempie la sala con l’energia soul della sua voce accompagnata solo da una chitarra. Poco dopo arriva la mezzanotte ed è il momento rituale, attesissimo, degli spaghetti, serviti a tutti per colmare la fame e prepararsi alle emozioni trasmesse dalle canzoni d’autore di Zibba, seguito sul palco a sua volta da Bianco, altro alfiere del cantautorato italiano. Ma Spaghetti Unplugged, ci tengono a specificare gli organizzatori, non è legata a un genere musicale specifico. In futuro a Spaghetti Unplugged potrebbe capitarvi di ascoltare dal vivo anche rap o trap. È già successo a Roma, con l’esibizione dell’anno scorso di Pretty Solero che ha rappresentato sul palco la Lovegang, una delle crew più popolari in Italia in questo momento. Finite le esibizioni degli ospiti arriva il momento jam, poi tutti a casa che in fondo è domenica e la settimana deve ancora cominciare.

Il format Spaghetti Unplugged ha come obiettivo quello di offrire un palco ad artisti che privilegiano la forma canzone facendo anche da incubatore e da punto d’incontro per i nuovi autori, che durante la serata possono confrontare idee ed esperienze con musicisti e cantanti affermati in uno spazio inclusivo in cui l’artista gioca alla pari con i suoi colleghi e scende dal piedistallo per lasciar spazio alla musica suonata.

La cadenza precisa della rassegna milanese è ancora da capire, ci spiegano Davide e Giovanni. Una cosa però è sicura, il 14 aprile ci si rivedrà all’Apollo per il quarto appuntamento. “Poi per ottobre ci sarà una novità, probabilmente esporteremo il format anche in un’altra città” rivela Davide “ma di più adesso non si può dire.” Occhi – e orecchie – aperti!

Leggi anche: Les femmes s’en mêlent: torna a Parigi il festival dell’indie femminile internazionale