Les femmes s’en mêlent: torna a Parigi il festival dell’indie femminile internazionale
Torna Les femmes s’en mêlent: in line up quest’anno Anna Calvi, Georgia, Jeanne Added, Shannon Wright, Clea Vincent.
Il mondo della musica resta ancora profondamente maschilista, ma se molte artiste riescono a imporsi è anche grazie a manifestazioni come questa.
Dal 4 al 6 aprile seguiremo in diretta su Instagram le date su Parigi. In line up quest’anno Anna Calvi, Georgia, Jeanne Added, Shannon Wright, Clea Vincent.
Dopo l’edizione 2019 del festival di Sanremo, Chiamando Eva — il podcast femminista di The Submarine — aveva dedicato un episodio al ruolo delle donne nel mondo della musica, constatando che l’industria musicale è, tutt’oggi, prevalentemente maschile e maschilista tanto in Italia che all’estero. Benché costellata di artiste femminili, la scena indie non fa eccezione: ce lo hanno spesso ricordato le sue protagoniste, da Adele Nigro di Any Other in una recente intervista, fino alla cantante statunitense Phoebe Bridgers, una tra le sette donne ad aver accusato il musicista Ryan Adams di aver avuto comportamenti inappropriati nei loro confronti.
Tra le numerose manifestazioni che si prefiggono l’obiettivo di colmare la disparità di genere nel campo della musica, il festival parigino Les femmes s’en mêlent è une delle più longeve, ritornando quest’anno per tre date dal 4 al 6 aprile. Lanciato l’8 marzo 1997 in occasione della giornata internazionale della donna, il festival si tiene ogni primavera nella capitale francese, e porta da 22 anni sulla scena alcune delle artiste — emergenti e non — più talentuose della scena indipendente nazionale e internazionale.
Dall’anno della sua fondazione, Les femmes s’en mêlent ha infatti accolto virtualmente tutte le protagoniste dell’indie al femminile, tra cui Cat Power, Feist, Nouvelle Vague, Regina Spektor, Vashti Bunyan, Soko, The Do, Cansei de Ser Sexy, Laura Marling, e Au Revoir Simone.
Incubatore di talenti, Les femmes s’en mêlent si è distinto per la lungimiranza dei suoi organizzatori sin dall’anno della sua fondazione; molte delle sue “laureate” hanno finito per superare i confini della scena indipendente: basti pensare a St. Vincent che 10 anni fa, cantante ancora in erba, fresca del suo secondo album, suonava alla Maroquinerie nel quadro del festival, e che quest’anno ha vinto un (secondo) Grammy — regalandoci una performance indimenticabile con Dua Lipa. Nel 2005, un’ancora sconosciuta M.I.A. si esibiva allo stesso festival settimane dopo l’uscita del suo primo, eccezionale disco, due anni prima che Paper Planes la catapultasse al successo internazionale. Tra le altre leggende ad essere passate per il festival ci sono stati gli Smoke City, (1998) il gruppo post-punk The Organ (2006) o Kim Gordon dei Sonic Youth, che ha partecipato più volte. Avendo spesso invitato artiste a suonare per la prima volta in Francia, Les Femmes s’en mêlent ci mostra innanzitutto una cosa: le donne nella musica ci sono sempre state e hanno sempre spaccato, e se oggi la scena mainstream è sempre più diversificata, e le nuove icone pop sono le prime a rovesciare gli stereotipi associati alla loro professione — è grazie, in parte, a manifestazioni come questa.
Perché, oltre che rampa di lancio per artiste emergenti, il festival prende decisamente una posizione militante, come suggerisce il suo nome (le donne si immischiano), che implica una buona e necessaria dose di prepotenza, una voglia di “sgomitare” per farsi sentire, per affermare il proprio diritto di espressione, la propria esistenza. Senza dichiararsi esplicitamente femminista, Les femmes s’en mêlent resta una delle manifestazione chiave della scena musicale francese, che riflette pienamente la nuova attitudine — più assertiva — che caratterizza il movimento femminista nell’industria creativa. L’inno di Les femmes s’en mêlent è un inno alla creatività e alla diversità, uno sguardo alla programmazione attuale e passata mostra quanto il festival la celebri in maniera onesta.
Quest’anno, le tre date parigine del festival si terranno al Trabendo, parte del poligono musicale situato nel parco della Villette, al nord-est della città, dove è in compagnia di sale di primo piano come lo Zénith e la Philarmonie. Ridisegnata dal duo Ahonen & Lamberg nel 2015, la sala concerti del Trabendo offre un’intimità particolare tra pubblico e spettatori. Il palco della sala permette infatti una vicinanza della quale beneficeranno sicuramente il lirismo appena sussurrato della francese Ana Benabdelkarim, a.k.a. Silly Boy Blue e i violini di Shannon Wright, i paesaggi sonori della svedese ionnalee o ancora i brani semi-confessionali della polistrumentista newyorkese Emily Wells. Incredibilmente varia, la scaletta del festival spazia dall’elettronica di La Fraicheur, al dream pop di Requin Chagrin fino agli afrobeat di Pongo o le rime di Dope Saint Jude, all’intersezione tra hip hop e cultura queer (e che non vediamo l’ora di vedere!)
Ma l’offerta del festival non si limita al palco del Trabendo. Due anni dopo la sua inaugurazione Les Femmes s’en mêlent diventa infatti uno dei primi festival itineranti d’Europa. Alle date parigine, che raggruppano tutti i gruppi e cantanti partecipanti, si aggiunge una tournée che porterà le protagoniste del festival a girare tutta la Francia attraverso 21 date tra il 21 marzo e il 13 aprile.