Brexit: riusciamo settimana prossima?
Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.
in copertina, foto © European Union, 2018 Photographer: Etienne Ansotte Source: EC – Audiovisual Service
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La richiesta di Theresa May — rimandare la data della Brexit al 30 giugno — è stata ridimensionata dal Consiglio europeo, che ha accettato un rinvio decisamente più limitato: al 12 aprile, dopo di che il paese dovrà procedere all’uscita senza accordo. Nel caso in cui finalmente May dovesse avere una maggioranza parlamentare per approvare il proprio accordo allora l’estensione sarà garantita fino al 22 maggio, in modo di dare tempo ai legislatori di produrre le norme necessarie. (the Guardian)
Durante la conferenza stampa con Juncker, Tusk è tornato a fare la sua battuta preferita, ripetendo che per i sostenitori di una Brexit senza accordo c’è ancora molto spazio all’inferno. (Evening Standard)
Ma che cosa si fa ora a Londra? L’unico documento alternativo sul tavolo è il Common Market 2.0 laburista, che però piace ai fondamentalisti brexisti ancora meno dell’accordo di May. E per i membri del parlamento britannico che hanno fatto dell’Unione europea il nemico pubblico numero uno organizzare ora elezioni europee, mentre cercano di uscire, dall’Ue, sarebbe un suicidio politico. (New Statesman)
L’estensione, insomma, si traduce soltanto in un’altra, ultima occasione per May di organizzare una maggioranza attorno all’accordo stretto con Bruxelles. Ma nel gioco del tiro alla fune tra parlamento e governo, May dovrà presto iniziare a considerare la possibilità che in realtà siano molti di più i sostenitori della Brexit senza accordo di quanti lo dichiarino pubblicamente. (BBC News)
Che l’unica alternativa sia la Brexit “no deal” non è nemmeno più un non detto. Moniti sia da parte di Macron che da parte di Juncker stesso mettono in chiaro che, se il parlamento dovesse di nuovo rifiutare l’accordo di May resterà soltanto da organizzarsi per l’uscita disordinata, nei limiti di quello che si potrà fare. (the Guardian)
Il clima nel Regno Unito è molto disteso: così tanto che l’altro ieri una petizione per revocare l’articolo 50 sul sito del parlamento britannico è diventata virale, raccogliendo più di un milione di firme in meno di 24 ore. Così tante persone si sono connesse alla pagina per chiedere di fermare la Brexit che il sito è crashato. (the Canary)
La petizione ora sta a 2 milioni e 280 mila firme. Il meccanismo delle petizioni online al Parlamento prevede “una risposta” da parte del governo per tutte le petizioni che superano le 10 mila firme e la possibilità che il problema venga dibattuto in parlamento dalle 100 mila firme. Dovrebbero bastare.
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Mondo
Almeno 47 persone sono morte in un’esplosione in una fabbrica di pesticidi nella città di Yancheng, nell’est della Cina. I feriti sono più di 600. (Reuters)
Più di 20 mila persone, inclusa la prima ministra Ardern, si sono unite alla comunità musulmana per la preghiera del venerdì a Christchurch, per commemorare le 50 vittime della strage di settimana scorsa. (Al Jazeera)
“Ciò che è accaduto settimana scorsa è la prova, per tutto il mondo, che il terrorismo non ha colore, non ha razza, non ha religione.” Leggi il discorso completo pronunciato dall’imam Gamal Fouda, della moschea di Al Noor. (the Guardian)
Una nave, stracolma di persone per le celebrazioni del Nawrūz, il nuovo anno curdo, è affondata nel Tigri vicino a Mosul, in Iraq. L’imbarcazione sarebbe affondata, secondo le autorità, “per un problema tecnico.” Se lo si può chiamare così. Sono morte almeno 71 persone, tra cui 33 donne e 12 bambini. (Al–Araby Al–Jadeed)
Trump ha annunciato la volontà di riconoscere la sovranità israeliana sulle alture del Golan, annesse dopo la Guerra dei sei giorni ma mai riconosciute come israeliane dalla comunità internazionale (qui una breve storia delle puntate precedenti.) (NPR / the New York Times)
Secondo Khalil Jahshan, direttore dell’Arab Center di Washington, l’annuncio ha l’obiettivo di far guadagnare consenso a Netanyahu, in acque legali burrascose con elezioni a poco più di due settimane. (Middle East Eye)
Internet
Nel caso non ve ne foste accort*, ora anche Instagram è pieno di propaganda d’odio. Da QAnon agli inesistenti campi d’addestramento jihadisti negli Stati Uniti c’è un sacco di scelta. (the Atlantic)
Mentre Facebook fantastica di sviluppare sistemi di intelligenza artificiale che fermino la diffusione di post violenti, forse si poteva evitare di conservare “centinaia di milioni” di password non criptate. Sì, dovete cambiare password. Subito. (TechCrunch)
Italia
La mancata strage di San Donato ha fatto emergere per l’ennesima volta un razzismo profondamente incorporato nel discorso pubblico, che porta automaticamente a concepire la nazionalità come un’aggravante. (Internazionale)
Il discorso è lo stesso, speculare, per Samir e Ramy, due dei ragazzini che hanno dato l’allarme sull’autobus, permettendo di salvare i compagni. Il padre di Ramy ha chiesto che a suo figlio venga concessa la cittadinanza e il Viminale “sta valutando,” ma anche questa è una sconfitta, perché avvalora l’idea della cittadinanza non come un diritto ma come un privilegio che viene concesso o revocato a piacimento dall’autorità. (Sky Tg 24)
Oggi Ousseynou Sy — che peraltro è nato in Francia, non in Senegal — sarà nuovamente interrogato dai magistrati. Ieri ha confermato di aver premeditato il gesto, ma ha detto anche di non avere avuto intenzione di fare del male a nessuno — voleva usare i bambini come scudi per arrivare a Linate. I suoi racconti comunque non sono del tutto coerenti: non si trova traccia, per esempio, del video di rivendicazione che lui stesso avrebbe detto di aver pubblicato su YouTube. Un racconto dell’arresto di Sy pieno di velleità letterarie, se proprio volete leggerlo, è sul Corriere della Sera Milano.
Un migrante — di cui ancora non si conosce l’identità — è morto questa notte in un incendio che si è sviluppato nella nuova tendopoli di San Ferdinando, allestita a poca distanza dalla precedente (sgomberata alcune settimane fa) e gestita dalla Caritas. (la Repubblica)
È arrivato ieri pomeriggio a Roma il presidente cinese Xi Jinping, insieme alla moglie Peng Liyuan e una folta delegazione. Oggi incontrerà il presidente Mattarella, domani il premier Conte per la firma del famigerato “memorandum” sulla Nuova via della seta. (il Sole 24 Ore)
“Siamo state prese a calci e pugni e a una delle mie amiche una donna ha strappato il velo” Tre ragazze che indossavano l’hijab sono state aggredite su un autobus a Torino. La rissa è iniziata perché una delle ragazze si era scansata per la presenza di un cane sul bus. Una donna ha iniziato a urlare: “Avete paura di un cane ma non di farvi saltare in aria negli attentati.” (la Repubblica Torino)
Cult
Sì, un’economia pianificata potrebbe davvero funzionare, e a dimostrarlo — sorpresa! — sono le dinamiche delle mega corporation come Amazon e Walmart. È l’opinione di Leigh Phillips e Michael Rozworski, autori del libro The People’s Republic of Walmart. (Jacobin)
Lo scorso gennaio vi raccontavamo di Means TV, il progetto di un servizio di streaming anti–capitalista, internazionale, e di proprietà dei creatori dei contenuti. Ora è iniziata ufficialmente la raccolta fondi: andiamo a dare una mano. (Means TV)
Gif di Amy
I Goth di tutta la Cina stanno manifestando solidarietà nei confronti di una giovane donna goth a cui è stato proibito di entrare in metropolitana finché non avesse alleggerito il proprio trucco. Non è chiaro con che titolo le autorità della metropolitana la abbiano fermata, e gli utenti su Weibo rivendicano la libertà di esprimere il proprio stile. (Dazed)
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