Il Senato statunitense prova a fermare la guerra in Yemen
Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.
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Il senato statunitense ha votato una risoluzione per bloccare il supporto all’Arabia Saudita nella guerra in Yemen, ma il provvedimento sarà certamente annullato dal veto di Trump. (Al Jazeera)
Nei primi due anni di presidenza, forte di un partito fedelissimo e una maggioranza solida in entrambe le camere, Trump non ha mai dovuto utilizzare il proprio potere di veto. Nelle prossime settimane, tra Yemen e blocco alla costruzione del muro, potrebbe vedersi costretto a usarlo due volte. (the New York Times)
Questo non vuol dire che il partito repubblicano si sia rivoltato contro Trump, anzi: una risoluzione contro il supporto alla guerra saudita in Yemen era stata presentata contemporaneamente in entrambe le Camere lo scorso dicembre — ed è stata approvata dalla camera bassa a febbraio — ma i repubblicani sono riusciti a temporeggiare a colpi di emendamenti, richiedendo così ora un’ulteriore verifica. È probabile che la stessa tattica verrà usata per il voto delle prossime settimane. (HuffPost)
Il senatore indipendente Bernie Sanders tra i firmatari della risoluzione, ha sottolineato che la mozione ha un importante valore storico: il congresso comincia così a riprendersi la responsabilità costituzionale del dichiarare guerre, strappata dalla presidenza da decenni ormai. (the Hill)
La situazione in Yemen è gravissima. Solo questa settimana aerei sauditi hanno ucciso in un bombardamento 22 civili. Dall’inizio del conflitto si parla di decine di migliaia di morti. La dipendenza dell’Arabia Saudita dagli armamenti statunitensi è così forte che se gli Stati Uniti terminassero la propria assistenza alla coalizione la guerra si fermerebbe immediatamente. (Middle East Eye)
Dopo i timidi progressi fatti a dicembre il processo di pace nella regione si è sostanzialmente fermato, ed è difficile immaginare una fine della guerra rapida — e che non costi molte altre vite umane. (the Guardian)
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite era tornato a chiedere alle due fazioni di implementare un accordo di pace l’altro ieri — partendo almeno dalla città portuale di Hodeidah, che secondo gli accordi di dicembre a Stoccolma doveva ospitare un’autorità locale e indipendente, ma su cui non si è poi lavorato per niente. (Reuters)
Mondo
Una struttura che veniva utilizzata, a quanto pare illegalmente, come scuola in Lagos è crollata nel corso delle lezioni, intrappolando circa 100 studenti. I soccorritori sono riusciti ad estrarre già 25 persone, ma alcune erano già morte. Gli standard di costruzione non sono quasi mai fatti rispettare in Nigeria, e il crollo di abitazioni — anche drammatiche, come quello di una palazzina di cinque piani del 2016, che costò la vita a 30 persone — è tragicamente frequente. (Africa News)
Beto O’Rourke ha confermato ufficialmente la propria candidatura alle prossime elezioni presidenziali. (the Guardian)
Boeing ha deciso finalmente di tenere a terra tutti i propri aerei 737 Max (371 in tutto il mondo), mentre proseguono le indagini sulle cause dell’incidente dell’Ethiopian Airlines. (BBC News)
Per le accuse di “cospirazione” l’ex capo della campagna elettorale di Trump, Paul Manafort, è stato condannato ad altri 43 mesi di prigione: in totale dovrà passare in carcere sette anni e mezzo. (CNN)
Il ministro neozelandese per il cambiamento climatico James Shaw è stato aggredito mentre si recava in parlamento. L’aggressore, un 47enne, è stato arrestato. (the Australian)
La Camera britannica ha votato affermando che uscire dall’Unione europea senza accordo sarebbe una cattiva idea. Ma il voto non può bloccare l’uscita “no deal” se non si trova una soluzione in fretta. (the Guardian)
Una soluzione, almeno temporanea, è chiedere l’estensione della scadenza dell’articolo 50 — il parlamento voterà in questo senso oggi — ma alle spalle del governo i fondamentalisti brexisti stanno lavorando per ottenere un blocco dell’estensione da parte di un paese europeo, perché per spostare la Brexit è necessario il voto all’unanimità del Consiglio europeo. E tra i candidati a buttare il Regno Unito giù dal burrone c’è anche l’Italia. (the Guardian)
Non per caso, infatti, Jacob Rees–Mogg, tra le personalità più in vista tra i brexisti, in questa intervista con Natasha Clark si dice certo che il Regno Unito uscirà senza accordo. (the Sun)
Internet
Ancora non è chiara la causa dei malfunzionamenti che ieri hanno colpito Facebook, Instagram, WhatsApp e perfino Oculus VR, irraggiungibili per diverse ore da ieri pomeriggio per molti utenti in tutto il mondo. L’ultimo “blackout” così grave era stato nel 2008, quando Facebook aveva solo 150 milioni di utenti. (BBC News)
Italia
Antonio Tajani non è il primo berlusconiano che passa, è il presidente del Parlamento europeo, ma eccolo qui elogiare Mussolini con il solito luogo comune secondo cui “avrebbe fatto anche cose buone.” (la Repubblica)
L’ossessione per il decoro urbano ha portato la giunta Raggi a cancellare la storica scritta “Vota Garibaldi” alla Garbatella, ultima testimonianza murale rimasta delle prime elezioni politiche del 1948. Il Comune ha dato la colpa alla ditta appaltatrice, e ha detto che sarà restaurata. (Roma Today / ANSA)
Il caso di revenge porn ai danni di Giulia Sarti continua a scuotere il Movimento 5 Stelle. (Corriere della Sera)
I partiti di governo hanno presentato in fretta e furia un emendamento al “decretone” dopo il caso della richiesta da parte di alcuni membri del clan degli Spada, del reddito di cittadinanza. Il sussidio sarebbe sospeso per i richiedenti “a cui è applicata una misura cautelare, anche adottata all’esito di convalida dell’arresto o del fermo.” (il Messaggero)
È inutile che fate zapping, c’è sempre Salvini in tv. (Next Quotidiano)
Cult
Le liste che ci servono: le otto storie migliori di viaggi nel tempo in cui a viaggiare nel tempo c’è anche un cane. (Tor.com)
Ovviamente Jack Dorsey, il cofondatore di Twitter, è andato a parlare in un podcast di Ben Greenfield, personalità del mondo del fitness e soprattutto del mondo no vax. (the Verge)
Lo staff di Gimlet Media, l’agenzia produttrice di podcast acquisita da Spotify, ha annunciato l’organizzazione sindacale con la Writers Guild of America East, in vista dei grandi cambiamenti — finora negati — che il colosso dello streaming porterà nell’azienda. (Boing Boing)
Mettetevi le mani nei capelli leggendo cosa dice J.K. Rowling della relazione tra Silente e Grindelwald negli extra per il Blu-ray dell’ultimo spin off di Harry Potter. (RadioTimes)
Ambiente
Combattere il cambiamento climatico con la geoingegneria solare? Un nuovo studio di Harvard, MIT e Princeton suggerisce che potrebbe essere una strategia vincente, ma piano con gli entusiasmi: le variabili che non conosciamo sono ancora molte. (Vox)
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