Ieri in Santeria Toscana 31, si sono incontrati i gestori di una decina di locali milanesi per confrontarsi sul percorso da seguire per eliminare cannucce, bicchieri e bottiglie di plastica.
A novembre 2018 è stato approvato dal Parlamento europeo un provvedimento che vieta l’utilizzo di alcuni prodotti in plastica monouso come posate, cannucce, bastoncini cotonati. Entro il 2021 gli stati membri dovranno sviluppare delle strategie di progettazione e produzione sostenibile che rispettino pienamente le esigenze di riutilizzo, riparazione e riciclaggio.
Secondo i dati raccolti dal report di Legambiente sul consumo di plastiche, l’Unione Europea consuma annualmente circa 60 milioni di tonnellate di plastica (dato 2016), e di queste il 40% sono associate al comparto degli imballaggi. La produzione di plastica e l’incenerimento in Europa hanno un peso climatico molto rilevante, pari a 400 milioni di tonnellate di CO2 — dati riferiti al 2012. Inoltre, la metà della plastica rinvenuta in mare è composta da quella monouso: tra sacchetti, contenitori per alimenti, pacchetti e involucri, contenitori e tazze per bevande, cotton fioc, stoviglie, piatti, palette per mescolare alimenti, cannucce.
In Italia la risposta è arrivata con il ddl Salva Mare, proposto a febbraio 2019 dal ministro dell’ambiente Sergio Costa. Lo scopo della proposta è presentato all’articolo 1:
Contribuire al risanamento degli ecosistemi marini, alla prevenzione e riduzione dell’impatto di alcuni prodotti di plastica monouso anche sull’ambiente acquatico, alla promozione dell’economia circolare, nonché alla sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi rivolti alla prevenzione del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti negli ecosistemi marini e alla corretta gestione degli stessi.
L’articolo 3 vieta l’immissione sul mercato nazionale di questi prodotti: posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette), piatti, cannucce (tranne quelle destinate all’uso medico), mescolatori per bevande, aste da attaccare a sostegno dei palloncini (tranne i palloncini per uso industriale o altri usi e applicazioni professionali che non sono distribuiti ai consumatori, e relativi meccanismi). Divieto che diventerà ufficiale a partire dal 1 gennaio 2020, dopo averlo comunicato alla Commissione Europea.
Inoltre l’articolo 4 prevede l’obbligo di raccolta dei rifiuti pescati accidentalmente in mare che dovranno essere portati all’impianto portuale di raccolta. La legge dunque è pensata non solo per ridurre la produzione di prodotti in plastica monouso, ma anche per sostenere il corretto smaltimento dei rifiuti e limitare i danni della loro dispersione in ambiente marino.
Il ministero dell’Ambiente ha aggiornato i requisiti richiesti per poter ottenere il patrocinio, tra i quali è richiesto, nel caso di eventi pubblici, che questi siano necessariamente “Plastic Free”.
Il 18 febbraio 2019 a Palazzo Marino, il Comune di Milano assieme a Legambiente e Confcommercio Milano ha presentato “Milano Plastic Free,” un’iniziativa sperimentale con cui la città si avvia a dire addio alle plastiche inquinanti. L’idea nasce per sensibilizzare gli esercizi commerciali, i bar e i ristoranti presenti in Zona isola e Zona Niguarda, e i loro relativi clienti, ad abbandonare le plastiche monouso come bicchieri, posate, piatti, sacchetti e altri contenitori a favore di materiali alternativi, riciclabili e facilmente riutilizzabili.
“Grazie a questa sperimentazione Milano si porta avanti in vista dell’applicazione della direttiva dell’Unione europea che dal 2021 vieterà l’utilizzo delle plastiche usa e getta non degradabili” hanno detto gli Assessori Cristina Tajani e Marco Granelli . “La collaborazione con Legambiente e con gli operatori commerciali di Niguarda e Isola ci consentirà di promuovere atteggiamenti e comportamenti virtuosi capaci di modificare le abitudini dei consumatori e dei cittadini. Comportamenti che auspichiamo possano diffondersi con successo in tutta la città”.
Secondo il report di Legambiente sul consumo di plastiche presentato a Palazzo Marino, l’Italia è il secondo Paese europeo produttore: ogni anno vengono immessi al consumo tra i 6 e 7 milioni di tonnellate di plastica. Milano, secondo i dati forniti da Amsa, ogni anno produce circa 30.000 tonnellate di plastica.
“Il miglior modo per evitare la dispersione delle plastiche nell’ambiente è fare una corretta raccolta differenziata: Milano ha superato la percentuale del 60%, confermandosi tra le metropoli più virtuose in Europa nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti — dichiara Mauro De Cillis, Direttore Operativo di Amsa. “Grazie ai benefici del nuovo sistema di raccolta in città i quantitativi di plastica e metallo raccolti porta a porta sono passati da una media di 186 a 207 tonnellate alla settimana, con un incremento percentuale dell’11%”.
La campagna ha preso presto la forma di un appello alla cittadinanza, un invito ad aderire alla rete “Milano Plastic Free” per tutti gli esercizi commerciali milanesi.
A completare la sinergia di forze per eliminare l’utilizzo della plastica monouso si è creata a Milano una rete di locali che stanno virando verso soluzioni plastic free. Santeria srl, presente alla conferenza stampa di Milano Plastic Free, si fa ambasciatrice esemplare per una vita notturna sostenibile, affiancata da Worldrise, una Onlus impegnata nella conservazione e protezione marina, sostenuta da North Sails e Ocean Family Foundation. Worldrise ha già promosso con successo l’eliminazione di plastica monouso in 14 locali genovesi. E si propone di fare lo stesso a Milano.
Virginia, project manager #TargetPlasticFree, Worldrise ci spiega che “l’80 % della plastica che troviamo in mare proviene dalla terra, viene trasportata dai fiumi e finisce in mare. Ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica vengono riversate in mare, questo significa un camion pieno di plastica al minuto che finisce in mare. I nostri progetti storicamente sono situati in località sulle coste, ma é nelle città che avviene il maggior consumo di plastica, soprattutto nella vita notturna, per questo abbiamo deciso di promuovere l’eliminazione della plastica monouso nelle realtà di nightlife, iniziando da quelle più frequentate. L’obiettivo è quello di creare una rete che coinvolga non solo i locali e gli attori della nightlife, ma tutta la filiera: produzione, consumo e smaltimento per promuovere soluzioni alternative alla plastica monouso.”
Come ci ha raccontato Andrea Pontiroli, amministratore di Santeria srl: “In Santeria Toscana 31 ogni anno c’è un consumo di circa 200 mila bicchieri, 50 mila bottigliette di acqua e 100 mila cannucce. Se si moltiplicano questi numeri per tutti i locali di Milano, i rifiuti in plastica monouso che vengono utilizzati sono veramente alti. I nostri propositi vanno oltre la realtà di Santeria, in collaborazione con Virginia vogliamo far sì che questa pratica si diffonda anche negli altri locali della nightlife milanese in modo da costituire una sorta di cartello capace di influenzare più esercizi commerciali possibili. I locali possono essere un veicolo molto efficace, comunichiamo con tante persone e se rendiamo una buona pratica visibile e accessibile siamo in grado di sensibilizzare e influenzare un gran numero di persone.”
Ieri in Santeria Toscana 31, i gestori di una decina di locali milanesi si sono incontrati per confrontarsi sul percorso da seguire per creare una rete virtuosa per l’eliminazione di cannucce, bicchieri e bottiglie di plastica. Ostello Bello nei suoi due locali milanesi le ha già eliminate, assieme a piatti e posate, nell’orario dell’aperitivo. Gli oggetti più semplici da eliminare sono le cannucce, e molti locali hanno già smesso di ordinarle, come Magnolia.
Più complesso sarà sostituire i bicchieri in plastica con bicchieri in PLA (acido polilattato, una bioplastica derivante dal mais) e le bottiglie in plastica con lattine, borracce, refill gratuiti e altri sistemi a cui pian piano i locali si abitueranno e anche gli utenti.
L’obiettivo è quello di fare fronte comune sia per educare i cittadini a un modo più sostenibile di vivere le serate, sia per iniziare ad avere direttamente dai fornitori dei pacchetti che incentivino i gestori a entrare nella rete dei locali plastic free della città.