L’insicurezza dolce di Ginevra

“Lips parla anche d’amore e dell’affidarsi a qualcuno che arriva inaspettatamente in questi momenti instabili.”

L’insicurezza dolce di Ginevra

in copertina, foto di Tommaso Ottomano

“Lips parla anche d’amore e dell’affidarsi a qualcuno che arriva inaspettatamente in momenti instabili.”

Il 25 gennaio è uscito per Factory Flaws il nuovo singolo di Ginevra dal titolo “Lips,” un brano delicato, piacevolmente malinconico e dal sound nordeuropeo che parla di un nuovo amore strizzando l’occhio alle nostre insicurezze. La canzone – anticipata i mesi scorsi da Forest, il primo brano dell’artista torinese – preannuncia l’uscita dell’ep Ruins, fuori a marzo.

Venerdì scorso è uscito il tuo nuovo singolo, come stai?

Sono emozionata, non vedevo l’ora!

Sei stata nominata tra gli artisti su cui puntare nel 2019. Che effetto ti ha fatto?

È stata una bella sorpresa! Il riscontro ricevuto finora è stato assolutamente inaspettato, e questa nomina è una soddisfazione e anche un po’ una responsabilità.

Qualcuno ha paragonato la tua musica a Bon Iver, ma nei tuoi brani io sento anche Romy Madley Croft e alcune atmosfere malinconiche a là xx. Cosa ascolti quando non sei concentrata sulle tue canzoni?

Adoro Bon Iver tanto quanto gli xx, quindi grazie, questa premessa è un bellissimo complimento! Solitamente i miei ascolti vanno a periodi. Tendo ad avere degli innamoramenti fulminei e riesco a “fissarmi” su un paio di artisti per intere settimane. Al di là dei miei idoli, che non mi lasciano mai, col tempo ho imparato a fare tanta ricerca. Mi piace scoprire sempre musica nuova, non necessariamente italo-anglofona.

Hai detto che “Lips” rappresenta le tue sensazioni all’inizio di un nuovo capitolo della tua vita. Com’è nato il brano?

Lips è nato a Milano, nella mia stanza. È un brano che ha come soggetto le nostre lotte interiori, quelle più grandi, contro noi stessi, che si amplificano nei periodi in cui siamo messi alla prova. Parla anche d’amore e dell’affidarsi a qualcuno che arriva inaspettatamente in questi momenti instabili. È un brano molto dolce. La melodia circolare del pianoforte è l’elemento centrale su cui è costruito tutto il pezzo.

“In Ruins parlo così apertamente e schiettamente dei miei sentimenti, anche a me stessa, che a volte riascoltandolo mi stupisco.”

A marzo uscirà il tuo primo EP, cosa ci puoi anticipare?

È un lavoro di cui sono molto fiera. Ho impiegato parecchio tempo ad arrivare fin qui e non avrei desiderato un esordio migliore. In Ruins parlo così apertamente e schiettamente dei miei sentimenti, anche a me stessa, che a volte riascoltandolo mi stupisco. Spero che tutta questa sincerità si percepisca.

P.S. Ruins è composto da 5 brani!

foto di Tommaso Ottomano

E dopo cosa succederà?

Dopo si suonerà tantissimo!

Nel frattempo stai già lavorando a un album?

Ancora non lo definirei “album”, ma dalla fine di “Ruins” ad adesso ho scritto parecchio. Però devo ampliare ancora un po’ la mia collezione di bozze. Voglio che sia qualcosa di veramente speciale.

Ho letto che nella tua lista di cose che vorresti fare quest’anno c’è “un viaggio con lo zaino in spalla”. Hai in mente una destinazione precisa o l’aspetto principale è muoversi, rompere la routine andando alla ricerca, magari, di nuove idee per la scrittura delle canzoni?  

È da tempo che mi piacerebbe andare in Vietnam, ma in realtà qualsiasi paese del Sud-est asiatico sarebbe ideale. Ho come l’impressione che una parte di me si sentirebbe a casa da quelle parti. Viaggiare è una scarica continua di stimoli: fa bene sia a me che alla mia musica, quindi spero tanto di partire presto!

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