La storia dello streaming di 57 ore di Donkey Kong per i diritti trans
L’iniziativa del gamer Hbomberguy ha raggiunto un successo inaspettato, con la partecipazione, tra gli altri, di Alexandria Ocasio-Cortez e John Romero.

L’iniziativa del gamer Hbomberguy ha raggiunto un successo inaspettato, con la partecipazione, tra gli altri, di Alexandria Ocasio-Cortez e John Romero.
Il 18 Gennaio Harry “Hbomberguy” Brewis, uno youtuber inglese attivo nella lotta all’alt-right e alla transfobia ha cominciato una maratona live di Donkey Kong 64, un gioco del 1999, con lo scopo di completarlo al 101% (sì) e raccogliere fondi per Mermaid, un’organizzazione di beneficenza per il riconoscimento e la sensibilizzazione sulla disforia di genere nei bambini e negli adolescenti.
Mermaid era stata selezionata lo scorso dicembre per un donazione di 500 mila sterline da parte del Fondo della Lotteria Naziononale del Regno Unito, ma in seguito a numerose proteste, istigate dallo sceneggiatore Graham Linehan e riprese dai media conservatori, la donazione era stata riesaminata e congelata; la campagna contro Mermaid sosteneva che si trattasse di un “gruppo aggressivo”, intento a incoraggiare procedure di cambio di sesso nei bambini, dimostrando al contempo la cedibilità della stampa nel riportare accuse prive di fondamento contro un’istituzione impegnata nella difesa di persone estremamente vulnerabili; secondo uno studio recente infatti, in Gran Bretagna quasi la metà degli studenti transessuali in età adolescenziale ha tentato il suicidio.
Brewis è partito con l’intento di raccogliere 500 dollari per l’organizzazione: 57 ore dopo, a gioco terminato, ne ha raccolti oltre 340 mila.
Il pubblico della maratona è esploso in fretta, ma con l’aiuto di un team di moderatori, lo youtuber è riuscito a gestire la chat per l’intero corso del fine settimana, arginando troll e insulti, e ospitando una serie di celebrità che lo hanno chiamato nel corso della partita; mentre il video attirava sempre più attenzione, sono intervenuti, fra i tanti, John Romero, creatore di DOOM, Natalie Wynn, meglio conosciuta come ContraPoints e la whistleblower e attivista Chelsea Manning, per culminare alla cinquantesima ora con Alexandria Ocasio-Cortez, recentemente eletta al Congresso degli Stati Uniti d’America, che ha parlato dello shutdown del governo Trump e dei diritti dei trans con un Brewis decisamente provato da due giorni di trasmissione. Persino Cher ha twittato in supporto della raccolta fondi.
L’evento è stato diffuso su Twitch, una piattaforma pensata per il live streaming di videogiochi, che negli ultimi anni ha sottratto una larga fetta di utenti a YouTube, grazie soprattutto alle possibilità di interazione fra spettatori e autori che lo streaming in diretta permette.
Il successo dell’iniziativa di Brewis è particolarmente significativo proprio perché Twitch, come YouTube e molti altri angoli di internet legati al mondo dei videogiochi, è terreno fertile per le peggiori espressioni di odio e intolleranza, tanto che l’alt-right, le sue figure chiave e la sua base, sono parzialmente sorte da questi ambienti; ad esempio la campagna di misoginia online del 2014 nota come Gamergate, rivolta contro sviluppatrici e critiche videoludiche, fu un’incubatrice per personalità tossiche come Milo Yannopoulos e Ben Shapiro, la cui notorietà è da allora sfociata sui media tradizionali.
Ma se la destra ha finora avuto più abilità o fortuna nello sfruttare i social come strumento di diffusione e indottrinamento, complici anche gli algoritmi di YouTube, Brewis rientra nella crescente costellazione di autori apertamente di sinistra che si impegnano per invertire questa tendenza e offrire un punto di riferimento per chi si sente tagliato fuori, se non direttamente attaccato, nella comunità online.