in copertina, grab dal video di Alexandria Ocasio–Cortez prodotto da Means of Production
Realizzata dalla cooperativa Means of Production, Means TV sarà una piattaforma di streaming post–capitalista dove trovare fiction e non fiction prodotta da altri autori socialisti.
Oggi Alexandria Ocasio–Cortez è lo spettro che terrorizza tutti i repubblicani statunitensi, ma se in Italia avete scoperto la parlamentare dello stato di New York è probabilmente per merito del video della sua campagna elettorale, diventato immediatamente virale sui social network.
Dietro il video c’è la cooperativa di produzione video Means of Production (sì). La cooperativa, fondata da Naomi Burton e Nick Hayes, aveva esordito proprio con quel video, e ha poi continuato a lavorare incessantemente per supportare altri candidati democratici socialisti alle elezioni di metà mandato.
Subito dopo il successo del video di Ocasio–Cortez, la cooperativa ha contattato e prodotto due pubblicità per il candidato al congresso di Hawaii, Kaniela Ing. Entrambe le campagne sono considerate dalla stampa come le più ispirate dello scorso anno.
Nei mesi successivi hanno continuato a produrre video incessantemente: per la DSA e per il progetto Progressive International di Yanis Varoufakis e Bernie Sanders.
In un’intervista rilasciata a Meagan Day per Jacobin, i due producer socialisti hanno spiegato perché sono al lavoro su un servizio di streaming “post–capitalista” che metta in vista contenuti di altri autori socialisti.
Il servizio costituisce un passo importante nell’espansione degli orizzonti di Means of Production, che si sta preparando per costruire una “astronave” che sia in grado di supportare una possibile ricandidatura di Bernie Sanders, o di un altro candidato socialista alle primarie del partito democratico statunitense.
Means TV lancerà tra qualche mese con una campagna di lancio di dieci settimane gratuite, per permettere al pubblico di prendere confidenza con i contenuti del servizio. Il servizio sarà accompagnato dalla produzione di contenuti per YouTube. Naomi Burton e Nick Hayes riconoscono che il servizio di video di Google sia in questo momento uno dei punti più deboli per la circolazione di idee progressiste su internet. “Sono sicuro che l’algoritmo sappia tutto di me, eppure continua a propormi video di Jordan Peterson e Joe Rogan,” dice Hayes a Jacobin.
Il problema della diffusione sproporzionata di contenuti di odio e violenza sulle piattaforme web non può essere affrontato senza l’impegno di creatori di contenuti come Means of Production.
Nel corso degli ultimi due anni, grazie alla gestione tragicomica di Facebook, YouTube è rimasto fuori dalla copertura massiccia del problema, ma negli ultimi mesi in particolare è sempre più evidente che il servizio di Google ha le stesse responsabilità di Facebook nell’aver radicalizzato l’opinione pubblica, negli Stati Uniti e nel mondo.
Secondo i produttori “il medium della cinematografia è stato militarizzato contro le persone che lavorano.” Il costante aumento dei costi di produzione, sia per produzioni tradizionali che per materiali digitali si traduce direttamente nell’esclusione dal dibattito di persone che non hanno le risorse per produrre contenuti ad alta definizione, editati accuratamente, e ben promossi sui social network.
Secondo Burton e Hayes la barriera più difficile da superare per una nuova diffusione del socialismo è il pregiudizio costruito attraverso la costante demonizzazione dell’ideologia nei media. Per questo Means TV e i contenuti su YouTube non si limiteranno unicamente alla distribuzione di documentari e produzioni politiche, ma una produzione di intrattenimento “gestito da cooperative, anti–misogino e anti–razzista, per visualizzare e iniziare a costruire davvero una società democratica più egualitaria.”