Area B di Milano: la mappa e tutto quello che c’è da sapere
La mappa, le categorie dei veicoli che saranno banditi anno per anno e le motivazioni dell’amministrazione comunale.
La mappa, le categorie dei veicoli che saranno banditi anno per anno e le motivazioni dell’amministrazione comunale
Per contrastare i problemi di inquinamento e ridurre le emissioni urbane di gas climalteranti il Comune di Milano ha istituito l’Area B, una zona (comprensiva di quasi tutto il comune di Milano) dove via via sarà vietata la circolazione a sempre più veicoli inquinanti, soprattutto i diesel.
Analizzando attentamente la documentazione messa online dal Comune di Milano, abbiamo costruito una mappa dettagliata dell’Area.
La Mappa
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Mappatura manuale a cura di the Submarine sulla base della cartografia del Comune di Milano
I veicoli banditi
L’area B entrerà in vigore il 25 febbraio 2019, vietando la circolazione ai mezzi benzina Euro 0, diesel Euro 0, 1, 2, 3 e autovetture a doppia alimentazione gasolio-GPL e gasolio-metano Euro 0, 1, 2 (salvo eccezioni*).
Il 1 ottobre 2019 all’elenco di veicoli banditi si aggiungeranno i diesel Euro 4, nel 2020 i benzina Euro 1, nel 2022 i benzina Euro 2 e i diesel Euro 5 (salvo eccezioni*), nel 2025 sarà vietato l’accesso anche ai benzina Euro 3 e nel 2028 ai benzina Euro 4.
Tra il 2025 e il 2030 – perfettamente in linea con quanto promesso da molte altre città europee – ci sarà il progressivo phasing out dei moderni diesel Euro 6. Il ban dei modelli Euro 6 suona un po’ come il rintocco dell’ultima ora per il diesel, un motore che, alla luce della sfida climatica del XXI secolo, mostra molti punti critici e pochi vantaggi, e che continua a tenere banco solo in virtù della propria convenienza economica, la quale però sembra destinata ad esaurirsi proprio entro tale data.
* A questa pagina del Comune di Milano potete visionare nel dettaglio l’elenco dei veicoli che saranno interdetti alla circolazione, mentre qui potete consultare la procedura per la richiesta di deroghe e agevolazioni.
Perché l’area B
La qualità dell’aria a Milano è pessima. Questo è il responso indiscutibile delle mappe e dei grafici stilati quotidianamente dall’Azienda Regionale per l’Ambiente Lombarda e da tanti altri istituti esteri che si occupano di monitorare la presenza degli inquinanti in Europa.
Nel 2017 ad esempio, il particulate matter medio giornaliero (PM 10) è risultato fuori legge per ben 95 giorni, contro un massimo di 35 giorni consentito dalla legge (più del doppio!), mentre il PM 2.5 – il più micidiale per il corpo umano – ha registrato diversi picchi di oltre 80 µg/m³ e una media annuale di 29.29 µg/m³, contro una soglia normativa di 25 µg/m³.
Inoltre, una campagna di rilevamento lanciata dall’associazione Cittadini per l’Aria ha mostrato la presenza di biossido di azoto (NO2) in quantità superiori alla soglia di sicurezza sanitaria, sia nel 2017 che nel 2018, soprattutto in prossimità delle scuole.
Le app di health&fitness leggono i dati real-time di Milano e impazziscono, tempestando l’utente di notifiche per avvertirlo del rischio cui si trova esposto e arrivando addirittura a intimargli di non uscire di casa.
Infatti secondo le analisi dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) e del Norwegian Meteorological Institute (MetNorway) l’eccesso di ossidi di azoto (NOx) nell’area tra Milano e Monza sarebbe responsabile di circa 115 morti premature all’anno, mentre il dipartimento di epidemiologia del Lazio ha stimato che solo nel capoluogo lombardo l’ingente eccesso di biossido di azoto causerebbe ogni anno oltre 600 morti.
I responsabili principali degli inquinanti più pericolosi (PM 2.5 e ossidi di azoto) sono i veicoli diesel – non solo i modelli più obsoleti ma anche i più recenti – che si stanno rivelando totalmente inadeguati agli standard ambientali del XXI secolo anche a causa del loro devastante impatto climalterante. I mezzi diesel dunque sono i primi a dover essere banditi dai centri urbani per fare posto a biciclette, trasporti pubblici e veicoli elettrici; con l’istituzione dell’Area B l’amministrazione di Milano ha fatto il primo passo serio in questa direzione.