in copertina, un’illustrazione da Ceci Nest Pas Une Porno / Porno per bambini, condivisa da molti su Facebook e Instagram in supporto a Santeria
La mostra del progetto “Porno per bambini,” che si sarebbe dovuta tenere in Santeria Social Club, si è trovata al centro di un caso mediatico basato su un equivoco di fondo e alimentato dalla macchina del fango dell’estrema destra.
Il 13 dicembre si sarebbe dovuta tenere in Santeria Social Club una mostra di “Porno per bambini”, che, specifichiamolo subito, non ha nulla a che fare con la pornografia e men che meno con la pedofilia: si tratta infatti di un progetto di illustrazione basato su disegni e vignette di un erotismo scanzonato e irriverente, ostentatamente infantili — da cui il nome. Come spiega l’autore in una vecchia intervista a Darlin Magazine, l’ispirazione nasce proprio da alcuni disegni che faceva da bambino, “un po’ porno e un po’ ironici.” Il contrasto tra i personaggi stilizzati e i tratti surreali dei contesti sessuali in cui si trovano crea un effetto umoristico ma anche liberatorio: una desacralizzazione giocosa della sessualità.
Nonostante la descrizione dell’evento spiegasse chiaramente di che cosa si tratta, su Facebook si sono addensati sin da subito numerosi commenti indignati, che in base al titolo hanno pensato si trattasse di vera pornografia rivolta veramente a un pubblico di bambini. L’evento è stato rimosso, ma le reazioni hanno continuato a susseguirsi a catena, degenerando rapidamente in una vera e propria psicosi.
In molti hanno parlato di “sdoganamento della pedofilia,” con o senza l’aggravante del satanismo — accuse che, come sappiamo da tutti i casi di “panico morale” più famosi (da Veleno al Pizzagate), vanno sempre a braccetto volentieri. Aggiungi il fatto che Santeria Social Club si trova in zona Bocconi, e avrai subito lo spettro del passatempo depravato delle élite della Milano-bene, che “stanno nelle fila del NWO.”
È questa la chiave di lettura adottata anche dal blogger del Giornale Cristiano Puglisi, che ha scritto un editoriale scandalizzato intitolato — non ironicamente — “Porno per bambini: orrore demoniaco nella Milano chic.” I bambini, scrive Puglisi, “non sono cool, non sono icone liberal-progressiste, non sprizzano trasgressione e ‘libertà’ da tutti i pori, come i ‘maschioni’ in tute di latex con i lecca lecca di forma fallica ai gay pride,” e quindi — conclude — “tra tartine e champagne […] nel centro della tiratissima Milano chic del sindaco-manager Beppe Sala, si sarebbe potuta gustare una mostra inneggiante alla pedofilia, dal sapore orrido e vagamente demoniaco.”
Gli aspetti diffamatori di queste ricostruzioni più che fantasiose — Puglisi sa benissimo che non si trattava di una mostra “inneggiante alla pedofilia,” ma calca la mano per montare artificialmente lo scandalo — si accompagnano a un chiaro tentativo di strumentalizzazione politica. L’indignazione diffusa su Facebook a causa dell’equivoco sul titolo del progetto, infatti, è stata subito fiutata e cavalcata dall’estrema destra, che ha colto l’occasione per associare la “sinistra liberal” (accostata a Santeria perché il locale si trova in uno spazio concesso dal Comune) allo “sdoganamento della pedofilia.” Un abbinamento non soltanto italiano, se si pensa all’enorme diffusione negli Stati Uniti di due teorie del complotto come il Pizzagate e QAnon, che si basano proprio sull’accusa — ovviamente del tutto infondata, ma a cui ha mostrato di credere anche l’attuale presidente della Rai — di un giro di pedofilia che coinvolgerebbe le sfere più alte del Partito democratico.
Il leader di Forza Nuova Roberto Fiore — uno che è stato condannato per banda armata e associazione sovversiva e andava a braccetto con gli stragisti di Bologna, tanto per dire — ha dedicato ieri pomeriggio alla vicenda un post su Facebook, che ha ottenuto più di 800 like e 1000 condivisioni, contribuendo a farla diventare virale. Nel post ovviamente non si dice nulla della mostra, ma si parla tout court dell’“ennesimo episodio di sdoganamento pubblico della pedofilia, tramite un’associazione porno-bambini che un tempo sarebbe stata di per sé inaccettabile e che oggi viene fatta passare come ‘licenza artistica’ della solita, malata, arte moderna.”
Poteva mancare all’appello quindi il “filosofo” pop preferito dai neofascisti? Ovviamente no: anche Diego Fusaro si è sentito in dovere di commentare l’accaduto, parlando di “abominio della desolazione”: “La catechesi turbomondialista procede senza sosta, investendo anche i più deboli e indifesi: i bambini.” Si è unito al coro il consigliere leghista Massimiliano Bastoni: “È evidente ormai che certi personaggi trovano nella Milano con la sinistra al governo un terreno fertile per le loro schifezze. È ora di dire basta, mandiamo a casa Sala coi suoi amichetti”.
Da qui, la situazione è rapidamente degenerata. La notizia, ormai diffusa sulla base del cortocircuito iniziale — come in un telefono senza fili — ha spinto all’indignazione anche alcuni esponenti del Pd metropolitano, come Sumaya Abdel Qader. L’evento è stato annullato, ma la polemica ha continuato a infuriare al punto che gli organizzatori e l’autore del progetto sono stati oggetto di minacce di morte, e la pagina Facebook di Santeria Social Club al momento non è più online.
“Se il sesso, nel 2018, è ancora un argomento di cui non si deve parlare, o che non si può mostrare perché offensivo e lesivo ‘del comune senso della morale’ o se peggio, il semplice accostamento di due lemmi ‘porno’ e ‘bambini’, giustifica l’accusa di pedofilia e pederastia, significa che c’è tanto bisogno di mostre simili e di continuare a parlare di argomenti tabù, smascherando ipocrisia e ignoranza, continuando il lavoro di emancipazione culturale che evidentemente in Italia si è fermato in qualche modo,” ha scritto in un comunicato stampa Andrea Pontiroli, uno dei responsabili di Santeria.
La questione infatti va oltre il singolo episodio, ed è sintomatica di un clima più generale che si respira in Italia in maniera sempre più evidente negli ultimi tempi. La mostra “Porno per bambini” ha toccato — inavvertitamente — uno dei nervi scoperti di certi ambienti di destra, specie quelli che, come Forza Nuova, hanno stretti legami con l’integralismo cattolico. Tra i chiodi fissi e le ossessioni di questa galassia bianco-nera c’è l’idea che la scuola “liberal” e “politicamente corretta” voglia corrompere la moralità dei bambini, attraverso la fantomatica “teoria del gender” o, appunto, tramite l’educazione sessuale — non a caso nel suo post Roberto Fiore rilancia la vecchia bufala dell’Oms che avrebbe prescritto la “masturbazione precoce” e l’amore omosessuale ai bambini in età pre-puberale, alludendo a una sorta di cospirazione internazionale a danno dei “valori tradizionali.” Una psicosi che serve alla destra ultra-cattolica per uno scopo ben preciso: ostacolare qualsiasi battaglia progressista (per esempio: l’istituzione di un’educazione sessuale decente nelle scuole, che ancora tragicamente manca) e giustificare ogni ulteriore svolta repressiva e bigotta additando un nemico immaginario da combattere (il “politicamente corretto” o il “pensiero unico.”)
Dall’allarme di Pillon contro “la stregoneria insegnata nelle scuole” agli sfondoni omofobi del ministro Fontana, passando per la crociata, puntuale ad ogni Natale, sulla presenza del crocifisso nelle scuole, ora che questo blocco ideologico è uscito dai margini borderline delle sigle che appoggiavano il Family Day ed è arrivato saldamente al governo, dobbiamo abituarci davvero a una nuova stagione di oscurantismo.
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