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Foto di Pamela Rovaris via Facebook

Abbiamo chiacchierato con Roberta, che assieme ad altre sei persone porta avanti il progetto Campo Teatrale. Dal 2012 Campo Teatrale ha trovato casa a Lambrate, in via Casoretto.

Campo Teatrale però non è solo teatro. Infatti da tre anni esiste Campo Live, la rassegna musicale che porta un artista al mese sul palco del teatro e offre ai 100 posti della sala, concerti intimi e coinvolgenti.

Raccontaci un po’ com’è nato Campo Teatrale.

Campo Teatrale è nato 19 anni fa: dal 2012 si trova in questa bellissima struttura, che comprende una scuola teatrale, quattro sale prova e uno spazio di coworking. Ad oggi Campo Teatrale si può considerare una sorta di incubatore di altri progetti. Tra questi possiamo nominare la cooperativa SMart It — una cooperativa per artisti che gestisce tutta la parte amministrativa dei loro progetti. SMart It è presente in quasi tutte le capitali europee: qui in Italia ha sede dentro Campo Teatrale e a Roma.

Inoltre Campo Teatrale è sede di residenze: ospitiamo qui compagnie teatrali che non hanno una sede e che vogliono sviluppare dei progetti interessanti. Li provano qui, li creano qui, e dopo debuttano sul nostro palco. Questo è accaduto con varie compagnie, come i The Baby Walk, gli Eco di fondo, il Mulino di Amleto, e altre compagnie che abbiamo visto crescere e che si stanno affermando nel territorio nazionale. In particolare The Baby Walk e lo spettacolo che abbiamo coprodotto “Un eschimese in Amazzonia”, il terzo capitolo di una trilogia sull’identità di genere: il 28 ottobre il Romaeuropa Festival ospiterà l’intera Trilogia.

Campo Teatrale quindi è sia uno spazio di coworking che una sede per compagnie in residenza, oltre ad avere una stagione di teatro contemporaneo. In quest’ultimo caso la vocazione è quella della drammaturgia contemporanea, quindi autori “viventi” che scrivono dei testi e li mettono in scena. Un progetto molto interessante che è nato qui è  Theatrical Mass e ha l’obiettivo di riunire degli spettatori comuni e renderli partecipi della nostra stagione teatrale, a tal punto da diventare loro stessi direttori artistici. Parte della nostra stagione è decisa da questa giuria popolare attraverso un bando. Campo Teatrale ricopre anche un ruolo di formazione legato alle aziende e ai laboratori nelle scuole. Inoltre non abbiamo citato XXS, che è una stagione di teatro dedicato alle famiglie e ai bambini.

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Com’è nata l’idea di inserire nel programma di Campo Teatrale anche una rassegna musicale a cadenza mensile?

Quando sono arrivata in questo luogo, in realtà per altre mansioni, mi è stato chiesto che cosa mi sarebbe piaciuto fare e ho detto che mi sarebbe piaciuto molto organizzare dei concerti, perché è una mia passione e li seguo da spettatrice. E poi non esiste a Milano un teatro che abbia una programmazione, cadenzata su tutta la stagione, di musica indipendente.

Ti va di raccontarci (e svelarci) qualche artista della rassegna?

Iniziamo giovedì 18 ottobre con Simona Norato, una cantautrice palermitana che ha collaborato con Cesare Basile e con Dimartino. Il 21 settembre è uscito per Ala Bianca il suo ultimo disco, che si chiama Orde di brave figlie e che presenterà giovedì in anteprima. La rassegna proseguirà poi il 26 novembre con The Leading Guy, che è un cantautore friulano che fa musica folk e ha aperto diversi tour internazionali — recentemente l’ho visto all’Alcatraz per il concerto di Xavier Rudd, e adesso sarà in Inghilterra con Jake Bugg.

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Tra l’altro a Lambrate non sono molti i posti in cui si suona musica dal vivo.

Effettivamente no. La rassegna è nata anche con l’intenzione di mettere la musica al centro di tutto e di differenziarci da quelli che sono i circoli ARCI o i club dove vai per bere, per stare con gli amici, ma in cui la musica a volte passa anche in secondo piano. Qui sei costretto a stare attento, ad ascoltare, è un luogo molto intimo.

Le serate come si svolgeranno? Saranno dei concerti tradizionali o ci sarà anche un momento più di racconto o di dialogo?

Saranno dei concerti abbastanza tradizionali, ma ogni artista decide ovviamente di impostare il live a modo suo. È capitato: mi viene in mente Davide Toffolo, che ha fatto un concerto parlato, ha raccontato anche molto della sua arte, del fumetto, e ha impostato il live in un modo diverso.

Gli artisti spaziano molto tra i generi e le generazioni. Qual è stato il criterio con cui sono stati selezionati?

In linea di massima il minimo comune denominatore è l’intimità del concerto che si viene a creare. Non ci sono mai stati concerti molto rumorosi, quasi mai delle band, e quindi è proprio la figura del cantautore che viene privilegiata.

E la partecipazione di pubblico?

Il pubblico varia da progetto a progetto. Per quel che riguarda la stagione teatrale, è composto da spettatori occasionali e da chi segue le singole compagnie, oltre che da operatori teatrali che seguono questi lavori per interesse e per aggiornamento. In generale è un pubblico più “di zona”, tant’è che in passato abbiamo proposto un progetto di teatro itinerante dentro le botteghe, negli esercizi commerciali del quartiere e pure nel deposito dell’ATM. Tutto questo anche grazie al sostegno del Municipio 3.
Campo Live ha invece un pubblico totalmente a sé stante. La mia grande speranza sarebbe quella di riuscire a incrociare i pubblici. In parte succede: vivendo il teatro giorno dopo giorno me ne accorgo.

All’interno delle aziende cosa fate?

Soprattutto team building, utilizzando lo strumento del teatro per fare da collante e creare fiducia tra i colleghi. Con l’esperienza ci siamo accorti di come il teatro sia uno strumento incredibile sotto questo punto di vista e anche io, dopo le prime edizioni, ne sono rimasta veramente impressionata. Alla fine, quando si sta tutti in cerchio e ci si racconta le sensazioni provate durante il team building, la gente riesce a tirare fuori cose inaspettate, come pianti e dichiarazioni incredibili.


The Submarine seguirà come media partner il progetto e la programmazione, rivelando i futuri artisti mese per mese.