Il criminale di guerra che si è spacciato per un guaritore
Radovan Karadžić è stato il presidente della repubblica serbo-bosniaca durante la guerra in Bosnia tra il 1992 e il 1996, e uno dei responsabili degli atti di genocidio contro la minoranza musulmana a Srebrenica e non solo.
Radovan Karadžić è stato il presidente della repubblica serbo-bosniaca durante la guerra in Bosnia tra il 1992 e il 1996, e uno dei responsabili degli atti di genocidio contro la minoranza musulmana a Srebrenica e non solo. Ma per un decennio è sfuggito alla cattura facendosi passare per un guaritore e pubblicando articoli e consulenze sulla medicina alternativa.
Oggi Radovan Karadžić è in carcere, e probabilmente ci rimarrà per il resto della sua vita. Il 21 luglio del 2008, esattamente 10 anni fa, la polizia serba arresta l’ex presidente serbo-bosniaco a Belgrado, e lo invia all’Aia per essere giudicato dalla Corte penale internazionale, di cui è uno degli imputati finora più illustri — insieme al presidente della Serbia vera e propria, Slobodan Milosevic. La Corte gli commina 40 anni di carcere, una sentenza ingiusta a dire di Karadžić.
Il carcere impedisce infatti a Karadžić di svolgere la sua professione, un campo dove nel corso dei lunghi anni di latitanza si è costruito una fama e un prestigio indiscussi: quella di esperto di medicina alternativa. La storia della latitanza di Karadžić, e più in generale la storia della sua vita, hanno un che di surreale e incredibile.
La conversione da criminale di guerra a guaritore, a ben vedere, non è stata del tutto campata in aria: Karadžić da giovane aveva già esercitato la professione medica. In particolare era stato un neuropsichiatra: aveva lavorato in un ospedale del Kosovo, compiendo anche alcuni corsi di specializzazione in Danimarca e a New York. All’inizio della sua latitanza prende lo pseudonimo di Dragan Dabic e per rinfrescarsi le idee e tornare nell’ambiente frequenta un corso di specializzazione in medicina alternativa in una clinica privata di Belgrado.
La sua forma di terapia preferita è la “human quantum energy,” con cui a suo dire riesce a curare un gran numero di mali. In più, sia per essere meno riconoscibile che, forse, per calarsi meglio nei panni del mistico, si fa crescere una lunga barba bianca da profeta. Così Radovan Karadžić, anzi il dottor Dabic, esercita questa nobile professione senza che nessuno lo scopra. Addirittura, poco prima della cattura, pubblica sulla rivista di medicina alternativa Zdrav Zivot, che in serbo significa “vita sana,” alcuni articoli. Sulla rivista è descritto come “esploratore spirituale.” Con questo titolo è anche chiamato a partecipare ad alcuni dibattiti e addirittura a un festival di medicina alternativa, dal cui palco arringa una piccola folla di un centinaio di persone.
Siamo andati a controllare il sito di Karadžić-Dabic che il guaritore genocida aveva usato durante la sua carriera per vedere, se come sospettavamo, fosse stato chiuso da chi di dovere. Invece no, c’è ancora.
Oggi il sito si chiama Dragan financial e, secondo quanto si legge sul “chi siamo,” è di proprietà di una certa Kate Dragan, che di base ospita pubblicità di fondi pensione e assicurazioni sulla vita americane. L’inglese sgrammaticato e la palese precarietà del sito lasciano qualche dubbio sull’effettiva esistenza e nazionalità americana di questa supposta Kate Dragan.
Inoltre, completamente fuori contesto con il resto del sito, c’è una lunga colonna di video appartenenti al canale YouTube di Actualized.org, un sito capitanato da un tale Leo Gura che si occupa di benessere spirituale, programmi di auto-aiuto e simili, con un notevole seguito. Abbiamo chiesto a Leo Gura se è al corrente che i video del suo canale sono linkati in massa all’ex sito di un criminale di guerra serbo. Al momento della pubblicazione non abbiamo ricevuto risposta.
Inoltre, un altro sito riconducibile all’attività di Karadžić, originariamente noto come PSY help energy, oggi è diventato un portale di vendita di ormoni per combattere l’impotenza — che dunque caritatevolmente non linkeremo. Purtroppo invece non c’è traccia negli archivi della già citata rivista Zdrav Zivot degli articoli di Karadžić.
Tutto questo, come dicevamo, finisce nel 2008, con la cattura a Belgrado dello svelato Radovan Karadžić. Secondo un’intervista che un suo nipote ha rilasciato in quell’occasione al Corriere della sera, Karadžić si sarebbe recato diverse volte allo stadio in Italia per seguire delle partite di Serie A, in particolare del Venezia e dell’Inter — squadra in cui militavano i suoi connazionali Stankovic e Mihajlovic, quest’ultimo tra l’altro con note simpatie politiche tendenti all’estrema destra serba.
Tra gli altri aneddoti degni di nota riguardanti la vita di Radovan Karadžić, vanno ricordate anche le serate passate al pub di estrema destra in cui si esibiva suonando musica tipica serba sotto la gigantografia di sé stesso senza barba e con dieci anni di meno; i libri di poesia pubblicati da giovane; il suo arresto per malversazione nel 1984 — l’anno prima era riuscito a farsi prestare dei soldi da un fondo per lo sviluppo agricolo che aveva però usato per costruirsi una casa in una località turistica bosniaca; la benedizione ricevuta dal Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, tutt’ora in carica, per gli sforzi nel contrastare i musulmani nei balcani; l’adesione ai principi nazionalistici per pura opportunità politica, come confermato da più fonti.
Un opportunismo che però si è spinto piuttosto in là, tanto da scatenare una guerra fratricida tra le peggiori della storia contemporanea — sicuramente la peggiore in Europa dal termine della Seconda guerra mondiale. Dieci anni dopo il suo arresto e la sua condanna, ancora numerose vittime della pulizia etnica di cui è stato promotore mancano all’appello, ad esempio — ma non solo — a Srebrenica.
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