Le attività umane stanno decimando le tartarughe marine
Una delle grandi protagoniste del mare è sicuramente la tartaruga. Diffusa da sempre, in quasi tutti i mari del mondo, tra cui nel nostro Mediterraneo, oggi purtroppo è una specie a grave rischio di estinzione.
Il cambiamento climatico, l’inquinamento dei mari dovuto alla plastica e quello luminoso stanno mettendo a rischio la sopravvivenza delle tartarughe marine.
Una delle grandi protagoniste del mare è sicuramente la tartaruga. Diffusa da sempre, in quasi tutti i mari del mondo, tra cui nel nostro Mediterraneo, oggi purtroppo è una specie a grave rischio di estinzione.
La tartaruga marina è un rettile dotato di un corpo allungato, ricoperto da un guscio affusolato, con funzione di protezione. Le zampe sono vere e proprie “pinne” che le permettono di adattarsi alle correnti marine. Infatti, al contrario delle sue lente cugine terrestri, in acqua è in grado di raggiungere anche i 35 chilometri all’ora. Grazie ai potenti polmoni, può immagazzinare grandi quantità di aria e quindi trascorrere la maggior parte della vita in mare.
Le femmine, dopo essersi accoppiate in mare, tornano sulle spiagge, dove depongono circa 200 uova dentro buche che scavano, a fatica, nella sabbia e poi ricoprono. Fatto questo, la mamma torna in mare, lasciando le uova al loro destino. Dopo 42-65 giorni, nascono i piccoli che corrono verso la riva, seguendo come punto di riferimento la luce della luna e delle stelle.
Questo animale riveste un ruolo fondamentale nell’equilibrio marino. La sua dieta è essenzialmente carnivora e, oltre a granchi e pesci, è particolarmente ghiotto di animali pericolosi, come le meduse. Ciò contribuisce a mantenere sotto controllo l’aumento di queste popolazioni, evitando bloom dannosi. Inoltre, essendo un animale migratore, durante i continui spostamenti, il suo carapace viene ricoperto da alghe incrostanti e da piccoli animaletti. Questi ultimi, approfittando del passaggio, vanno a colonizzare altri luoghi, aumentando così il numero degli individui.
Attualmente, le tartarughe marine sono minacciate dalle molteplici attività umane, soprattutto quelle sviluppate vicino alle coste.
Secondo quanto riporta il WWF (World Wildlife Fund), ogni anno migliaia di tartarughe marine in tutto il mondo finiscono nelle reti utilizzate per la pesca dei gamberetti. Inoltre, ami abbandonati in mare possono ferire gli esemplari in diversi punti del corpo, provocando emmorragie anche letali.
Un’altra grossa minaccia è l’inquinamento della plastica in mare. Uno studio della University of Queensland ha dimostrato che il 52 % della popolazione mondiale di tartarughe, muore dopo aver ingerito buste di plastica, scambiate per meduse. Questa tipologia di inquinamento sta minacciando da sempre, oltre alle tartarughe, anche le barriere coralline e molti altri organismi marini.
Un altro pericolo per questa specie, è l’aumento delle luci artificiali lungo le coste. Le femmine, infatti, preferiscono zone buie per nidificare, perché i piccoli potrebbero scambiare l’illuminazione cittadina per il bagliore naturale della luna e delle stelle e, di conseguenza, usciti dalle uova spingersi verso le città, invece che verso il mare, andando incontro a morte sicura.
Anche i cambiamenti climatici minacciano in vari modi la sopravvivenza delle tartarughe. Poiché la temperatura di conservazione delle uova determina il sesso dei nascituri, il surriscaldamento globale può sfasare il rapporto maschi-femmine e diminuire le probabilità di accoppiamento. Il climate change inoltre aumenta la frequenza delle tempeste e delle trombe d’aria alla microscala, che possono mettere a rischio le nidificazioni.
La diminuzione delle popolazioni di tartarughe ha portato gravi conseguenze per l’intero ambiente marino. Si pensa, infatti, che la presenza delle meduse sia aumentata nei nostri mari non solo per il surriscaldamento delle acque ma anche per la scarsità delle loro predatrici naturali.
Al giorno d’oggi, anche in Italia, sono stati creati molte associazioni e centri di recupero per curare tartarughe marine ferite per poi rimetterle in libertà, una volta guarite.
Vengono fatte anche particolari campagne per sensibilizzare le persone sull’importanza della conservazione di queste specie. In particolare, associazioni come il WWF, spiegano come comportarsi nel caso si incontri una tartaruga in difficoltà in spiaggia o in mare.
Da più parti del mondo e da varie associazioni per la tutela dell’ambiente e delle sue creature, ci sono preoccupazioni per la diminuzione di questo animale che in certe zone comincia già ad essere a rischio di estinzione. Sicuramente una migliore politica basata sull’equilibrio naturale e un minore sfruttamento del pianeta, sarebbe vantaggiosa anche per la salvaguardia e la sopravvivenza delle tartarughe.
L’uomo dovrebbe cominciare a ragionare con lungimiranza e a capire che uno sfruttamento dell’ecosistema marino può danneggiare gravemente anche gli equilibri terrestri e con essi la comunità umana.