Sopra il vostro settembre: per una storiografia dal basso di Salvador Allende e della resistenza a Pinochet

In occasione del 45simo anniversario del golpe cileno, un progetto di public history cerca di riannodare i fili della memoria attraverso le voci di quattro esuli politici in Italia.

Sopra il vostro settembre: per una storiografia dal basso di Salvador Allende e della resistenza a Pinochet

In occasione del 45simo anniversario del golpe cileno, un progetto di public history cerca di riannodare i fili della memoria attraverso le voci di quattro esuli politici in Italia.

Un giorno — l’undici — / ci strapparono la libertà / e settembre. / Non sanno che di ottobre / ne abbiamo molti nella nostra storia… / Generali, / sopra il vostro settembre / cadrà / anche il nostro ottobre.

Si conclude così una poesia di Camilo Maturana, scritta per ricordare il golpe militare che l’11 settembre 1973 rovesciò il governo democraticamente eletto di Salvador Allende e diede il via alla dittatura di Pinochet in Cile. In occasione del 45simo anniversario, da questi versi dolorosi prende il nome un ambizioso progetto di public history che punta a recuperare la memoria del governo Allende, della resistenza al regime e del compromesso attuato durante la “transizione” democratica tra il 1988 e il 1991.

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Coordinato dallo storico Elio Catania con il supporto dell’associazione LAPSUS — che ha curato laboratori e altre iniziative legate alla storia contemporanea all’Università degli Studi di Milano — Sopra il vostro settembre si presenta come un progetto articolato in più parti: un documentario a puntate, basato sulle storie personali di quattro esuli cileni in Italia (David, Lucy, “Mecha” e “Mono”); un archivio digitale per raccogliere materiali archivistici e documenti digitalizzati raccolti da diverse fonti; una pagina di approfondimenti storici sul Cile e l’America Latina in generale.

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David

Il concetto di public history si riferisce una tipologia di ricerca storica condotta al di fuori dell’accademia, dal basso, per il pubblico e insieme al pubblico, in un’ottica di servizio: di qui la scelta di adottare un linguaggio multimediale e di far parlare direttamente i protagonisti di quelle vicende, con un lavoro di squadra che ha coinvolto vari professionisti, tra videomaker, musicisti, illustratori e web designer. Attraverso la  voce dei testimoni si cerca così di ricostruire per via orale un capitolo di storia ancora poco esplorato e ignorato soprattutto in Cile, dove con il ritorno alla democrazia — in seguito a una transizione gestita direttamente dai militari — si è cercato di cancellare con un colpo di spugna le cicatrici del passato.

“La costruzione dei patti dell’oblio e della pacificazione in paesi usciti in modo controverso da feroci dittature militari è un fenomeno di estremo interesse per gli storici,” mi spiega Catania, che ha iniziato a lavorare al progetto all’interno del master di Public History dell’Università di Modena e Reggio Emilia. “L’idea nasce da due precise domande: come funzionano i meccanismi di costruzione della memoria storica nel passaggio dalla dittatura alla democrazia, e in che modo questa transizione ha influito sulla memoria dell’esperienza di governo di Allende, del regime militare e della resistenza alla giunta?”

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Lucy

I protagonisti del documentario provengono ciascuno da un’organizzazione diversa della sinistra e da diversi luoghi del paese, e con il golpe tutti e quattro sono stati costretti a fuggire: chi, come David, perché ricercato “vivo o morto”; chi, come Lucy, dopo aver subito la desaparición per qualche mese del proprio compagno; infine chi, come “Mono” e “Mecha,” dopo un periodo di clandestinità. Tutti e quattro passano dall’ambasciata italiana di Santiago e da lì riescono a partire per il nostro paese — come molti altri dei profughi politici cileni che, in 17 anni di dittatura, furono circa un milione.

“L’incontro con loro è stato casuale,” racconta Catania. “Circa un anno fa un amico in partenza per il Cile aveva incontrato alcuni esuli cercando dei contatti per fare un viaggio ‘intelligente’ nei luoghi della lotta e della memoria del paese andino. Così abbiamo incontrato Lucy, fondatrice a Milano dell’Associazione Alpi Andes e da lì, secondo la legge dei reticoli sociali — ancora più valida per le comunità di esuli politici, ci si è aperto un mondo. L’idea di farne qualcosa di più di una sola raccolta di testimonianze è venuta da sé.”

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“Mecha”

Sopra il vostro settembre è già attivo, con un sito in work in progress su cui sono stati pubblicati alcuni articoli di approfondimento, e saranno pubblicate nei prossimi mesi le varie parti del documentario. Per sostenere la sua realizzazione e le successive fasi di espansione e completamento — previsto appunto in occasione del 45simo anniversario del golpe — è stata lanciata una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso.

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“Mono”

“Siamo convinti che queste vicende siano utili a fare chiarezza su episodi rimossi e soprattutto a riannodare i fili della trama storica cilena. Vogliamo ridare dignità e centralità a storie poco conosciute, esemplificative di un fenomeno collettivo (la repressione, la resistenza, l’esilio, il ritorno) e profondamente intrecciate con la storia del nostro paese,” conclude Catania. “Adottando il punto di vista personale dei protagonisti, cerchiamo di costruire una contronarrazione rispetto a quella mutilata o pacificata a fini di abuso pubblico della storia, partendo dalle parole di chi, pur avendo dato tutto per l’emancipazione sociale del proprio popolo, si è ritrovato afono o silenziato.”


in copertina: Salvador Allende, 11 settembre 1973
il logo di Sopra il vostro settembre è di Eleonora Buono
illustrazioni di Tommaso di Spigna

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