Il biossido di azoto soffoca Roma e il suo centro storico
L’associazione Cittadini per l’aria ha pubblicato le mappe dell’inquinamento da biossido di azoto rilevato a febbraio 2018 a Roma.
in copertina, foto CC wolfgang.mller54
L’associazione Cittadini per l’aria ha pubblicato le mappe dell’inquinamento da biossido di azoto rilevato a febbraio 2018 a Roma. Oltre la metà dei puntatori ha registrato valori oltre la soglia di legge.
È una situazione preoccupante quella ritratta dalla mappa dell’inquinamento da biossido di azoto a Roma. I risultati sono confermati dalla Società Chimica Italiana, che ha svolto le analisi sui rilevatori passivi installati a febbraio 2018 in giro per la capitale da centinaia di cittadini mobilitati dalla onlus Cittadini per l’aria e dall’associazione Salvaiciclisti.
Il biossido di azoto (NO2) è un gas molto pericoloso per la salute umana, in grado di provocare gravi danni anche in concentrazioni minime e per brevi periodi di esposizione.
Per questo motivo la legge (nello specifico la direttiva europea 2008/50/EU) impone diversi limiti per la presenza di tale inquinante in ambiente antropico, in particolare:
- La concentrazione media annuale di NO2 non deve essere superiore a 40 µg/m³.
- La concentrazione media oraria di NO2 non deve essere superiore a 200 µg/m³ per più di 18 ore all’anno.
- La concentrazione media oraria di NO2 non deve essere superiore a 400 µg/m³ per più di tre giorni all’anno (la cosiddetta “soglia di allarme”).
L’esperimento invece – che si concentra nel verificare il rispetto del primo limite, quello di 40 µg/m³ – ha evidenziato che quasi il 60% delle sonde ha registrato valori oltre la norma, e il 30% di queste ultime mostra numeri totalmente inaccettabili.
Ma anche i misuratori risultati nella norma non fanno ben sperare: l’85% di essi infatti indica concentrazioni molto prossime alla soglia di legge.
I valori peggiori si verificano ovviamente nei pressi delle strade principali, quelle a scorrimento veloce, le più trafficate, ma delle concentrazioni preoccupanti si verificano anche nei pressi dei parchi, di scuole materne ed elementari e soprattutto nel centro storico, visitato ogni anno da milioni di persone.
Al civico 60 di Via Cicerone ad esempio, a due passi da Castel Sant’Angelo, il valore di NO2 annuale è pari a 53.6 µg/m³, del 34% superiore alla soglia di legge.
Al civico 9 del Lungotevere Testaccio invece — poco distante dalla basilica di Santa Sabina all’Aventino, sulla riva opposta rispetto al rinomato quartiere Trastevere — la concentrazione ammonta a 45 µg/m³, del 12.5% fuori norma.
Il biossido di azoto non si abbassa nemmeno nei pressi del Tevere, dove la brezza portata dal fiume dovrebbe disperderlo in atmosfera. Sul lungotevere del quartiere Flaminio due rilevatori segnano 50.3 e 52.7 µg/m³.
La situazione si fa ancora più critica a Tor Cervara, ai giardini del quartiere Testaccio, alla fermata della metro Re di Roma e alla scuola elementare Giosuè Carducci, dove i valori salgono rispettivamente a 61, 61.5, 60.4 e 60.9 µg/m³.
Ci permettiamo infine di definire spaventosa la situazione del II municipio, dove due sonde collocate nei pressi delle Catacombe di Priscilla e vicino alla tangenziale est indicano concentrazioni di 80 e 86.4 µg/m³.
Ma la situazione potrebbe essere molto peggiore di quanto osservato dato che l’iniziativa ha visto l’installazione di appena 150 misuratori a coprire un’area urbana vastissima, di oltre 1 200 km².
Alla luce di questi preoccupanti valori di superamento è bene precisare che tra gli effetti di lungo periodo dell’inquinamento da biossido di azoto – ossia quelli derivanti da un’elevata concentrazione annuale, il caso di Roma – si contano l’aumento della mortalità (5.5 % in più ogni 10 µg/m³) e la maggior frequenza di sintomi di bronchite in bambini asmatici (21% più frequenti ogni 10 µg/m³).
Questi dati inquinanti non mettono a rischio solo la salute della popolazione romana, ma anche lo splendore della città eterna, poichè alte concentrazioni di NO2 possono danneggiare seriamente edifici e monumenti, provocando un invecchiamento accelerato che in molti casi risulta irreversibile.
Basti sapere allora che il Pantheon e le basiliche di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio e di Santa Maria sopra Minerva, due delle più belle chiese di Roma, sono nella stretta di due sonde indicanti concentrazioni di NO2 pari a 53.4 e 40.1 µg/m³.
Come ci aveva già detto a febbraio Anna Gerometta, responsabile di Cittadini per l’Aria, “Il biossido di azoto ha origine soprattutto dai motori diesel. Poco importa che siano euro 4, 5 o 6, perché vari studi hanno dimostrato che anche i motori di nuova generazione emettono delle quantità di NO2 comunque dannose per la salute umana, 4 o 5 volte superiori la soglia di tolleranza.”
Dunque, sulla base di quanto emerso dalla campagna di monitoraggio, appare chiara l’esigenza di rivoluzionare la mobilità urbana della città eterna, puntando sui mezzi pubblici elettrici e sulle piste ciclabili.
La politica dovrebbe accelerare nel varare nuove leggi in difesa della qualità dell’aria non fosse altro che anche Palazzo Chigi è fuori norma, con una concentrazione annuale di NO2 pari a 53.4 µg/m³, superiore del 33% rispetto al limite di sicurezza.
Nota: Gli aggettivi assegnati alle classi della qualità dell’aria sono frutto di una valutazione soggettiva dell’autore ma sono ispirati agli standard utilizzati da Arpa Lombardia.
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