frah

I nomi in ballo sono quelli di Giorgio Poi e Frah Quintale, così vicini eppure così lontani tra loro.

Vicini perché entrambi appartengono alla cosiddetta scena itpop, pur rappresentandone al tempo stesso due costole più piccole, sofisticate e maggiormente votate all’internazionalità di tanti altri colleghi. Il primo è stato infatti ribattezzato da molti il Mac DeMarco italiano, proprio per la liquidità e la psichedelia delle chitarre che hanno colorato il suo disco d’esordio “Fa niente”. Mentre il secondo, con alle spalle un forte retaggio hip-hop, ha a poco a poco arricchito la sua musica con la fortunatissima matrice funk d’oltreoceano innegabilmente à la Anderson .Paak. Lontani perché, come è facile intuire, i due si muovono su terreni diversissimi: Poi è il piccolo principe del pop nostrano mentre Quintale è più calato sulla scia del funk/hip-hop.

Missili, uscito lo scorso 2 maggio, è il brano che funge loro da ponte e che finalmente unisce queste due realtà.

La forza di Missili deriva proprio da questo far collimare perfettamente i due artisti, che al suo interno si vengono incontro senza dover rinunciare a nulla di ciò che finora li ha individualmente contraddistinti ma, anzi, compenetrandosi alla perfezione fino a guadagnarne entrambi, entro i confini di una miscela estiva di assoluto impatto e freschezza. Frah Quintale mette sul piatto la street attitude e il funk con suoni corposi e ballabili, Poi imbeve il tutto nella liquidità delle sue chitarre aggiungendo spessore e profondità agli arrangiamenti e, soprattutto, andando ad alzare il piglio generale della canzone con un inciso dei suoi, in bilico fra una certa nostalgia per i 70s e degno delle eterne aperture battistiane. Al netto quindi dell’ovvia divisione delle parti – a Quintale le strofe, a Poi il ritornello e il bridge – potrebbe allora trattarsi di un qualsiasi pezzo itpop ben riuscito, in cui due artisti si completano a vicenda percorrendo la strada di un’affinità già implicita.

Ma Missili è molto di più. Il merito, a questo punto, è del duo Takagi & Ketra. Già autentici deus ex machina delle hit Oroscopo e Da sola/in the night, giocano qui un ruolo chiave per il lieto fine dell’esperimento di questa super band. Per una volta i due produttori entrano in punta di piedi nel pezzo limitandosi ad una serie di piccoli accorgimenti e ritocchi – l’equilibrio fra le parti in causa, la cassa, lo stacco fra strofa e ritornello. Il risultato conferisce a Missili un taglio radiofonico ed appiccicoso, scala-classifiche, che magari era già nelle corde di Frah Quintale e Giorgio Poi ma che così trova finalmente concreta ed equilibrata espressione. Già, perché il tutto avviene senza risultare “piacione” o dozzinale, ma anzi passando per un’operazione garbata e dalle sfumature retrò.

Al netto di ciò Missili è dunque il pezzo che libera tutto il potenziale dei due artisti. Una hit che si smarca da certi facili ammiccamenti e che, forte dell’affinità fra i due artisti e di una produzione equilibrata, porta due piccole e belle realtà come quelle di Poi e Quintale a contendere, ancora integre, lo scettro dei tormentoni estivi ai grandi divi del pop.