INTOSTREET di Liberato spiegata dai napoletani
Dopo tre mesi dal singolo “ME STAJE APPENNENN’ AMÒ,” Liberato torna con non una ma due nuove canzoni: “INTOSTREET” e “JE TE VOGLIO BENE ASSAJE.”
Dopo tre mesi dal singolo “ME STAJE APPENNENN’ AMÒ,” Liberato torna con non una ma due nuove canzoni: “INTOSTREET” e “JE TE VOGLIO BENE ASSAJE.”
A quasi un anno dal suo esordio – il 9 maggio usciva “TU T’E SCURDAT’ ‘E ME” – la tela creativa dell’artista (o artisti) partenopeo appare sempre più agli occhi e alle orecchie degli ascoltatori.
Negli ultimi due video – girati dall’ormai fedele Francesco Lettieri, occhio e interprete delle melodie di Liberato – ritroviamo gli stessi protagonisti dei video precedenti: la storia d’amore si colloca infatti prima di “TU T’E SCURDAT’ ‘E ME,” concludendo la linea temporale avviata l’anno scorso.
Lettieri sceglie di sdoppiare il punto di vista dei protagonisti, raccontando prima il tormentato amore di lui per poi passare nei panni di lei. La tecnica ricorda molto il film del 2013 di Ned Benson La scomparsa di Eleanor Rigby, che per raccontare la vita dei due protagonisti aveva inizialmente scelto di proporre due film separati — The Disappearance of Eleanor Rigby: Him e The Disappearance of Eleanor Rigby: Her.
Ancora una volta la mescolanza di napoletano e inglese permette a Liberato di creare sfumature che l’attuale scena indie-pop, limitata all’italiano, spesso non riesce a esprimere. Il dialetto rimane la forza più grande di Liberato, ciò che gli permette di staccarsi da concetti e formule già sentite.
“Pecché m’hê miso ‘int”o stritto?”
“Ciente lacrime ‘ngopp”a ‘stu beat”
Per capire meglio quali significati può assumere un testo come “INTOSTREET” ne abbiamo parlato con chi il dialetto napoletano lo usa ogni giorno.