“Tutto quello che passa davanti alla macchina fotografica,” al Riaperture Festival di Ferrara
Questo è Click, World!, la nostra rassegna settimanale di cultura fotografica. Ogni settimana, un pugno di link e le mostre da noi consigliate.
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Negli ultimi tre giorni si è svolto il primo dei due weekend del Riaperture Festival di Ferrara. Dopo aver aperto al pubblico le mostre nella giornata di venerdì, sabato mattina è stato inaugurato ufficialmente il festival alla presenza del Presidente dell’Associazione Riaperture, Giacomo Brini, e il Presidente di Giuria Massimo Mastrolillo.
Oltre alle mostre è stato possibile assistere agli incontri previsti dal programma presso lo spazio Factory Grisù, luogo di riferimento per la maggior parte degli eventi, delle letture portfolio e delle mostre di Marco Sconocchia e Roberto Boccaccino.
L’incontro sicuramente più rilevante della giornata di ieri è stato quello con la fotografa Letizia Battaglia, che ha riscosso un grande successo in termini di presenze; la Battaglia ha portato il contributo della sua storia personale su tanti eventi drammatici che hanno segnato la città di Palermo negli anni. Oltre all’incontro, il festival ospita una mostra con una selezione delle sue fotografie.
Un altro lavoro, presentato da Cameræ Magazine, del duo di fotografe Francesca Iovene e Jessica Soffiati, è stato accolto con partecipazione attiva da parte del pubblico.
Cameræ Magazine è un portale online in cui vengono archiviate i materiali prodotti durante le Studio Visit del duo. Ogni artista selezionato viene raccontato in una pagina del portale che raccoglie interviste, fotografie e audio.
Nella giornata di sabato inoltre sono stati resi noti i vincitori del concorso fotografico a tema “reale”, che come ha spiegato Brini, “è inteso come tutto quello che passa davanti alla macchina fotografica,” nelle due categorie, progetti e fotografia singola. Massimo Mastrolillo ha voluto sottolineare la grande partecipazione di fotografi provenienti sia dall’italia che dall’estero.
I vincitori della categoria “progetto fotografico”: Mirco Lamonaca con Catabasis, Camilla Biella con 14 Settembre e Valentina De Rosa con Villa Monteturli.
I vincitori della categoria “foto singola”: Pierluigi Fagioli, Chiara Bruni e Rori Palazzi.
In attesa del secondo e ultimo weekend vi invitiamo a seguirci su Facebook e Instagram in cui mostreremo le foto dei vincitori e alcuni allestimenti.
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La nostra selezione di mostre
I have a dream
La casa di vetro, Milano. Fino al 23 giugno.
Kyle Thompson, Open Space
Reggia di Caserta. Fino al 4 giugno
Photosequences
Osart Gallery, Milano. Fino al 26 maggio 2018
Magnum Manifesto, Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia
Museo dell’Ara Pacis, Roma. Fino al 3 giugno
André Kertész, Un grande maestro della fotografia del Novecento
Palazzo Ducale, Genova. Fino al 16 giugno
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Rassegna stampa
Canon, in occasione dei 26 anni di collaborazione con il World Press Photo ha condotto una ricerca per indagare lo stato attuale e le previsioni sul futuro del fotogiornalismo intervistando vincitori delle passate edizione del premio.
Il tema terremoto è al centro dell’attenzione in campo artistico. Il Maxxi di Roma realizzerà un progetto sul tema, per la realizzazione di una mostra ed un catalogo, coinvolgendo Olivo Barbieri, Paola de Pietri e Petra Noordkamp. Durante questo inverno anche Fondazione Fotografia di Modena aveva promosso una mostra ed un catalogo sul tema, dal nome Sequenza sismica.
Sono stati annunciati i vincitori del Sony World Photography Awards, uno dei premi di fotografia più conosciuti. Dategli uno sguardo, io l’ho fatto velocemente ma qualche bella foto sono riuscito a trovarla
Arthur Crestani si racconta al British Journal of Photography. Per la sua serie “Bad City Dreams” ha realizzato una serie di ritratti davanti ad un pannello che illustra la città che sarà, immersi però nel paesaggio coerente della città di Gurgaon “paradigma delle nuove città indiane”.
Sulla ritrattistica di questo tipo, su fondale, ma fuori dallo studio, c’è tutta una casistica che si potrebbe studiare. In questi giorni ho avuto modo di ripescare un breve articolo che Toni Thorimbert sul libro “Avedon at work in the american West” di Laura Wilson. Un modo per conoscere un lavoro molto noto di Richard Avedon in maniera trasversale.
Su Artribune Giulia Oglialoro racconta come mai Diane Arbus sognasse una casa di vetro. Un racconto che ci arriva grazie ad alcuni diari della fotografa.
La Lytro, una compagnia che nel 2011 aveva lanciato la Light Field Camera, una macchina fotografica che permetteva di selezionare il punto di messa a fuoco in post-produzione, ha chiuso i battenti. A quanto pare non è riuscita a ritagliarsi uno spazio nel mercato, dove le reflex e le mirrorless (e gli smartphone) continuano ad avere la meglio.
Uno sfogo composto da parte di Andrea Scirè, dalle pagine del suo blog Fotostreet.it.
Per chiudere, un’intervista unica, non dirò altro.
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Alla prossima! ??