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Comboni Samaritans è stata tra le prime organizzazioni a svolgere campagne di sensibilizzazione sull’AIDS in Uganda.

Comboni Samaritans è un complesso nella zona sud ovest di Gulu, nel nord dell’Uganda. Si tratta di un centro polifunzionale, nato negli anni ’70 con le prime missioni delle suore comboniane in Uganda. Fra queste c’era suor Giovanna, che è ancora lì e ci ha raccontato la sua esperienza.

Negli anni ’70 l’AIDS era molto diffuso nel Paese e i malati venivano isolati e stigmatizzati, sulla base di puri pregiudizi. La malattia non era stata ancora molto studiata, e chi ne rimaneva infettato moriva. Per quella che oggi consideriamo una irragionevole paura del contagio, i malati di AIDS venivano completamente isolati. Si trovavano a vivere soli, abbandonati dalle proprie famiglie e dai propri amici, fuori dai villaggi. Nessuno dava loro un lavoro, e non avevano mezzi per sostenersi.

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La solitudine e l’assenza di mezzi di sostentamento non facevano altro che avvicinare la loro morte. Suor Giovanna, insieme alle sue consorelle, si dedicava a loro. Il martedì e il giovedì, insieme a un gruppo di volontari, andava nelle capanne a portare cibo e acqua ai malati di AIDS. Si fermava a parlare con loro — in un perfetto Acholi, la lingua locale. “Vedere che qualcuno gli voleva ancora bene, quando pensavano di essere stati abbandonati da tutti, gli dava forza, e la morte si allontanava,” ci spiega Masimo Opiyo, direttore del personale di Comboni Samaritans, e all’epoca volontario con suor Giovanna. I volontari hanno dato il proprio contributo anche nel reparto specializzato nella cura dell’AIDS presso il StMary Lacor Hospital, un ospedale missionario a Gulu, nato grazie alla cooperazione italiana.

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I malati esprimevano sempre lo stesso desiderio prima di morire: chiedevano a Giovanna e ai volontari di promettere che si sarebbero presi cura dei loro figli. La vita dei figli di malati di AIDS, infatti, è tuttora molto difficile. Questi vengono stigmatizzati e isolati, le famiglie, alla morte dei genitori, li abbandonano. Spesso, anche i bambini sono sieropositivi, e le loro famiglie pensano che sia inutile investire sul loro futuro scolastico, perché tanto moriranno.

In tutto il Paese è ancora diffusa una visione pregiudizievole e falsa dell’AIDS. Molti non sono a conoscenza del modo in cui ci si contagia, altri pensano che anche soltanto parlare con un malato sia pericoloso. Varie organizzazioni stanno portando avanti campagne di sensibilizzazione sull’argomento, per poter abbattere il pregiudizio. Comboni Samaritans è stata una delle prime a farlo, facendo informazione nelle chiese, luoghi molto frequentati dalle comunità ugandesi.

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Suor Giovanna e i suoi volontari hanno mantenuto fede alla promessa di occuparsi dei figli dei malati di AIDS che seguivano. Alla morte dei genitori, Comboni Samaritans si è presa cura dei figli, fornendo loro cibo, aiuti di ogni genere e soprattutto pagando le rette scolastiche. L’istruzione e la possibilità di garantire una buona educazione sono infatti tra gli obiettivi principali della organizzazione.

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Comboni Samaritans però fa molto di più: è anche un luogo di ascolto, dove le donne possono portare le proprie problematiche. Suor Giovanna si prende anche cura di numerose famiglie molto povere che vivono nella zona di Gulu. Riesce a farlo grazie alle numerose donazioni che arrivano soprattutto dall’Italia, che permettono di pagare gli studi ai bambini orfani. Con soli 290 euro l’anno si possono coprire le spese della retta di uno studente alla scuola primaria.

Suor Giovanna ci spiega poi che negli ultimi anni il governo ugandese ha deciso di costruire nuove strade, e per farlo sta abbattendo case, senza dare alcun incentivo né aiuto a chi ci viveva. Tre fratelli orfani che suor Giovanna segue da molto tempo si trovano in questa situazione: la nuova strada passerà proprio dove è stata costruita casa loro, tanti anni fa. La casa sarà abbattuta, e loro non avranno più un posto dove stare.


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