in copertina e tutte le foto di LLUM Collettivo — Torino
Dopo una breve pausa il tour ripartirà da Torino questo venerdì per spostarsi poi a Roma, Napoli, Milano (ancora una volta), Marghera, Bari e Firenze.
“Molto probabilmente mi butterò anche in mezzo alla gente” ha detto Cosmo prima del concerto di sabato. E così ha fatto, regalando al Fabrique il secondo crowdsurfing della settimana dopo quello di Thomas Mars dei Phoenix di martedì scorso.
La tappa al Fabrique del Cosmotronic tour era sold out da tempo. I biglietti sono svaniti in un lampo, così come stanno scomparendo rapidamente anche quelli per la data di aprile. Magari non siete ancora andati a sentire Cosmo dal vivo o replicherete facendo “la doppietta.”
In entrambi i casi assisterete, di nuovo o per la prima volta, a una serata votata al clubbing in cui elettronica, cassa dritta e groove sono amplificati da uno spettacolo di luci che fa dimenticare in fretta l’idea tradizionale che si ha di un concerto richiamando atmosfere più intense dai contorni sfocati, immergendo il pubblico in una serata che ha per fulcro la musica suonata a un passo dallo spettatore, rimandando a immagini da boiler room, senza il timore di sbagliare pensando alla techno, a Derrick May e a tutto quello che è venuto dopo.
— La prima parte l’avevo pensata un po’ più canzoni, quindi era anche un attimino più seduta nelle mie intenzioni. Poi in realtà quando abbiamo suonato si è rivelata un martello pneumatico anche quella.
Aprono la serata i brani più cantati, ma è chiaro fin da subito che non si assisterà a un live tradizionale. La serata al Fabrique è un soldout “vero,” di quelli con la calca fuori dal locale e le code per qualsiasi cosa. Più che un concerto è un evento, un mini festival itinerante che porta Ivreatronic a spasso per i club italiani — Avevo in mente: faccio la serata Cosmotronic e metto già in giro il nome. Poi il disco si chiamerà Cosmotronic. Poi, parlando anche con gli altri, era un po’ troppo egocentrica come roba. L’idea di portare in giro per l’Italia il collettivo di dj e produttori eporediesi è nata spontaneamente. Il live di Cosmo, aperto dal set incalzante di Enea Pascal, è serrato, martellante, di un’intensità che cresce con le prime canzoni più cantautorali e riflessive (Bentornato, Le Voci, Dicembre) in un climax festaiolo che ha come culmini L’ultima festa e Sei la mia città, i singoli più trascinanti degli ultimi due album. — L’ultima tranche è la più densa mentre in mezzo farò le parti strumentali e rimarrò da solo sul palco; Nella parte centrale le voci le ho registrate, non le canto, proprio per uscire dallo schema cantautore. — L’attitudine festaiola di Marco Jacopo Bianchi, sul palco in giacca gialla fluo, è trascinante. C’è una spinta naturale, spontanea, percepibile a volersi divertire e a divertire il pubblico coinvolgendolo nel proprio flusso, in un ritmo incessante, sospeso e leggero da sabato sera.
Dopo un paio di ore il live di Cosmo finisce ma la serata prosegue con Ivreatronic e il dj set di Francisco. Quando ce ne andiamo sono le famose 5 antimeridiane — colpa dell’ora legale. Nel locale resiste ancora un gruppo di ragazzi circondati da una distesa di bicchieri vuoti e cannucce. — Mi stupisce l’intensità. Non solo i numeri ai concerti ma proprio il tipo di coinvolgimento. È dovuto probabilmente a come mi pongo, a come è fatta la musica. Fuori è quasi giorno, Cosmo — ora indossa una t-shirt rossa — è più rilassato e si ferma a scambiare due parole con quei pazzi che hanno resistito fino all’ultimo. Noi ce ne torniamo a casa stanchi, vuoti, disidratati ma soddisfatti. Un “concerto” così al Fabrique, no, non si era ancora visto.