Osservata con occhi europei, l’Africa può apparire un continente uniforme e indistinto, in cui ogni paese è assimilabile all’altro. Non è così: siamo stati in Uganda per raccontare uno dei luoghi più reconditi dell’Africa equatoriale. Da Akidele, nel nord del paese, fino alla capitale Kampala, Carlotta Passerini ci racconta cosa significa vivere sulle sponde del lago Vittoria.
L’obiettivo di Afripads è quello di emancipare le donne ugandesi, sconfiggendo il tabù del ciclo e abbattendo i costi degli assorbenti.
Afripads è un’organizzazione basata in Uganda che distribuisce assorbenti riutilizzabili a donne e a ragazze per abbattere il tabù del ciclo mestruale.
L’idea è nata grazie all’esperienza diretta di Sophia Grinvalds, una volontaria canadese che si trovava in Uganda per motivi umanitari. Non avendo con sé assorbenti sanitari, Sophia ha dovuto percorrere oltre quaranta chilometri per trovarli. Rendendosi conto delle difficoltà che le donne e ragazze si trovano a fronteggiare quando hanno il ciclo mestruale, nel 2010 Sophia ha deciso di contrastare questa mancanza fondando Afripads, con l’obiettivo di sconfiggere il tabù del ciclo e abbattere i costi degli assorbenti. Gli oltre un milione e mezzo di kit venduti mostrano che Afripads ha ottenuto ottimi risultati.
Milioni di donne e ragazze nel mondo si trovano costrette ad affrontare numerose sfide quando hanno il ciclo: oltre al costo elevato degli assorbenti, in molti paesi si tratta ancora di un tabù.
In Uganda in molti villaggi gli assorbenti non sono venduti o sono troppo cari: di conseguenza le donne e le ragazze, vergognandosi per le perdite di sangue, smettono di andare a scuola e al lavoro. Per evitare di macchiarsi usano quello che trovano, come pezzi di stoffa, carta igienica, foglie e fibre di platano, in condizioni igienico-sanitarie di grave insufficienza.
Uno degli obiettivi di Afripads è proprio quello di assistere donne e ragazze che si ritirano dalla vita pubblica a causa del ciclo, fornendo loro accesso a quello che non è altro che un diritto di base: avere a disposizione assorbenti sanitari, per impedire che un fatto così naturale costituisca un ostacolo alla gestione della quotidianità.
In uno studio del 2013, l’Unicef e l’Organizzazione Mondiale della Sanità calcolavano che in Africa, a causa del tabù del ciclo, una ragazza su dieci non va a scuola quando ha le mestruazioni, saltando quattro o cinque giorni al mese, ovvero il 20% delle ore totali, o smette definitivamente di andarci. La stigmatizzazione, quindi, rappresenta un grande ostacolo all’istruzione. Inoltre, il tabù del ciclo che toglie le ragazze dalle scuole ha effetti positivi su gravidanze e matrimoni precoci, limitando gravemente il futuro delle giovani ugandesi e le loro opportunità.
Afripads distribuisce a negozi e a diverse attività i propri kit “SoSure,” composti da due assorbenti in stoffa re-utilizzabili e una busta dove inserirli, insieme alle istruzioni su come utilizzarli e soprattutto come lavarli nel rispetto dell’igiene. Il kit dura oltre dodici mesi e viene venduto allo stesso prezzo degli assorbenti tradizionali, la cui durata è di gran lunga inferiore. Un altro punto di forza di Afripads è il rispetto dell’ambiente, dal momento che gli assorbenti dei kit non contengono gli agenti chimici presenti in quelli tradizionali. Inoltre, gli assorbenti di Afripads hanno il vantaggio di poter essere cambiati dopo otto ore — al contrario delle tre ore di quelli classici — e ciò permette alle ragazze di andare a scuola o alle donne di lavorare, senza grandi impedimenti.
Diversi team di operatori dell’organizzazione viaggiano per i diversi distretti dell’Uganda per proporre i kit e sensibilizzare. Siamo riusciti a parlare con due team leader di un gruppo di Afripads che al momento si trova nella zona di Lira. I due responsabili, Raymond e Andrew, ci hanno detto che molte volte i locali si sorprendono per il fatto che siano due uomini a coordinare il gruppo e a fare sensibilizzazione sull’argomento. I due fanno parte di New Vision, l’equivalente dell’ANSA per l’Africa orientale. Raymond ha lavorato per tanti anni come corrispondente per Irin News, quando il conflitto civile dilaniava il Paese, solo una decina di anni fa, e il suo interesse per il sociale è ancora attivo.
Dal momento che accedere a un servizio igienico è un diritto di base per le ragazze e le donne ugandesi, ci spiegano Raymond e Andrew, l’operato di Afripads sta riscontrando una risposta molto positiva fra la popolazione. Raccontano poi che l’organizzazione è aperta ai suggerimenti delle sue clienti, e che il kit prodotto è sempre in evoluzione, considerando i bisogni delle più. “Rompere il tabù è molto difficile,” afferma Raymond, “è importante non solo vendere i prodotti, ma anche fare un grande lavoro di sensibilizzazione sulle pratiche igieniche del ciclo.” Anche le mogli di Raymond e Andrew hanno provato il kit e si sono dette soddisfatte, ma “la vera vittoria sarà quando tutte le ragazze nel mondo potranno beneficiarne,” dice Andrew.
L’obiettivo più ampio di Afripads è quello di emancipare le donne ugandesi. L’azienda ha base nel villaggio rurale di Masaka, nel sud-ovest del Paese e ha permesso la creazione di numerosi posti di lavoro: si contano 150 assunzioni, di cui il 90% sono donne. Per questo organizzazioni come Afripads si possono considerare dei deterrenti alle migrazioni dall’Africa, appunto perché creano posti di lavoro in loco e favoriscono l’emancipazione femminile in Paesi dove alle donne, oltre al ruolo di madre, spetta ben poco.
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