L’agua panela, bevanda nazionale colombiana a rischio gentrificazione
“L’agua panela è fondamentalmente solo acqua e panela. Si fa con il limone e la si può bere calda o fredda, a seconda di dove sei.”
“L’agua panela è fondamentalmente solo acqua e panela. Si fa con il limone e la si può bere calda o fredda, a seconda di dove sei.”
Febbraio. Fa ancora freddo a Milano. La mia ragazza è per metà colombiana e ogni volta che entriamo in un konbini ha questa tendenza a comprare qualcosa che le ricorda la sua parte sudamericana. Mentre sto guardando uno scaffale pieno di verdure di forma fallica, vedo con la coda dell’occhio che prende qualcosa da un angolo del negozio e mi si avvicina.
“Quando arriviamo a casa ti faccio l’agua panela,” mi dice.
“La que?” le rispondo.
Lei sorride. Paghiamo e usciamo, affrontando di nuovo questo freddo che entra nelle ossa. Quello che ha in mano, che in seguito scoprirò chiamarsi effettivamente “panela,” è un cubo di sostanza dura e di colore marroncino. Dopo vari tentativi da parte mia, finalmente decide di spiegarmi di cosa si tratta.
“L’agua panela è fondamentalmente solo acqua e panela. La panela è una specie di zucchero non raffinato e con un sapore diverso, non solo dolce. Si fa con il limone e la si può bere calda o fredda, a seconda di dove sei… Se sei sulla costa la bevi gelida. È una cosa che si trova ovunque perché è facile ed economica, come tutte le cose di successo colombiane. Insomma lo zucchero è l’ingrediente principale”.
Mentre mi racconta queste cose sogno di essere su una spiaggia colombiana a bere un cocktail ghiacciato, ma una folata di vento mi riporta alla realtà: sono a Milano, fa freddo ma almeno, da quanto ho capito, a breve berrò una bevanda calda ed esotica.
Arrivati a casa, mi chiede se posso spaccare a metà la panela, porgendomi un cacciavite e un martello. In effetti questa roccia che ho in mano non è facile da rompere ma in un paio di minuti, con qualche colpo ben assestato, riesco a dividerla e a soddisfare il mio testosterone.
Questo è mediamente superiore allo sforzo che faccio generalmente per mangiare quindi le aspettative sono alte.
Le porgo il risultato dei miei sforzi, lei si mette a cucinare e io intanto cerco altre informazioni sull’agua panela:
“Per i non iniziati, l’agua panela è soltanto il tè colombiano. È fatta con la panela, un prodotto non raffinato della canna da zucchero, bollito ad alte temperature e lasciato cristallizzare. Metti insieme lo zucchero di canna cristallizzato, acqua calda e limone o latte, e ottieni l’agua panela.
Il giro d’affari della panela in Colombia è grande. Anche le Nazioni Unite la pensano così. Si coltiva in più di 200 mila ettari di suolo colombiano. La sua produzione coinvolge 350 mila persone e costituisce il 6% del Pil. I colombiani ne consumano 32 chili all’anno, a testa. Insomma: ne vanno matti.”
Mi giro e la guardo mentre sta mescolando i vari ingredienti con un grosso sorriso stampato sulla faccia. La mia piccola esperienza aneddotica può confermare che sì, amano questa cosa. Insomma l’agua panela è la bevanda nazionale della Colombia ed è nota per le sue proprietà energetiche e nutrizionali, non necessariamente vere considerato che contiene vitamina C, ferro e calcio ma in quantità irrisorie. Ma chi sono io per mettermi contro un intero paese?
Dopo una decina di minuti, ho finalmente davanti un bicchiere di agua panela.
* * *
RECENSIONE
Quel color marrone che avevo visto inizialmente si è trasferito benissimo anche nella forma liquida, come se avessi davanti a me una sorta di tè molto scuro.
L’odore dolciastro unito a quello del limone è piacevole, così come è piacevole tenere in mano la tazza calda in questa fredda giornata invernale. Lo assaggio.
Ecco il grande colpo di scena di questa bevanda fatta di acqua e zucchero: è dolce. Tuttavia, come ero stato avvertito, è effettivamente un dolce particolare. Non è come bere una cola o un tè zuccherato, è un sapore che colpisce in modo diverso e negli angoli della bocca.
Se vogliamo fare un po’ di sinestesia, questo è un modo in cui lo descriverei: se il dolce dello zucchero fosse bianco, il dolce dell’agua panela è marrone.
Non sono un grande amante dei dolci ma lo finisco con piacere e le chiedo se posso provarlo freddo. Lei mi porge un bicchiere con del ghiaccio che riempio e lascio riposare. L’agua panela fredda è ugualmente piacevole, ma non riesco a immaginare di berla come drink estivo in spiaggia a causa del suo sapore forte ma piatto.
Finisco il secondo bicchiere e ripenso a quello che mi ha detto lei e lo collego a quello che ho letto: l’agua panela sta subendo una sorta di processo di gentrificazione. È facile capire perché sia diventata la bevanda nazionale, soprattutto tra le tute blu, se consideriamo la facilità e l’economicità di produrla e la uniamo alle credenze popolari circa le sue proprietà energetiche.
Leggevo tuttavia che negli ultimi anni sta iniziando ad apparire anche in alcune botteghe del caffè a Bogotà come prodotto di lusso, l’antitesi di quello che è realmente.
Non mi sorprenderei se tra una decina di anni trovassimo in Europa qualche negozio che vende agua panela come troviamo oggi per esempio il bubble tea. Se mai succederà spero che mantenga il suo spirito popolare, perché, da quanto mi è stato raccontato, è questa la cosa più importante.
Il terzo bicchiere è un po’ nauseante, ma in fondo tre bicchieri di qualsiasi cosa sono un po’ nauseanti. Mea culpa.
VOTO 8.5/10