“Il razzismo in Italia non esiste”

L’ha detto Berlusconi all’indomani dell’attentato di Macerata, ma la realtà è evidentemente ben diversa.

“Il razzismo in Italia non esiste”

L’ha detto Berlusconi all’indomani dell’attentato di Macerata, ma la realtà è evidentemente ben diversa.

Qualche giorno dopo la tentata strage di Macerata, Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, in un’intervista per Radio Capital ha affermato: “Il razzismo in Italia non esiste, ma se rinunciamo a controllo e contrasto dell’immigrazione può arrivare.”

Questo articolo esce all’indomani delle manifestazioni antifasciste e antirazziste che si sono svolte nella città di Macerata e di Milano. Proprio perché “in Italia il razzismo non esiste,” migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare contro questa nuova, o forse mai diventata vecchia, ondata di odio e di razzismo che è esplosa dopo il tentato omicidio di sei ragazzi africani per mano di Luca Traini. Da sottolineare che Traini è stato arrestato con l’accusa di tentata strage aggravata dal razzismo e porto abusivo d’armi, e che non si è dichiarato pentito del suo gesto.

L’avvocato di Trani, Giancarlo Giulianelli, in un’intervista afferma che: “Riceviamo molte telefonate di gente comune che si offre di sostenere le spese legali.” Impossibile poi non citare le numerose dichiarazioni di Matteo Salvini, l’ultima rilasciata proprio dopo la manifestazione di Macerata, dove ci tiene a precisare che: “Da italiano mi vergogno per la manifestazione di Macerata”.

L’attentato di Luca Traini ha fatto più notizia, ma negli ultimi anni sono state numerose le aggressioni e gli omicidi a sfondo razziale in Italia.

Panorama ne ha tracciato una mappa dal 2014 ad oggi. L’ultimo è avvenuto proprio il giorno dopo la sparatoria di Traini, a Pavia, dove 25 persone si sono scagliate contro 5 ragazzi figli di immigrati marocchini, picchiandone uno a sangue e chiamandoli “Negri di merda.”

Sempre perché in Italia il razzismo non esiste, a Teramo il 29 gennaio, due giorni dopo la Giornata della memoria, sono state disegnate svastiche e scritte razziste (“Gas per i negri, distruggeremo le vostre vite”), sui muri del centro di accoglienza gestito dall’associazione Salam.

Il 10 maggio 2016 è stata istituita alla Camera la Commissione sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio, con il compito di condurre attività di studio e ricerca su questi temi. La Commissione è stata presieduta dalla Presidente della Camera Laura Boldrini ed è conosciuta come “Commissione Jo Cox” in riferimento alla deputata della Camera dei Comuni del Regno Unito uccisa il 16 giugno 2016 durante un incontro con gli elettori.

Nella relazione finale della Commissione, i dati che emergono sono:

  • il 39,9% degli intervistati non ritiene necessario aumentare il numero di donne che ricoprono cariche pubbliche;
  • il 49,7% ritiene che l’uomo debba provvedere alle necessità economiche della famiglia e che gli uomini siano meno adatti ad occuparsi delle faccende domestiche;
  • il 34,4% ritiene che una madre occupata non possa stabilire un buon rapporto con i figli al pari di una madre che non lavora;
  • il 68,7% non vorrebbe avere come vicini di casa i rom/sinti. Sebbene siano spesso di nazionalità italiana da molte generazioni, sono percepiti come i più stranieri/estranei di tutti;
  • il 26,9% è contrario all’apertura di sinagoghe, chiese ortodosse, templi buddisti nei pressi della propria abitazione. Salgono al 41,1% se si considera l’apertura di una moschea — Nonostante l’articolo 19 della Costituzione sancisca che “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.”
dall’introduzione alla relazione
Dall’introduzione alla relazione finale della Commissione Jo Cox

Secondo un sondaggio di Ipsos Mori, l’Italia è prima nella classifica che misura l’indice di ignoranza della popolazione nei confronti dell’immigrazione. La maggior parte degli italiani, infatti, pensa che il paese sia invaso dagli immigrati (credono che sia il 30% della popolazione, mentre sono il 7%) e che il 20% dei residenti sia musulmano (sono appena il 4%).

Qualche giorno fa, il Guardian ha pubblicato un articolo di Lorenzo Tondo, giornalista con cui abbiamo avuto occasione di parlare qualche mese fa in merito al processo Mered. Partendo dai dati raccolti dal sito antifascista Infoantifa Ecn, Tondo racconta dell’ascesa pericolosissima del razzismo in Italia, dove, come abbiamo sottolineato, l’episodio di Macerata è solo l’ultima delle aggressioni fasciste e razziste dei 142 casi registrati dal 2014 ad oggi.

Lo scorso dicembre, la presidente dell’Anpi Carla Nespolo ha chiesto che venisse bloccata la partecipazione alle prossime elezioni dei partiti di chiara ispirazione fascista.

Ma ci saranno lo stesso, primo fra tutti CasaPound in un’intervista al coordinatore regionale Ferdinando Raiola e al responsabile avellinese, Antonio Genzale, si legge: “A proposito degli omosessuali nessuna obiezione se non per le adozioni. È contro natura avere due papà o due mamme. Due donne non generano figli così come due uomini. E la società ha bisogno di crescere. Altrimenti il genere umano andrà man mano scomparendo. Non ci può essere amore laddove non c’è normalità. Omosessuali ed etero hanno pari diritti. Ma sembra che i primi pretendano un po’ troppo.”

Risulta essere ancora ignoto l’artefice del manifesto apparso a Torino lo scorso 18 gennaio, che riproduce la celebre fotografia di Steve McCurry “Ragazza afgana” in una reinterpretazione con una scritta “NO ZINGARI” al centro del viso della ragazza.

Eppure sotto c’è lo stemma di Casapound.

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Nel 2015 sono stati arrestati alcuni membri del partito per avere organizzato una manifestazione violenta contro l’arrivo a Casale San Nicola (RM) di un gruppo di richiedenti asilo.

Soltanto negli ultimi mesi, abbiamo avuto il memorabile intervento del candidato della Lega Nord alla Regione Lombardia, Attilio Fontana, sulla difesa della “razza bianca”; l’irruzione squadrista di Veneto Fronte Skinheads durante una riunione di Como Senza Frontiere; la petizione della Comunità militante dei Dodici Raggi (Do.ra.) di Varese, un gruppo apertamente neonazista, per mettere fuorilegge l’Anpi e “processare per crimini di guerra tutti i partigiani ancora vivi.”

Nella lista figurano anche: Fasci Italiani del Lavoro di cui nove esponenti sono stati accusati di ricostruzione del partito fascista dopo l’elezione di un consigliere del partito a Sermide e Felonica; Fascismo e Libertà, di cui solo il nome è già un insulto; Avanguardia Nazionale, che è stata sciola per violazione alla Legge Scelba (che ricordiamo essere la legge italiana che riconosce l’apologia del fascismo come un reato) ma di cui oggi si può consultare un blog.

Ma per rendersi conto del razzismo dilagante in Italia, basta anche soltanto leggere i post e i commenti su Facebook — per esempio, sulla pagina ufficiale del film Sono tornato., diretto da Luca Minero e modellato sull’equivalente tedesco di Lui è tornato, il film racconta dell’improvviso ritorno di Benito Mussolini nel presente. La pagina è letteralmente piena di commenti carichi di odio, razzismo e minacce, oltre che di una certa nostalgia romantica per la dittatura passata — che forse anche il film non cerca troppo di evitare.

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Nel negare fatti così palesemente evidenti, di cronaca ufficiale, Berlusconi e il centrodestra ci lasciano solo a due possibilità, che siano conniventi con il razzismo violento che ha preso la forma di terrorismo la settimana scorsa, o che siano così profondamente discostati dalla realtà da essere potenzialmente due volte pericolosi. La loro vittoria, o in ogni caso il loro primato alle prossime elezioni, tratteggia il ritratto di un paese regredito, sistematicamente incapace di affrontare le proprie colpe e prendersi le proprie responsabilità. All’indomani delle grandi manifestazioni di Macerata, Milano e di così tante altre piazze, più piccole ma non meno importanti, non possiamo dimenticarci cosa c’è oltre quelle piazze, e che la battaglia culturale contro le grettezze della destra sarà disperata quanto obbligata.