Chi è Vickie Sims, la cappellana della chiesa anglicana di Milano

Al numero 17 di via Solferino, in pieno centro a Milano, si trova la All Saints’ Anglican Church, l’unica chiesa anglicana milanese.

Chi è Vickie Sims, la cappellana della chiesa anglicana di Milano

foto di Stefano Colombo

Al numero 17 di via Solferino, in pieno centro a Milano, si trova la All Saints’ Anglican Church, l’unica chiesa anglicana milanese.

La chiesa è attiva sin dalla seconda metà dell’Ottocento. Abbiamo incontrato Vickie Sims, cappellana della chiesa e vicaria del vescovo anglicano di Bruxelles — l’unico vescovo anglicano per l’Europa continentale — per l’Italia e Malta. Oggi Vickie collabora anche con molte realtà religiose milanesi come la Comunità di Sant’Egidio e ogni mercoledì assiste i senzatetto alla stazione di Garibaldi.

La casa di Vickie si trova proprio sopra la navata della chiesa. Ci accoglie nel suo soggiorno, strapieno di libri. Non sembra di stare nella casa di un prete, ma nemmeno di una persona laica — una via di mezzo, piuttosto. C’è un bel gattone rosso che ci accoglie sulla porta, prima che Vickie inizi a raccontarci della comunità anglicana milanese e di come è arrivata a guidarla. “A Milano ci sono ogni domenica tra le sessanta e le ottanta persone di una dozzina di nazioni diverse, siamo una comunità molto piccola in Italia.” Nonostante la Chiesa Anglicana sia una chiesa nazionale, non sono mai mancati fedeli di altri paesi. Secondo Vickie, solo un terzo dei fedeli sono inglesi. Gli altri sono di paesi provenienti dall’ex Commonwealth britannico o italiani che scelgono di partecipare alla messa anglicana.

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La chiesa è dedicata a Tutti i Santi, che sono tenuti in considerazione come esempi di vita — ma non come dispensatori di grazia, che per la chiesa anglicana deriva unicamente da Dio.

Vickie si è trasferita a Milano per la prima volta nel 1980, per lavorare come insegnante d’inglese. Proprio grazie a questo lavoro ci dice di aver scoperto la sua vocazione: “A quel punto sono tornata in Inghilterra per compiere la formazione teologica, per i successivi tredici anni. Ma volevo tornare in Italia, visto che avevo già la cittadinanza. Quando ho saputo che questo posto era vacante ho fatto domanda ed è stato abbastanza semplice ottenere l’incarico: nella Chiesa Anglicana il processo è più simile alla candidatura per un lavoro che non una scalata delle gerarchie. Sono stata accettata e sono tornata.”

Fedeli cantano durante la messa della scorsa domenica 17 dicembre 2017

Già ai tempi del suo primo soggiorno a Milano, Vickie era sposata e lo è tuttora. La Chiesa Anglicana, oltre ad accettare il sacerdozio femminile, non impone alcun vincolo di celibato a chi prende i voti, nemmeno ai livelli più alti della gerarchia. La massima autorità spirituale della Chiesa Anglicana, l’Arcivescovo di Canterbury, può sposarsi e l’attuale arcivescovo, Justin Welby, è sposato e padre di sei figli.

Il marito di Vickie è cattolico. Anche questo non costituisce alcun problema: “Parallelamente al mio cammino nella fede, anche mio marito ha percorso un’esperienza che l’ha portato a ricevere il battesimo nel 2010 nella Chiesa cattolica a Cernusco sul Naviglio. Potremmo dire di essere una famiglia ecumenica fin nel profondo, come molte famiglie inglesi. Penso che nella nostra differenza ci sia data una ricchezza in più.”

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Scopriamo che la Church of England ha numerosi accordi ecumenici con diverse chiese nazionali di altri stati, per esempio con la chiesa episcopale americana, con le chiese scandinave, con la chiesa ugandese e con numerose altre. “La maggior parte dei nostri fedeli che non sono inglesi sono di paesi che fanno parte o che hanno fatto parte del Commonwealth. In ogni caso solo la Chiesa Anglicana d’Inghilterra ha come Supremo reggente la regina d’Inghilterra. Funziona un po’ come per le chiese nazionali ortodosse.” Insomma, se si appartiene alla chiesa d’Uganda si può fare la comunione in una chiesa anglicana, e viceversa.

A questo punto occorre un breve ripasso di storia. La chiesa anglicana è stata fondata da Enrico VIII d’Inghilterra nel 1534 dopo una celeberrima lite col papa — in sostanza, Enrico voleva sposare la giovane Anna Bolena, ma aveva bisogno del permesso del Papa per annullare il suo precedente Matrimonio, con la figlia del re di Spagna. Il Papa negò il permesso, accendendo uno scisma di mezzo millennio.

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La Regina d’Inghilterra, in realtà, oggi ha “zero potere sulla Chiesa” secondo Vickie. Ci spiega che la Chiesa Anglicana è semper reformanda e si impegna a comprendere se le tradizioni abbiano un fondamento biblico e quindi immutabili o se la chiesa possa accodarsi ai cambiamenti della modernità. E stato così nel caso del sacerdozio femminile, reso possibile a metà del Novecento, e il via libera alla possibilità dell’ordinazione episcopale femminile, nel 2014.

Le decisioni vengono prese da sinodi che coinvolgono anche una rappresentanza laica. Proprio la mancanza di un’autorità forte e centralizzata ha portato alla formazioni di diverse correnti in seno alla stessa comunione anglicana: “C’è ancora un gruppo di persone che non accetta il sacerdozio femminile e che dunque non avrà una donna come prete. La chiesa anglicana è una chiesa nazionale e non può essere rigida, dev’essere molto aperta e allargata: non ha una visione ristretta di quello che è accettabile o no. Ci sono anglicani che tendono molto verso la teologia cattolica e quelli molto evangelici.”

Breve estratto dalla funzione della messa della scorsa domenica 17 dicembre 2017

Chiediamo a Vickie di entrare in chiesa, anche se a quest’ora è ancora chiusa. Mentre scendiamo le scale e dall’appartamento di Vickie ci dirigiamo verso la chiesa, le chiediamo quale sia la visone della Chiesa Anglicana sulle questioni legate alla sessualità. Ci spiega che non esiste alcuna riserva su nessun tipo di anticoncezionale, anche se il preservativo è da preferire agli anticoncezionali chimici, mentre per la Chiesa Cattolica rimangono ancora forti riserve su alcuni generi di sistemi contraccettivi come la “pillola del giorno dopo”. Il sesso però non dovrebbe essere consumato al di fuori del matrimonio e non dovrebbe mai essere una mera ricerca di piacere personale: “Il sesso fa parte del matrimonio e che dovrebbe essere consumato all’interno di esso. Poi in realtà anche su questo si sta discutendo perché non si sa bene quale sia il senso di una norma affermata a livello teorico che poi nella pratica non è rispettata da quasi nessuno. Ovviamente l’uso della sessualità solo per il piacere della serie ‘esco il sabato sera e vado a letto con una persona qualsiasi’ è contrario a qualsiasi insegnamento di rispetto per il corpo e per l’altra persona.”

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L’aborto e il matrimonio omosessuale non sono accettati. Nel caso dell’aborto prevale il rispetto per la vita, che per gli anglicani — come per i cattolici — inizia col concepimento. Sulle coppie omosessuali il discorso è più acceso, soprattutto perché è la prima volta dalla nascita della Church of England che esiste una discrepanza tra le regole della Chiesa e quelle dello stato. In Inghilterra, infatti, le unioni omosessuali sono già accettate dallo stato.

Anche a livello estetico, la Chiesa Anglicana si pone a metà tra il cattolicesimo e il protestantesimo. La struttura non è rigidamente spoglia come lo sono le chiese calviniste o luterane, ci sono raffigurazioni di Cristo e la struttura dell’altare è molto simile a quella di una qualsiasi chiesa cattolica. “Non è sempre stata una chiesa,” ci racconta Vickie. “Una volta credo che fosse un magazzino.” Forse dell’ospedale Fatebenefratelli, che si trova lì a due passi. Adesso invece è addobbata con un albero di Natale — un altro elemento sincretico, a ben guardare. Le pareti sono tappezzate con lapidi di donatori inglesi.

Fedeli cantano durante la messa della scorsa domenica 17 dicembre 2017

Chiediamo a Vickie qual è il senso dell’esistenza della Chiesa Anglicana al giorno d’oggi: “Sono più o meno, in effetti, le ragioni storiche. Ma è quello che è successo con tutti gli scismi — anche Martin Lutero non aveva alcuna intenzione di fondare una nuova Chiesa, ma di riformare quella dei suoi tempi. Quello che succede è che man mano che una divisione si sviluppa diventa più difficile ricucirla. Dovremmo chiederci perché esistono tante diverse Chiese Cristiane e perché non sono tutte riunite in un’unica chiesa.”


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