Una cena a casa Giorgieness

Siamo stati invitati a cena da Giorgia D’Eraclea, cantante della band: ne abbiamo approfittato per parlare di musica, cucina e tecniche di seduzione.

Una cena a casa Giorgieness

Dopo il successo de La giusta distanza, è uscito il 20 ottobre per Woodworm il secondo album dei Giorgieness, Siamo tutti stanchi. Stasera la band presenterà il disco dal vivo in Santeria Social Club a Milano. Qualche giorno fa siamo stati invitati a cena da Giorgia D’Eraclea, cantante e front-woman della band: ne abbiamo approfittato per parlare di musica, cucina e tecniche di seduzione.

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Ciao Giorgia, grazie per l’invito! Metto le mani avanti, sono una pessima persona da invitare a cena: ho un sacco di allergie e intolleranze, non mangio quasi nulla ma sono molto esigente. Quindi complimenti per il coraggio e veniamo subito alle cose importanti, cosa mi fai mangiare questa sera?

Preparo una vellutata di zucca con noci e crostini di pane.

Okay dai, non dovrei rischiare la vita. Prometto che non farò come Bastianich — a proposito li segui i programmi di cucina in tv?

Sì, da quando ho di nuovo — forzatamente — la tv in casa ammetto che sono l’unico tipo di programma che guardo. Su tutti amo quelli di Chef Rubio e Cannavacciuolo!

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Mi viene da ridere pensando a Fenomeno di Fabri Fibra che alla fine prende per il culo suo fratello finito a Master Chef Vip. Tu dovessi scegliere, coltello alla gola, dove preferiresti andare, a X Factor o Masterchef?

Assolutamente Masterchef, senza ombra di dubbio. Anzi, penso che mi divertirei pure. Ah, il pezzo di Fibra lo trovo geniale.

Come si sopravvive in tournée da questo punto di vista? Grandi fan dell’autogrill o a volte riuscite a ritagliarvi il tempo per scoprire ristorantini sparsi per la penisola? 

Mah, diciamo che non sei l’unico con mille problemi quando si tratta di sedersi a tavola, e in più anche gli altri hanno capito che se non volevamo uscire con il colesterolo alle stelle dal tour e allo stesso tempo non essere appesantiti durante i live, dovevamo provare a curare questo aspetto. Non chiediamo le stelle ma neanche pasta e pizza tutte le volte. Quando ci fermiamo in autogrill spesso prendiamo qualcosa alla tavola calda, più spesso cerchiamo di farci consigliare qualche trattoria in zona e, quando passiamo dalla Toscana, ci fermiamo da mia madre.

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In cucina e purtroppo anche nella musica ci sono ancora molti luoghi comuni sulla donna.  Sai come si dice, no? Tutti i migliori cuochi sono maschi, i grandi musicisti per lo più sono maschi eccetera. Tu hai mai, passami il termine, sofferto il ruolo di donna nella scena musicale italiana? E come l’hai gestita.

Gli stereotipi ci sono, così come la discriminazione, ma onestamente penso che stare lì a credersi una minoranza o farsene un problema sia dannoso e controproducente. Cerco di fare il mio lavoro al meglio senza preoccuparmene. Non devo e non voglio dimostrare nulla in questo senso, se non impegnandomi al massimo, come farei anche se fossi un uomo.

Cucina e musica hanno in comune tra le altre cose una dose non banale di erotismo. Tu in passato per conquistare un uomo hai usato più spesso come scusa un invito a cena o a un tuo concerto? 

Non penso di aver mai usato la musica per rimorchiare, quello è sì un discorso più maschile (ride). La cucina invece è la mia arma segreta! Ma non perché io sia una brava massaia — in tutto il resto delle faccende domestiche sono a livello studente fuori sede al primo anno — ma perché cucinare per qualcuno è amore di per sé!

Ti ho fatto un sacco di domande sulla cucina e poche sul tuo disco, Siamo tutti stanchi, che è uscito da poco. Come sta andando? Cosa avete in programma nei prossimi mesi?

Sta andando bene, e stiamo finalmente iniziando il tour — che è esattamente il programma che abbiamo per il futuro prossimo, come sempre del resto. Siamo una di quelle band che se le allontani dal palco si ammalano.

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Giorgia, la cena era ottima. Grazie mille. Chiudo con un’ultima domanda marzulliana sempre in metafora: un buon piatto è un po’ come un pezzo ben riuscito; servono materie prime buone ma poi serve anche l’equilibrio, la spinta giusta, un buon mix. Qual è l’ingrediente segreto della tua musica, che non può mancare mai? Quello più nascosto ma che dà il sapore caratteristico.

L’ingrediente segreto in cucina non lo dirò mai, ma quello della musica è semplicissimo: la sincerità.


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