Anche grazie all’impulso ecologista scaturito dall’Accordo di Parigi e al crescente interessamento dei media al fenomeno del cambiamento climatico, la bicicletta sta diventando uno dei simboli della società del XXI secolo.
Un numero sempre maggiore di imprenditori e amministratori urbani inizia a guardare seriamente alle due ruote come una soluzione realistica con cui risolvere i problemi del traffico automobilistico, della sicurezza stradale, dell’inquinamento da polveri sottili e delle emissioni di gas climalteranti.
L’esigenza di smaltire la sovrabbondanza di mezzi pesanti e la conseguente risposta del mercato – che propone soluzioni innovative per accaparrarsi una nuova fetta di clientela – hanno generato un forte stimolo nel mondo della ricerca, che da circa un decennio si sta studiando quali fattori spingano il cittadino medio a decidere di spostarsi in bici anziché in macchina.
Uno dei paper più citati mostra che il modo più efficace di promuovere la mobilità leggera è costruire le infrastrutture necessarie a garantire la viabilità e soprattutto la sicurezza dei ciclisti, ossia le piste ciclabili.
A parte il rischio di incidenti con i veicoli a motore – che rappresenta il principale deterrente – esiste una serie di elementi secondari che frenano i cittadini dall’utilizzare la bicicletta come il mezzo di trasporto con cui recarsi al lavoro e ad altri impegni quotidiani. Oltre alla distanza, al tempo impiegato, alla fatica fisica (magari aumentata da un bagaglio pesante) e alle cattive condizioni atmosferiche, un ulteriore motivo di dissuasione è il rischio di subire il furto della propria bici.
Per spingere un numero sempre maggiore di persone all’utilizzo della bicicletta dunque, i governi e le amministrazioni locali dovranno cercare delle soluzioni mirate.
La progettazione di una mobilità integrata sicura e l’implementazione di politiche per incentivare la mobilità dolce sono compiti impegnativi che richiedono studi approfonditi, grandi investimenti e che spettano alle istituzioni.
Per quanto riguarda invece i furti di biciclette, uno studio del Dipartimento di Giustizia statunitense mostra che potrebbero diminuire drasticamente se gli utenti imparassero ad assicurare correttamente il proprio mezzo e conoscessero in modo più dettagliato la distribuzione del rischio sul territorio.
the Submarine vuole provare a tracciare una prima analisi approssimativa sui furti di biciclette in Italia prendendo in esame i centri urbani più interessati al tema.
Iniziamo questo lavoro sulle fondamenta dell’esperienza acquisita l’anno scorso mappando il fenomeno a Milano, ci siamo consultati con lo staff di Bologna Bike Watch, che nel capoluogo emiliano gestisce un database online delle bici rubate e ritrovate, e abbiamo preso contatti con alcuni gruppi di attivisti che cercano di monitorare le attività dei ladri nelle città più colpite.
[divider]Città contro i furti di biciclette[/divider]
L’esperienza di Milano
Milano è tra le metropoli più attive contro i furti di biciclette.
Nel maggio del 2016 infatti è nata una sezione della Polizia Locale specializzata nella ricerca delle bici rubate, che una volta ritrovate vengono fotografate e postate sulla pagina Facebook ufficiale, in attesa che il legittimo proprietario le riconosca e si faccia avanti per farsele riconsegnare.
Sul territorio meneghino inoltre sono attive diverse associazioni di cicloamatori come Critical Mass, Massa Marmocchi, FIAB Ciclobby, che promuovono l’utilizzo della bicicletta rispetto all’automobile e insegnano alla popolazione le buone pratiche del ciclista, tra cui legare correttamente il proprio mezzo e sporgere sempre denuncia in caso di furto.
A partire dall’ottobre del 2016, i milanesi possono contare anche sulla nostra mappa del rischio di furto.
Mappa dei furti aggiornata a ottobre 2017
Progettata per essere salvata e consultata su Google Maps da smartphone, la mappa vuole essere un’utile strumento per i cicloamatori in cerca di un posto sicuro – o almeno del posto meno rischioso nelle immediate vicinanze – dove parcheggiare la propria bicicletta.
Lo scorso luglio avevamo arricchito l’indagine con altre mappe e varie statistiche, che evidenziavano pattern nelle attività di furto e ricettazione.
Proprio indicando i risultati del nostro lavoro alla Polizia Locale, avevamo fatto scattare il sequestro di una discarica abusiva e di un deposito contenente oltre un centinaio di bici rubate.
Sulla base di tali successi, ci pare opportuno estendere la nostra analisi anche ad altri centri urbani vulnerabili.
Statistiche per Milano, aggiornate ad ottobre 2017
Gruppo bici rubate a Milano
Sondaggio sui furti di biciclette a Milano
Il database di Bologna
Una città particolarmente all’avanguardia nel contrastare i furti di biciclette è senza dubbio Bologna, dove il fenomeno dei furti e del ritrovamento delle biciclette viene monitorato e gestito attraverso una vera e propria banca dati.
Dei cittadini volenterosi hanno costruito Bologna Bike Watch, un database online in cui ogni vittima può inserire i dati della propria bici e specificare le circostanze in cui è avvenuto il furto.
Ogni utente può quindi accedere al registro delle bici rubate, consultarlo selettivamente, e verificare se ha visto in giro qualcuno dei modelli segnalati come refurtiva.
Il database viene aggiornato automaticamente e traccia in tempo reale le statistiche sui furti, mentre gli avvistamenti delle bici sospette vengono esaminati caso per caso da alcuni volontari, che in caso di riconoscimento chiedono l’intervento della polizia per recuperare il mezzo.
Grazie a questo servizio informatico – attivo da maggio 2017 – a Bologna sono già state recuperate oltre 160 biciclette, mentre nel database si contano più di 1700 denunce di furto.
Abbiamo contattato i gestori di Bologna Bike Watch per chiedergli com’è cambiata la situazione dopo la nascita del sito.
“Abbiamo già avuto impatto diretto e positivo sulla percentuale di furti denunciati alla polizia, sull’importanza dell’uso di misure anti furto valide, su come legare bene la bici e soprattutto sulla speranza di poter recuperare la bici rubata, non c’è dubbio. La sentiamo ogni settimana dalla comunità e dalle forze dell’ordine.”
Ci raccontano di aver intrapreso stretti contatti con i gruppi di cicloamatori locali e con la polizia, che spesso chiede l’ausilio del database per riconoscere le bici ritrovate e contattarne i proprietari.
Chiediamo anche se Bologna Bike Watch stia smuovendo gli abitanti verso un maggiore uso della bicicletta rispetto all’automobile. “Non abbiamo dati per dimostrare che il nostro lavoro abbia spinto delle persone a cominciare ad utilizzare la bici, però speriamo che aiuti in qualche modo”.
Abbiamo deciso di non proseguire con una mappatura del fenomeno nel capoluogo petroniano, visto che si trova già in ottime mani.
Le città da mappare
Per raccogliere i dati necessari alla nostra indagine abbiamo preso contatti con i gruppi Facebook “Bici rubate – Segnalazioni e avvistamenti”, che sono sorti in varie città come misura amatoriale per contrastare il fenomeno.
Lo scopo di queste comunità virtuali è quello di fotografare le bici sospette, postarle sulla propria pagina web e sperare che un qualcuno riconosca il mezzo rubato, facendo scattare l’intervento delle forze dell’ordine.
Valutando sia il numero degli iscritti, sia la frequenza di pubblicazione dei post, sia l’interazione tra i commenti, abbiamo selezionato i gruppi più attivi e abbiamo chiesto agli utenti di compilare e diffondere dei questionari online dedicati ad ogni città.
Qui potete trovare i link dei sondaggi e dei gruppi di attivisti per ogni città su cui lavoreremo nelle prossime settimane.
Bolzano
Questionario sui furti di biciclette a Bolzano
Gruppo bici rubate a Bolzano
Firenze
Questionario sui furti di biciclette a Firenze
Gruppo bici rubate a Firenze
Padova
Questionario sui furti di biciclette a Padova
Gruppo bici rubate a Padova
Roma
Questionario sui furti di biciclette a Roma
Gruppo bici rubate a Roma
Torino
Questionario sui furti di biciclette a Torino
Gruppo bici rubate a Torino