Hello, World! Fuori dalla Libia

Questo è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.

Hello, World! Fuori dalla Libia

Dopo una lunga due giorni in Costa d’Avorio, i leader europei e dell’Unione Africana hanno deciso di avviare le pratiche di rimpatrio per 3800 migranti bloccati in Libia. Contesto: in Libia sono bloccati circa 700 mila migranti. (Deutsche Welle)

L’accordo è stato firmato in via emergenziale dopo la rivelazione delle aste in cui i profughi erano venduti come schiavi. Ma si tratta dell’ennesima pezza, appunto emergenziale, a un problema sistemico con cui il continente europeo dovrà prima o poi fare i conti. (Reuters)

Non lo dice the Submarine, lo dice il segretario generale delle Nazioni Unite, che, al meeting, ha commentato così i piani di Unione Europea e Africana: “Non possiamo porre fine alla tragedia del Mediterraneo se non creiamo significativi e legali canali di migrazione — e garantire la possibilità di un futuro dignitoso per chi rimane nella propria patria.” (Al Jazeera)

Intervistato dal Corriere della Sera in occasione dei Med, i “dialoghi mediterranei” organizzati a Roma da Ispi e Farnesina, Filippo Grandi, Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, ha spiegato come si sta muovendo l’agenzia per aiutare i migranti in Africa. (Corriere della Sera)

Alla stessa kermesse era ospite anche il vice-premier libico (di Tripoli) Ahmed Maitig, che ha minimizzato le violazioni dei diritti umani documentate nei centri di detenzione del paese e ha definito l’accordo con l’Italia “un modello per gli altri paesi europei.” (la Stampa)

Intanto, sono arrivati ieri i primi migranti che hanno potuto beneficiare del primo corridoio umanitario dall’Africa all’Italia, che prevede l’arrivo di 500 persone che fuggono da Etiopia, Eritrea e Sud Sudan. (Internazionale)

Mondo

Tre giorni dopo il voto, lo stato dell’Honduras non ha ancora annunciato il vincitore delle elezioni. Entrambi i contendenti, Hernandez e il contendente Nasralla, hanno annunciato vittoria, rispettivamente con il 42,11 e 42,21. (NPR)

I sostenitori di Nasralla hanno riempito le strade della capitale, Tegucigalpa, preannunciando “se il presidente verrà confermato vincitore, ci sarà una guerra civile.” Hernandez aveva preso il potere con un colpo di stato nel 2009. (Los Angeles Times)

It’s day 4 without any official outcome from Honduras’ presidential election.

Riot police are firing tear gas and water cannons at protestors who are demanding a fair and transparent vote count. pic.twitter.com/fUxSxIohHN

— AJ+ (@ajplus) November 30, 2017

Entrambi i contendenti avevano firmato un accordo che gli impediva di contestare la vittoria dell’altro, ma nessuno dei due sembra intenzionato a rispettarlo. (Al Jazeera)

Pakistan: miliziani armati hanno aperto il fuoco nell’Università dell’Agricoltura di Peshawar, uccidendo almeno 13 persone. L’attacco è stato rivendicato dai taliban. (Al Jazeera)

Se Twitter non se la sente di cancellare il profilo di Trump (dovrebbe), perché non ha almeno cancellato i tweet islamofobi e tendenziosi che ha ricondiviso l’altro ieri? (CNN)

Un nuovo report del New York Times rivela che la Casa bianca si stia preparando a licenziare Rex Tillerson dal suo posto di segretario di Stato, per sostituirlo con il direttore della C.I.A. Mike Pompeo. Testimoni avevano raccontato che Tillerson avrebbe chiamato Trump “un fottuto idiota” in più di un’occasione. (the New York Times)

Il rimescolamento è stato orchestrato da John Kelly, e dovrebbe entrare in azione nelle prossime settimane. Non è chiaro come la pensi davvero Trump, che in precedenza aveva dimostrato un rapporto particolarmente amichevole nei confronti Tillerson. (the Washington Post)

John McCain ha annunciato che voterà a favore del “taglio” delle tasse dei repubblicani, garantendone di fatto la maggioranza. Ma il suo comunicato stampa non ha senso, dando speranza ad alcuni attivisti che si tratti di un modo per segnalare che abbia altri piani. (Quartz)

Paul Manafort, il famigerato consigliere politico che era stato arrestato lo scorso ottobre durante le indagini sui legami di Trump con la Russia, ha accettato un accordo che lo libera dagli arresti domiciliari, ma che prevede una multa di 11,65 milioni di dollari — da pagare con quattro proprietà immobiliari — se dovesse provare a lasciare gli Stati Uniti. (Reuters)

I posti di rilievo nel nuovo governo dello Zimbabwe sono stati occupati soprattutto da militari. (BBC)

La data dell’abdicazione dell’imperatore giapponese Akihito è stata confermata: 30 aprile 2019. (Japan Times)

Niente da fare per i 44 membri dell’equipaggio del sottomarino Argentino San Juan: le ricerche sono state interrotte. (the Guardian)

Italia

Anche Luigi De Magistris ha ambizioni di fondare un movimento nazionale di “nuova sinistra,” ma a questo giro ci (e si) risparmia. (l’Espresso)

Dopo il sì definitivo del Senato, la legge di bilancio passa alla Camera. (ANSA)

Cult

La scrittrice Elizabeth Weil ha raccontato al California Sunday Magazine la propria esperienza di madre con una figlia adolescente — e poi ha fatto correggere e annotare il testo dalla sua figlia adolescente. (California Sunday Magazine)

Vi ricordate l’artista belga che si è fatto incatenare a una roccia? Dopo 438 ore hanno dovuto liberarlo. (the Guardian)

Il Giappone vuole a tutti i costi ospitare a Osaka Expo 2025, e ha il piano perfetto: nominare ambasciatori del paese Pikachu e Hello Kitty. (the Verge)

I have appointed Pikachu and Hello Kitty as Ambassador to promote the City of Osaka for the 2025 Expo host city. pic.twitter.com/mCkiCl5T5j

— KONO Taro (@konotaromp) November 29, 2017

Scienza

La mega-batteria di Tesla in Australia ha cominciato a funzionare. (BBC)

Ambiente

A quale ritmo stanno diminuendo i costi delle energie rinnovabili? A ritmo vertiginoso, secondo il long-form di Carbon Brief.

Secondo uno studio Elemens, per soddisfare gli obiettivi del Paris Agreement l’Italia deve ridurre le proprie emissioni di gas climalteranti del 55% entro il 2030. (Legambiente)

Trump ha dato l’autorizzazione ad Eni per la ricerca di idrocarburi in Alaska. (Reuters)

Eppure all’inizio del 2016 siamo stati sommersi da messaggi pubblicitari mirati a evidenziare l’attenzione dell’Eni verso le tematiche ambientali. (Qualenergia / archivio)

Ora siamo sicuri che si trattasse di greenwashing. I dirigenti del Kyoto Club l’avevano capito fin da subito e infatti lanciavano segnali di fumo.

Un greenwashing venuto anche male 😳

— Francesco Ferrante (@FranFerrante) July 29, 2017

Cos’è successo nel frattempo che ha fatto cambiare idea all’Eni? Forse è stato eletto uno che si chiama Donald Trump? (Lifegate)

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