Prima o poi la finiremo con il carbone

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Prima o poi la finiremo con il carbone

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In questa puntata: tutti i momenti più divertenti alla COP23 di Bonn, Elon Musk è riuscito a costruire la sua super-batteria in Australia, code di 130 chilometri al confine tra Mongolia e Cina.

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1. Guerra al carbone

Sebbene il carbone a livello mondiale continui a costituire un’importante fonte di energia─specialmente per alcuni paesi─le iniziative per passare oltre sono numerose. L’ultima in ordine di tempo è stata lanciata a Bonn, dove la scorsa settimana si è conclusa la COP23, ovvero la 2017 Conference of the Parties. Canada e Regno Unito, seguiti da numerosi altri paesi─tra cui l’Italia─si sono, infatti, impegnti a rinunciare non più tardi del 2025 al cosiddetto unabated coal power, ovvero a quell’energia generata in impianti a carbone che non adottano alcuna misura per limitare la produzione di diossido di carbonio. Il gruppo di paesi che prenderà parte all’iniziativa assumerà il nome di Powering Past Coal Alliance. Gli Stati Uniti non supporteranno l’iniziativa e, stando a quanto riportato dal Guardian, a Bonn hanno cercato in maniera non particolarmente convincente di difendere l’utilizzo delle fonti di energia fossili e l’uscita dagli accordi di Parigi.

2. Ma com’è andata la COP23

In generale, molti parlano di “delusione”; l’occasione per raggiungere un accordo più incisivo, dunque, è rinviata alla COP24, che si terrà nel dicembre 2018 a Katowice, in Polonia. Italian Climate Network fa notare come i popoli indigeni si siano fatti valere, pur parlando di “inceppamento” durante le ultime fasi della negoziazione. Il Kyoto Club, comunque, ha ribadito come la COP23 “non sia stata inutile” e ha evidenziato almeno tre traguardi positivi. Per Carbon Brief tutti i paesi erano concordi almeno su una serie di fattori chiave, e ci sono almeno tre cose da sapere. Ok, ora quali sono le prossime mosse? Lo spiega Climalteranti.

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3. Cose divertenti accadute durante la COP23

  • Fossil Of The Day Award: Un simpatico siparietto giornaliero in cui tutte le politiche delle nazioni presenti alla conferenza vengono messe alla sbarra e passate al vaglio da un gruppo di ricercatori travestiti da dinosauri, scheletri, Trump, Putin e altri mostri di Halloween. Per farsi due risate su Twitter l’hashtag è #fossiloftheday.
  • Basta carbone: L’evento organizzato da Trump e il suo entourage per promuovere il ritorno al carbone è stato così bello da aver fatto svuotare la sala in meno di cinque minuti. Ah, una volta fuori i negoziatori si sono messi a protestare e cantare, chiedendo il rientro degli Stati Uniti nel Paris Agreement. Obiettivo centrato, insomma.
  • Terminator XXIII: Arnold Schwarzenegger─che sì, era alla COP23─ha detto che “bisognerebbe andare dai clienti dei benzinai e dirgli che ciò che mettono nelle loro auto potrebbe ucciderli”. Poi ha ballato con gli altri negoziatori ed è andato a dirigere l’orchestra della Polizia delle Fiji.

Germany gets #FossiloftheDay as emissions are going up not down. Time to #EndCoal and become a real #climate leader, Mrs Merkel. pic.twitter.com/vksCGw3h3E

— Jennifer Morgan (@climatemorgan) November 14, 2017

4. Elon Musk è stato di parola

Costruire la più grande centrale elettrica a batterie agli ioni di litio del mondo in non più di cento giorni: Elon Musk, CEO di Tesla, l’ha fatto. Ne avevamo parlato qualche Eco fa, spiegando come l’intenzione fosse quella di risolvere il problema dei blackout che spesso colpiscono l’Australia Meridionale. I test inizieranno a breve, ed entro il primo dicembre si verificherà se la batteria rispetta le normative locali sulla distribuzione di energia; per l’estate l’impianto dovrebbe essere pienamente funzionante. Rispettando le scadenze, Tesla ha evitato di dover pagare di tasca sua 50 milioni di dollari─se, infatti, la batteria fosse stata costruita in più di cento giorni, l’azienda avrebbe dovuto costruire l’impianto gratuitamente. La compagnia statunitense è principalmente conosciuta, in realtà, per la produzione di auto elettriche ad alte prestazioni, ma da parecchi anni ha iniziato ad investire sul mercato delle batterie, sia per la casa che industriali.

5. Rallentamenti sulla Mongolia – Cina

Continuiamo questa puntata di Eco con una piccola notizia di costume, ovvero quella relativa alla chilometrica coda di camion─parliamo di 130 chilometri di fila─che si è sviluppata la settimana scorsa al confine tra Mongolia e Cina. I camion provenienti dalla Mongolia sono carichi di carbone diretto oltreconfine. In Cina, infatti, la domanda di carbone è impennata negli ultimi mesi. I motivi? Vari, tra cui la sospensione dell’acquisto di carbone proveniente dalla Corea del Nord a seguito delle sanzioni ONU e la cancellazione dei progetti di costruzione di decine di impianti a carbone, che sarebbero dovuti entrare in funzione nei prossimi anni. L’ingorgo è stato di tali dimensioni da far sviluppare una piccola economia parallela legata alla permanenaza dei camion lungo il confine, con decine di venditori di cibo e carburante. Qua le bellissime foto, sempre di Reuters.

6. #MapOfTheWeek

Carbon Brief ha elaborato una mappa gigantesca, che mette in collegamento tra loro le persone che hanno twittato sul cambiamento climatico. Oltre ai trend nazionali è possibile isolare chi twitta basandosi su fonti accreditate, e chi ha tendenze negazioniste.


Eco è a cura di Giovanni Scomparin e Tommaso Sansone.

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