Nelle ultime due settimane è successa una serie di eventi che segna drasticamente il declino della società italiana.
Il centrodestra si è riorganizzato attorno ad un redivivo — almeno apparentemente — Berlusconi, un fascista ha picchiato un giornalista, e soprattutto, si direbbe oggi, la nazionale italiana non parteciperà ai prossimi mondiali di calcio. Passato il clima da dagli all’untore di questi giorni, però, se ci pensate, saltare un giro ai mondiali di calcio è una gran figata.
L’Italia è il paese del calcio: lo sport permea completamente ogni aspetto della vita — la politica, la società, perfino la religione. Pensiamo insieme a tutte le cose che ci risparmiamo — e non solo per un po’: almeno per cinque anni.
Niente deliri calcistici della Lega
Tra tutti i nostri politici il piú affezionato allo sport è senza dubbio il leader della Lega Matteo Salvini, capace di appassionarsi di qualsiasi cosa ritenga populista. Calcio? Certamente! Standard di sicurezza dei cassonetti dei discount? Perché no!
È dagli anni in cui nel suo partito era ancora minoritario, che Salvini si diverte ad attaccare la Nazionale di calcio. Ma se adesso il problema è la difesa della nazione dall’Invasione dei Giocatori Bravi, all’epoca la musica era diversa — Salvini non tifava Italia perché era troppo celtico per la squadra che guardava a Roma. Cosa non si fa per andare sui giornali, pure tifare Paraguay — come faceva Radio Padania, riporta la Repubblica del 15 giugno 2010. Menzione speciale a Tina, 58 anni nel 2010, che diceva a Massimo Pisa “l’inno è brutto, di un’altra epoca, come il Và pensiero. Ne farei uno nuovo, gioioso, da far scegliere ai giovani.” Tempi piú semplici.
Alla fine il profumo dei voti fuori dalla Pianura padana ha corrotto anche il puro cuore razzista di Salvini, che quattro anni dopo avrebbe ceduto, e annunciava ai media: tiferò Italia. Cosa non si fa, per riempirli, i giornali.
Anche gli altri non scherzano in fatto di deliri
I mondiali del 2014 passeranno alla Storia come gli unici mondiali svolti con Matteo Renzi Presidente del Consiglio: un evento fortunatamente irripetibile.
L’esempio piú divertente recente è questa dichiarazione rilasciata da Matteo Renzi a Le Monde, tradotta in italiano da Fabio Martini per la Stampa. Contesto: Renzi veniva dalla grande vittoria degli Europei. (Vittoria elettorale, non calcistica). Il giornalista di Le Monde Philippe Ridet gli chiede come andranno i mondiali, e il Presidente del Consiglio risponde ridanciano: “Sono troppo amico di Cesare Prandelli e poi dicono che se l’Italia vince i Mondiali c’è un punto in più di Pil.” Quando Ridet, super sul pezzo, gli dice che nel ’98 la Francia ha vinto e non è successo niente, Renzi risponde: “Facciamo così, noi lo vinciamo e poi controlliamo, io mi accontento anche di mezzo punto!”
TUTTI MATTI.
Ma in quei giorni Matteo Renzi era in sugar high vera, per cui è difficile dare troppo peso alle sue dichiarazioni, voglio dire, era solo Presidente del Consiglio. E poi, che dire: l’amore era reciproco — su Vanity Fair, solo due giorni prima della dichiarazione del premier, Prandelli si produceva nella piú goffa dichiarazione di voto della stagione:
Lei tifa per Matteo Renzi, vero?
«Sì, e anche Novella (la compagna, ndr). L’ho detto in tempi non sospetti. Ho visto la sua sensibilità all’opera a Firenze. Prima che un politico, è una brava persona. Ora che è premier ne sono ancora più convinto».
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Niente pubblicità per comprare una tv nuova in tv
Una tradizione che per una volta ci eviteremo: gli sconti gioco d’azzardo. Niente pubblicità che invitano a portarsi a casa un televisore sulla propria fiducia patriottica nella vittoria degli Azzurri. L’usanza, ci risulta iniziata nel 2006 da MediaWorld, si è diffusa tra marchi e catene, ed è ormai un appuntamento immancabile. Non questa volta!
E pensate quanta varietà di pubblicità in piú: niente acqua ufficiale degli azzurri, niente pasta del cuoco della Nazionale. Certo, ci perdiamo l’occasione di vedere un paio di calciatori colpiti da un meteorite-Buondì — lo sapete che sarebbe successo — ma ce ne possiamo fare una ragione. Voglio dire:
Niente canali tv, siti internet e giornali super thirsty
L’arrivo di ogni mondiale segna inevitabilmente un’ondata di servizi, speciali, approfondimenti, cose media realizzate appositamente per strappare un ascolto, un acquisto, un click al pubblico affamato di contenuti sui Mondiali di calcio.
Niente “La forza dell’Italia dei mondiali di calcio” su Rai Storia, niente ricette tricolori su tutti i blog di cucina del paese, niente blogpost di futuri leader politici in cerca di consensi bastian contrario.
Dài, bisogna ammetterlo — anche se vi piace il calcio, di calcio ce n’è abbastanza: una piccola dieta è proprio quello che ci voleva, anche solo per rifarsi il palato. Se vi piace il calcio potete continuare a guardare le migliaia di partite che si tengono ogni ora in tutta Italia, noi altri stacchiamo un po’ la spina, come società. L’anno prossimo abbiamo già da pensare a come distruggere il paese con le elezioni, dopotutto.