La mobilitazione contro il trasferimento di Città Studi a Expo non si ferma
“Se oggi non fossimo venuti qui non sappiamo quando o in che modo avremmo avuto la possibilità di parlare con lei.”
La questione del trasferimento dei dipartimenti scientifici di Città Studi nell’ex area Expo entra sempre più nel vivo.
Qualche mese fa ci eravamo occupati in modo approfondito della vicenda e constatato che il progetto, oltre a essere perlomeno discutibile, era ancora lontano dall’essere realizzato.
Ieri si sono tenuti a riguardo gli “Stati generali di Unimi,” una riunione aperta a chiunque avesse qualcosa da dire sulla questione, nell’aula 311 di via Festa del Perdono. L’assemblea, organizzata principalmente dalla sigla studentesca Studenti Indipendenti, è stata molto partecipata da studenti, professori e personale didattico — oltre che da semplici cittadini.
I problemi più evidenti sono sempre quelli messi in luce da mesi — come l’estrema distanza del luogo: “Matematica muore se ci spostiamo a Rho. Non potremo mai reggere la concorrenza di Bicocca e Politecnico,” secondo un professore del dipartimento.
Tutta la riunione è stata però condizionata dal fatto che il rettore, a sorpresa e con solo qualche ora di anticipo, aveva convocato una riunione con tecnici e rappresentanti dei dipartimenti di Città Studi nelle aule della facoltà di Fisica.
Fortemente contestato è l’atteggiamento apparentemente noncurante del rettore e del suo entourage, che non hanno tenuto in nessun modo in conto le opinioni di lavoratori e studenti. . “Alla scorsa riunione è stato uno schifo,” ci confida un’altra professoressa di matematica. “Il rettore si è davvero messo a sfottere con battutine stupide chi faceva rimostranze a riguardo del trasferimento. Poi ovviamente c’era pure chi rideva…”
Al termine dell’incontro si è deciso di spostarsi in Città Studi.
“Se oggi non fossimo venuti qui non sappiamo quando o in che modo avremmo avuto la possibilità di parlare con lei,” ha dichiarato uno dei rappresentanti degli studenti una volta entrati nella riunione. Il rettore è parso piuttosto teso e a disagio. Dopo l’irruzione dei manifestanti, la seduta è stata brevemente sospesa. Il rettore ha chiesto che entrassero ad ascoltare solo 2 studenti — richiesta respinta dai manifestanti.
Vago ha cercato di difendersi dalle accuse di poca inclusività. Quando gli è stata fatta notare l’entità non trascurabile del gruppo di persone partecipanti all’iniziativa, ha risposto “quello che vedo sono solo duecento persone, il vostro parere non è rappresentativo di tutta l’università.” Non sembra essere un atteggiamento molto costruttivo, purtroppo. In ogni caso, secondo il rettore, non era una riunione decisiva: “Oggi non si decide niente.” Va detto che però, proprio ieri, è stato annunciato che sarà la multinazionale Landlease la partner di Arexpo nella costruzione del cosiddetto “parco della scienza,” come riportato in questo articolo del Corriere che dà già per certo il trasferimento di Unimi.
Per certi versi il trasferimento sembra più lontano che qualche mese fa. l rettore non è stato in grado di fornire alcuna indicazione su quando dovrebbero arrivare le risorse necessarie per il progetto.
Il suo mandato è in scadenza: all’inizio del nuovo anno dovrà lasciare l’incarico a un nuovo rettore, che presumibilmente baserà la propria campagna elettorale sul trasferimento o no di Città Studi.
Gli Stati generali non sono stati l’unica iniziativa civile sulla questione. Il 7 novembre si è tenuta una fiaccolata partita da piazza Leonardo fino a via Sansovino, alla sede del Municipio di zona 3 dove si è tenuta un’assemblea tra cittadini, studenti, insegnanti e personale didattico. Tra gli organizzatori, Francesco Pagnotta di Rsu Statale Milano ci ha raccontato come è nato e si è evoluto il movimento contro il trasferimento del dipartimento, all’interno del quartiere e dell’università.
“Dopo mesi di attività ci siamo costituiti in un’assemblea in difesa di Città studi e contro il trasloco dei dipartimenti scientifici nell’area Expo,” ci ha spiegato Pagnotta. “La Statale tra novembre e dicembre dovrà prendere una decisione vincolante in consiglio di amministrazione e senato accademico. Noi assieme ai residenti faremo di tutto per dimostrare la nostra contrarietà verso un progetto che è dispendioso e inutile: con molti meno soldi si riuscirebbe a rinnovare Città Studi.”
Gli chiediamo come siano andati i tentativi di dialogo con il Comune. “Sono state fatte solo false promesse. Abbiamo cercato di interloquire con il Comune ma sono stati fatte solo false promesse di dialogo. Per ora per quanto riguarda l’università gli interlocutori sono gli organismi dell’ateneo, una volta presa la decisione va da sé che l’interlocutore sarà il comune. Stiamo facendo una campagna informativa sia fuori dall’ateneo che in dipartimento. Molte realtà scientifiche che hanno deliberatamente detto che sono contrarie al trasferimento, come per esempio i docenti di matematica.”