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Dove si trovano i tifosi napoletani a Parigi per vedere le partite? Al Bambolina, un bar sport con tutti i crismi nel cuore della capitale francese.

PARIGI—Nel IX arrondissement, al 13 di rue Rougemont, si trova il Bambolina, locale di riferimento per gli italiani nella capitale francese. Il proprietario Andrea, a Parigi da diciassette anni, ha aperto questo bar con l’intenzione di esportare la tradizione, prettamente italiana, del bar-sport. “Il locale nasce nove anni fa, volevo aprire un bar in cui si potessero seguire le partite. Qui la gente viene per chiacchierare e stare insieme, l’atmosfera è pacifica tranne quando gioca il Napoli.”

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In realtà a prenderci a male parole è stato proprio Andrea, accusandoci di non esserci presentati e di aver inizialmente dedicato la nostra attenzione solo ai tifosi napoletani. Ecco perché vi beccate la parte sul barista. “Quando si entra in casa di qualcuno ci si presenta,” ci rimprovera e prosegue “comunque io sono Andrea, sono nato in un paesino in provincia di Pavia e sono del Toro. Io le cose le dico in faccia, come avrete capito. Da me tifavano tutti Juve, ma io sono un ribelle.”

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Lo assecondiamo e gli chiediamo di raccontarci la clientela del Bambolina: “La porta del Bambolina è un confine: quando la varchi sei in Italia. Oltre allo zoccolo duro di italiani ho anche una clientela francese che apprezza molto il mio risotto. L’unico problema è quando gioca il Napoli perché i napoletani non accettano tifoserie avversarie durante le partite.” Un assiduo frequentatore, che ancora non è riuscito ad entrare al Bambolina, ci ha raccontato che quest’ottobre non gli è stato permesso di assistere a Roma-Napoli in quanto tifoso romanista.

“La porta del Bambolina è un confine: quando la varchi sei in Italia.”

Visto il clima pacifico decidiamo di interrogare Andrea sul più grande momento di fraternità e amore a cui il Bambolina abbia mai assistito: ”Una volta per un derby della Lanterna ebbi la brillante idea di organizzare la visione della partita con le due tifoserie avversarie. Tre sampdoriani bevvero 90 shottini di vodka. Insulti e cori. Tutto finì con l’arrivo dell’ambulanza. Ciò che unisce gli amici del Bambolina è l’odio per Ace Ventura (sic) e per la Juventus.”

Una volta placata la gelosia dell’oste, siamo liberi di scambiare quattro chiacchiere con Sabatino Abagnale, fondatore e presidente del Paris San Gennar’.

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“Il club nasce il 12 ottobre del 2010 per iniziativa mia e di altri due ragazzi. Inizialmente ci siamo incontrati in un altro bar per Napoli-Bologna e il Napoli ha perso. Ci abbiamo riprovato in un secondo posto, ma anche quella volta il Napoli ha perso. Siamo arrivati al Bambolina un po’ per caso perché Andrea dava Milan-Napoli e quella volta abbiamo addirittura pareggiato. Da quel momento abbiamo continuato a guardare le partite qui. Poi è arrivata la pagina Facebook, abbiamo cominciato a riempire il bar e a quel punto ci siamo detti che il passo successivo sarebbe stato fondare il club. Abbiamo avuto un problema legale per quanto riguarda il nome: avevamo le stesse iniziali del Paris Saint German, PSG. Alla fine abbiamo cambiato la sigla del nome in NPSG. Abbiamo iniziato ad essere conosciuti in Italia quando abbiamo steso un finto contratto tra la squadra di calcio a sette del Paris San Gennar’ e l’ex giocatore del Napoli Ezequiel Lavezzi.”

Durante l’intervallo siamo riusciti a strappare qualche parola a Giovanni Raiola, nato a Torre Annunziata. Ancora non abbiamo capito perché, ma Giovanni non parla italiano e un’altra tifosa si è proposta di farci da interprete. Tramite una traduzione simultanea francese-napoletano siamo riusciti, forse, a scoprire che dopo aver maturato la sua coscienza politica, alla veneranda età di dodici anni, ha deciso di trasferirsi in Francia perché resosi conto che in Italia non sarebbe stata possibile una vera militanza.

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“Nella mia vita ho partecipato a diverse battaglie, al momento faccio parte dell’associazione Attaque, che combatte per i diritti del popolo palestinese. La Loi Travail fa schifo, va messa in bagno come la carta igienica. Il Jobs Act non lo conosco così bene, ma è il risultato di direttive europee che mirano a smantellare il diritto del lavoro degli stati membri per arricchire ancora di più i capitalisti. In Francia c’è ancora una vera sinistra, abbiamo avuto Mélenchon mentre da voi non c’è più il comunismo, non c’è più la sinistra.”

Sta iniziando il secondo tempo e Giovanni inizia a spazientirsi, quindi decidiamo di tornare a seguire anche noi la partita e veniamo salutati così: “Comunque ancora sento una grande napolitanité, sempre Forza Napoli!”

Finita la partita, avviciniamo una ragazza napoletana seduta al tavolo con i suoi genitori. Si chiama Federica e ci racconta che è a Parigi da tre anni e che fa l’avvocato. Conosceva l’NPSG già da prima di trasferirsi in Francia, ma da quando è a Parigi (o al Bambolina?) è diventata ancora più tifosa.

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Le facciamo notare, però, che Napoli è famosa nel mondo per cose ben più importanti del calcio, per esempio la PIZZA. Così le chiediamo di stilarci una classifica delle migliori pizzerie di Parigi, eccole — non ringraziateci, italiani all’estero.

1—CHEZ JUSTINE

2—ROTONDA DI STALINGRAD

3—DA GENNARO NASTI

Una volta usciti dal Bambolina siamo di nuovo in Francia e davanti a un piatto di escargots non riusciamo a pensare che alla pizza. D’altronde, se Parigi avesse na’bella pizz’ sarebbe una piccola Napoli.

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