L’occupazione di LUMe nel Nuovo Cinema Orchidea

Il cinema è chiuso da più di tre anni, ma la sua storia, molto travagliata tra chiusure e riaperture continue, inizia nel 1909.

L’occupazione di LUMe nel Nuovo Cinema Orchidea

Lume, il centro sociale milanese sgomberato lo scorso 25 luglio, ha una nuova sede. Il collettivo ha occupato infatti ieri pomeriggio i locali del vecchio Cinema Orchidea, di proprietà del Comune di Milano, per dare continuità all’esperienza politica e culturale avviata negli ultimi due anni.

Organizzati in più cortei di piccoli gruppi, i ragazzi del collettivo hanno percorso alcune vie del centro storico, dall’Università Cattolica lungo via Terraggio — il tutto camuffato dai festeggiamenti di una finta festa di laurea, con tanto di dottoressa e cori.

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Il collettivo si è riunito poi davanti al vecchio cinema al numero 3 di via Terraggio. Il cinema, collocato in un edificio storico di proprietà del Comune, risulta chiuso da più di tre anni, e ha una storia molto travagliata tra chiusure e riaperture continue.

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Ma è una storia secolare. Già nel 1909 lo stabile ospitava il cinema Verdi, poi cinema Gorizia, dieci anni dopo. Il nome attuale risale invece al 1949, quando l’indirizzo era ancora corso Magenta 29, che poi diventerà via Terraggio 3.

Negli anni Cinquanta il cinema Orchidea era il riferimento cittadino per tutti gli amanti delle pellicole americane, dalle commedie ai film d’avventura, per passare poi negli anni Sessanta ai film d’autore, specialmente Truffaut.

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Dal 1968 il locale viene inserito ufficialmente tra le sale d’essai fino ad arrivare a fare il boom di incassi della stagione ‘86-‘87 con 212.674.000 lire.

La prima chiusura dell’Orchidea risale alla primavera del 1991: il locale viene rinnovato, le poltrone vengono cambiate e l’impianto audio modernizzato. Nell’autunno dello stesso anno riapre con il nome di Nuovo Cinema Orchidea e la selezione  d’essai viene sostituita dalle prime visioni.

Nel 2009 il cinema chiude definitivamente per poi essere riaperto solo in occasioni speciali e temporanee, come nell’aprile del 2014 quando ha ospitato tre giorni di programmazioni su richiesta del Milano Film Network.

L’ultima volta che a Palazzo Marino si è parlato della riapertura e del restauro del cinema era gennaio 2016: il piano prevedeva un investimento di 1 milione e 300mila euro e i cantieri sarebbero dovuti partire entro quest’anno. Ma tutto è rimasto bloccato e l’ultima locandina all’interno del cinema ha ormai più di tre anni.

Oggi il telo che copriva i 125 sedili blu è stato tolto e appeso fuori come un trofeo della riappropriazione degli spazi vuoti da parte della cittadinanza.

Secondo Fabiola, che gestisce il bar accanto al cinema, ormai in tutti i palazzi attorno al suo bar all’inizio di via terraggio e all’angolo con corso magenta non abita più nessuno. Il proprietario è il comune, ma sono tutti sfitti: “ci fa solo piacere se qualcuno prende in mano il cinema a patto che ci sia rispetto reciproco”

“Cosa penso dell’occupazione? Che hanno fatto benissimo!” sostiene Cristina Spigaglia, che gestisce la Libreria dello Spettacolo al civico 11 di via Terraggio. “Sono anni che è chiuso. Andrebbe fatto addirittura all’aperto! È una cosa vergognosa comunque che l’abbiano chiuso, questo come il cinema De Amicis.”

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Lume si occupa da sempre di promuovere manifestazioni culturali indipendenti e nel corso dell’ultimo anno, nella vecchia sede di vicolo Santa Caterina accanto all’università statale, aveva ormai raccolto un pubblico ampio e assiduo grazie a una ricca programmazione, che spazia dal teatro al jazz, ai cineforum.

Ora la palla passa al Comune, a cui i ragazzi di Lume hanno più volte chiesto di riconoscere il proprio operato culturale, e che ora ha il potere di incidere diretto sul futuro del collettivo, dato che il cinema occupato è di sua proprietà.