Benvenuti a Eco
la rassegna stampa quindicinale dedicata a energia, ambiente, ecologia e sostenibilità.
In questa puntata: il futuro dell’indipendenza del Kurdistan si gioca anche sul petrolio, l’energia solare costa meno dell’eolico, l’isola del Principe Edoardo dev’essere un bel posto.
1. L’autonomia del petrolio
Il 25 settembre nel Kurdistan iracheno si è tenuto un referendum sull’indipendenza della regione. Secondo Masoud Barzani, il presidente della (almeno in parte) regione autonoma, la maggioranza dei votanti si è espressa in favore dell’indipendenza―sebbene il voto sia ritenuto incostituzionale dal governo centrale. Tra i problemi che ne sono sorti, spicca quello energetico. La Turchia, infatti, come ritorsione contro il voto, ha minacciato di fermare le esportazioni curde di petrolio―notare che il Kurdistan, oltre al petrolio, produce poco altro. Come? Bloccando un oleodotto da 500-600 mila barili al giorno, che parte dalla città di Kirkuk, nel nord dell’Iraq, per terminare il proprio percorso presso la città turca di Ceyhan. Se le minacce diventassero realtà, l’economia curda ne risentirebbe pesantemente, con potenziali pericoli per la stabilità della regione. Parallelamente alle intimidazioni turche, anche l’Iran ha alzato la voce, chiudendo il confine con il Kurdistan.
2. Le auto elettriche cambieranno tutto
Se ne parla da anni, ma solo recentemente ci si è iniziati a interrogare su quali cambiamenti―e quali vincitori―la diffusione delle auto elettriche porterà con sé. Tesla, la protagonista per eccellenza del settore, ha contribuito ad alimentare il dibattito riguardo il futuro delle auto elettriche grazie a massicci investimenti nello studio di batterie innovative―il possibile tallone d’Achille dei nuovi veicoli―e al carattere di Elon Musk, quantomeno “visionario”. Le sole auto elettriche, però, non sono sufficienti a causare una vera rivoluzione sistemica: è necessario un contesto adatto, che parrebbe proprio si stia sviluppando. Da un lato, infatti, Francia e Regno Unito hanno annunciato di voler vietare la vendita di auto a benzina o diesel a partire dal 2040―così come la Norvegia dal 2025―dall’altro modelli di consumo quali car sharing o car pooling continuano a non conoscere crisi; aggiungiamo, nonostante le recenti difficoltà, il successo del modello Uber, e diventa chiaro perché le principali compagnie petrolifere sentano la necessità di guardarsi le spalle.
3. L’energia solare costa meno dell’eolico
Più volte su Eco abbiamo parlato di parchi eolici off-shore, enormi agglomerati di pale eoliche in mare aperto. Dal Regno Unito arriva una notizia interessante: per la prima volta l’energia prodotta in questi parchi risulta più conveniente da acquistare rispetto a quella prodotta in centrali nucleari―o meglio: rispetto all’energia prodotta dalla centrale nucleare di Hinkely Point, di cui sarebbe previsto un ampliamento nei prossimi anni―nonostante il vento sia una fonte di energia intermittente ed il fatto che fino ad una decina d’anni fa l’eolico fosse uno tra i metodi più cari per la produzione di energia. Vari rappresentanti dell’industria del nucleare hanno voluto ribadire come l’energia atomica resti comunque una fonte importante nell’ottica della diversificazione―e, di riflesso, della sicurezza―energetica, probabilmente spinti anche dalla preoccupazione che ulteriori investimenti nel campo dell’eolico (probabilmente) possano portare a un abbattimento dei prezzi ancora maggiore.
Cosa costa ancora meno dell’eolico? Sostenere la nostra campagna di crowdfunding su Produzioni dal basso.
4. Elon Musk ha fatto un salto in Australia
Circa sei mesi fa Elon Musk, il sopracitato CEO di Tesla, ha lanciato una scommessa: la sua azienda avrebbe costruito un’enorme centrale elettrica a batterie nell’Australia Meridionale per cercare di risolvere i frequenti problemi di blackout della regione. Più nello specifico, la centrale costruita da Tesla immagazzinerà l’energia elettrica in eccesso prodotta da un impianto eolico vicino a Jamestown, per poi redistribuirla nei momenti di necessità. La costruzione della centrale è iniziata pochi giorni fa, e se non dovesse essere terminata entro cento giorni, sarà gratuita―sì, la più grande centrale elettrica a batterie del mondo gratuita. Se venissero rispettate le scadenze, tutta la questione potrebbe tradursi in una maggiore fiducia da parte degli investitori e in possibili nuovi ordini per Tesla in futuro.
5. Rifiuti pericolosi nel cemento
Scarti di produzione non raffinati di Enel e Ilva sarebbero finiti nel cemento della Cementir di Taranto: è quanto emerge dall’operazione della Guardia di Finanza “Araba Fenice”, coordinata dalla procura di Lecce, che ha portato al sequestro di alcuni impianti delle tre aziende in questione e all’iscrizione di 31 persone nel registro degli indagati, con l’accusa di traffico illecito e smaltimento illecito di rifiuti. I materiali destinati allo smaltimento rendono meno resistente il cemento, e sono in corso le analisi per verificare anche eventuali rischi per la salute. In una nota, Enel ha dichiarato che le indagini dimostreranno “la corretteza dei propri processi produttivi,” ma secondo la procura i dirigenti erano a conoscenza degli illeciti.
6. #MapOfTheWeek
Ricominciano le segnalazioni by Eco delle mappe più interessanti del web relative a energia, ambiente e inquinamento. Oggi vi proponiamo questa cartina interattiva, che “mostra in tempo reale da dove viene la tua elettricità e quanta CO2 è stata emessa per produrla”. Navigando un po’, si scoprono fatti curiosi: produrre energia elettrica in Estonia ha un livello spaventosamente alto di grammi di CO2 equivalenti per kilowattora di elettricità generata (1278!), contro i 12 dell’Isola del Principe Edoardo―una provincia canadese, qua.
Eco è a cura di Giovanni Scomparin, Nicolò Florenzio e Tommaso Sansone.
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