Elezioni in Germania 2017: ma come si vota?

Spesso citato a sproposito per salvare l’Italia dalla palude elettorale, il sistema tedesco è un proporzionale ibrido, o “personalizzato.”

Elezioni in Germania 2017: ma come si vota?

Proporzionale ibrido, Erststimme, voto disgiunto, preferenze, parlamento a fisarmonica: tutto quello che vi serve sapere sul sistema elettorale tedesco.

Il sistema elettorale tedesco s’inserisce in quella composita e multiforme famiglia dei sistemi proporzionali. In questi mesi è stato chiamato in causa a più riprese in Italia come possibile soluzione all’impasse della riforma elettorale — perlopiù citato a sproposito.

In vista delle elezioni di domani, 24 settembre, vediamo come verrà formato il prossimo Bundestag e come verrà eletto il Cancelliere.

Primo e secondo voto

Ciascun elettore dovrà esprimere due voti sulla scheda.

Il primo, che prende il nome di “Erststimme” — letteralmente “primo voto” — consente di eleggere uno e un solo candidato tra quelli presentati da ciascun partito nel collegio elettorale (“Wahlkreis”) in cui si risiede. I collegi sono formati in modo tale da contenere pressappoco lo stesso numero di votanti, all’incirca 250.000. Ogni partito può presentare un solo candidato per collegio. La preferenza viene dunque espressa direttamente per un unico candidato, rappresentante unico del proprio partito, e colui che ottiene più preferenze viene eletto. I seggi destinati agli eletti tramite l’Erststimme sono in tutto 299, uno per ogni collegio elettorale.

Tutti gli eletti con il primo voto accedono direttamente al Bundestag e sono chiamati per questo “Direktkandidaten”.

Il meccanismo dell’Erststimme da solo, come tutti i meccanismi maggioritari uninominali, crea delle pesanti distorsioni. Basti pensare che nel 2013 ha nettamente premiato la CDU di Angela Merkel e il suo corrispettivo bavarese, la CSU, che assieme hanno vinto in ben 235 collegi, occupando con un loro candidato, di conseguenza, 235 seggi solo con il primo voto, a fronte dei 58 dell’SPD. Se il Bundestag venisse composto solo su base maggioritaria uninominale, la Cancelliera governerebbe oggi con una maggioranza bulgara.

Il “secondo voto,” la “Zweitstimme,” compensa queste distorsioni: la seconda preferenza va infatti ai partiti e assegna proporzionalmente i 598 seggi totali del Bundestag.

Scendiamo nel dettaglio: in base alla sua popolosità, ogni Bundesland — così si chiamano gli Stati federali tedeschi — elegge in Parlamento un certo numero di rappresentanti. Ciascun partito presenta in ogni Land una lista di candidati. Così i seggi disponibili vengono riempiti innanzitutto dai candidati vincitori nei collegi, che, come dicevamo, sono eletti direttamente, mentre i rimanenti vengono occupati dai candidati di lista, in ragione del loro ordine d’iscrizione. Il secondo voto, di fatto, determina su base proporzionale il numero minimo di eletti per ogni partito in ogni Stato federale.

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Per essere rappresentata a Berlino, una forza politica deve soddisfare almeno uno dei seguenti criteri: deve superare lo sbarramento del  5% dei consensi con la Zweitstimme, oppure deve vincere con un proprio candidato in almeno tre collegi.

Fin qui, niente di complicato: il gioco funziona, almeno finché il numero di eletti diretti non supera il numero di eletti concessi al partito dal secondo voto.

Il Parlamento a fisarmonica

Può capitare che il numero di eletti tramite Erststimme superi quello stabilito con la Zweitstimme. In caso di eccedenza, ossia se il numero dei vincitori diretti nei collegi supera quello dei seggi disponibili per quel partito in un certo Land, tutti i vincitori saranno comunque eletti. Per fare un esempio non realistico, ma di facile comprensione, se nove candidati dell’SPD vincono in nove collegi in Baviera, anche se con la Zweitstimme all’SPD spetterebbero 6 seggi totali, tutti e nove i vincitori vengono eletti. Una prima obiezione sorge spontanea: ma i seggi del Bundestag non sono 598? Sì, ma non a caso quello tedesco viene chiamato scherzosamente “Parlamento a fisarmonica:” il numero di seggi può fluttuare in positivo e in negativo. Tornando al nostro esempio, data l’eccedenza di tre eletti, il numero dei parlamentari diventa 601.

Un’ulteriore correzione

Da questa stringata e, si spera, sufficientemente chiara descrizione, la contaminazione del maggioritario sembrerebbe notevole.

Come sin qui descritto, il sistema delle eccedenze produrrebbe a livello nazionale una distorsione non piccola del dato proporzionale. Ci sarebbe infatti un partito con più parlamentari di quanti non gli spetterebbero, stando alla percentuale ottenuta con lo Zweitstimme — l’SPD, forte del risultato in Baviera, avrebbe tre rappresentanti di troppo. Per riequilibrare il risultato, anche gli altri partiti ottengono, secondo la proporzione imposta dalla Zweitstimme, un certo numero di eletti extra — nel nostro caso, bavaresi — detti “di compensazione”.

In poche parole, la Zweitstimme, oltre a stabilire i rapporti reali delle forze, rispecchiando fedelmente la volontà dell’elettorato, corregge a posteriori il maggioritario Erststimme, senza però stravolgerne il risultato. In compenso, il numero di parlamentari può essere di molto maggiore alla quota prevista inizialmente: il Parlamento uscente è composto da ben 630 candidati!

Ne emerge un sistema proporzionale ibrido, o “personalizzato,” come lo definiscono in Germania. Il sistema maggioritario non influisce di fatto sulle percentuali in Parlamento, ma serve unicamente a portare a Berlino un ampio numero di eletti diretti che siano fortemente rappresentativi del territorio.

Il voto disgiunto

A proposito di rappresentatività, questa bipartizione della preferenza consente il voto disgiunto: l’elettore può decidere di votare con l’Erststimme un candidato di collegio appartenente a un partito diverso da quello scelto con la Zweitstimme. Così, un elettore dell’SPD, che però abbia un’alta considerazione del candidato dei Gruene (i Verdi) del suo collegio, può scegliere di dargli la sua preferenza, senza rinunciare con ciò al voto per il suo partito di riferimento.

Il voto disgiunto introduce un ulteriore elemento in un quadro già abbastanza complesso, ma ha il duplice pregio di rispettare ancora più fedelmente la volontà dell’elettore e di rafforzare la legittimazione del vincitore del collegio, che riceve una fiducia politica non unicamente “partitica,” ma personale.

Le grandi coalizioni e l’elezione del Cancelliere.

Ovviamente un sistema così costruito non consente a una sola forza di governare da sola, se non nel caso (più unico che raro, in un Paese politicamente frastagliato come la Germania) in cui un solo partito ottenga la maggioranza assoluta. Per questo motivo, conformazione tipica del governo della Bundesrepublik è quello della Grosse Koalition, una coalizione ampia, spesso trasversale, costituita dopo il voto in base ai risultati. Possono nascere così governi “multicolore,” non necessariamente di destra o di sinistra nel loro complesso. L’ultima Grande Coalizione si è retta appunto sulla collaborazione della CDU/CSU di Merkel con il Partito Socialista (SPD) — la cosiddetta “Coalizione Rosso–nera”.

Ultimo dettaglio, ma non meno importante: nemmeno in Germania il Cancelliere (che in una certa misura potremmo equiparare per funzione e per poteri al Presidente del Consiglio) viene eletto dai cittadini, proprio come in Italia. Come in Italia, sebbene la Costituzione non preveda la pratica, in vista delle elezioni ciascun partito propone il suo premier, ma nella cabina elettorale si determina unicamente la composizione della Camera.

Una volta insediato, è il Bundestag, su proposta del Presidente della Repubblica Federale, a designare il Cancelliere. Va da sé che, affinché la maggioranza dei parlamentari converga su un unico nome, la Grosse Koalition debba essere già decisa.

Ricapitolando

  • In ogni collegio elettorale, il candidato più votato viene eletto direttamente al Bundestag (Erststimme).
  • Accedono alla ripartizione proporzionale dei voti tutte le forze politiche che ottengono almeno il 5% dei consensi o vincono in almeno tre collegi. A ogni Land viene attribuito un certo numero di seggi disponibili dei 598 totali, in base alla popolosità. Questi seggi, di Land in Land, vengono a loro volta ripartiti proporzionalmente tra le forze politiche che soddisfino almeno uno dei due criteri suddetti a seconda del risultato nazionale (Zweitstimme).
  • Alla forza che dall’Erststimme ottenesse in un Land più eletti di quanti previsti dalla Zweitstimme, viene garantita l’elezione di tutti i candidati vittoriosi. Ma aumentando il numero di eletti diretti di un partito, vengono aumentati proporzionalmente anche quelli di tutti gli altri, in modo da mantenere le proporzioni imposte dal secondo voto. Il numero di eletti totali nel Land aumenta e, di conseguenza, aumenta anche il numero totale dei seggi del Bundestag, superando la quota di 598, in considerazione di queste eccedenze.
  • I seggi rimasti vacanti in ogni Land vengono riempiti proporzionalmente sulla base dell’ordine delle liste di ciascun partito.
  • Le forze elette si accordano per la formazione di una grande coalizione e per l’elezione del Cancelliere. Si costituisce una maggioranza composita.
  • Una volta eletto il Cancelliere, su proposta del Presidente della Repubblica, questi forma il governo, coinvolgendo tutte le forze di maggioranza.

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