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Può innovare l’istruzione chi la disprezza?

Internet sta impazzendo per École 42, una scuola di programmazione francese che fa giuste tutte le cose per far innamorare la stampa di settore: è iper tecnologica e iper sperimentale. In realtà, sembra un vero inferno.

La scuola, con sede a Parigi, si presenta come “un’accademia d’arte della programmazione,” ma non ha docenti, non coltiva nessun tipo di creatività, e l’unica dote che inculca è la venerazione per il lavoro spossante.

In che senso lavoro spossante? Per essere ammessi il “test di ingresso” è una maratona di coding lunga un mese, che chiamano “la piscina,” dove la scuola valuta se i ragazzi sanno nuotare. Chi è ammesso potrà frequentare i corsi gratuitamente per i successivi 3 o 5 anni.

Se vi sembra comunque — tortura a parte — generoso, ricordate che senza docenti i costi della scuola sono probabilmente davvero ridotti all’osso. E in ogni caso, c’è chi paga: è il miliardario francese Xavier Niel, fondatore del carrier di telefonia Free, coproprietario di le Monde e dei diritti di “My Way” di Frank Sinatra, noto tra le altre cose per essere stato condannato per appropriazione indebita di capitale e favoreggiamento alla prostituzione in dei sexy shop di sua proprietà.

La scuola — presentata dai media come un trionfo di sperimentalismo — è in realtà un mostro costruito sul completo disgusto nei confronti dell’insegnamento.

Il direttore della scuola ha dichiarato che alla École 42 “Non insegnamo niente: gli studenti creano quello che vogliono, tutto il tempo.”

In passato la scuola osava pretendere verifiche delle conoscenze — ora nemmeno quelle. Il lavoro è punteggiato da scadenze di 48 ore quotidiane, costringendo gli studenti a rimbalzare tra diversi compiti — un po’ come farebbero (gasp!) in una scuola vera!

Invece, il curriculum è completamente gamificato, con punteggi e classifiche invece dei voti: il modello non è l’accademia — come vorrebbero farci credere — ma, dichiaratamente, World of Warcraft. E anche le punizioni sono giocose: se fai male i compiti, ad esempio, potresti finire a lavare i vetri con uno spazzolino da denti. Tutto il contesto della scuola sembra costruito su misura per accrescere le idiosincrasie della cultura tecnologica statunitense, dalla venerazione del super–lavoro alla rampante misoginia — le studentesse sono solo il 10% dell’accademia.

Ma è inutile chiedersi, che senso ha fondare una scuola interamente sulla premessa che l’istruzione sia inutile? Niente dell’offerta di École 42 non è riproducibile in un corso online — libero e accessibile per tutti. E se lo scopo di una scuola è solo offrire un nome, una piattaforma per i giovani per trovare lavoro — allora forse è un certificato? E se per l’informatica l’istruzione è solo questo, perché ridurre gli studenti in questo stato di semi-schiavitù?

Intervistato da Quartz, uno dei ragazzi commenta come durante la piscina volesse arrendersi. “Ho pianto e non riuscivo a smettere,” era così pronto a ritirarsi da essere andato fino alla stazione ferroviaria — ma si è poi fermato, perché accedere a l’École 42 è un’occasione così irripetibile.

Come può l’innovazione dell’istruzione partire dal presupposto che l’istruzione non serve? Sicuramente il prestigio della scuola di Niel garantirà un buon futuro ai buoni programmatori che usciranno dall’École 42, ma nella propria celebrazione dei valori distruttivi della Silicon Valley il miliardario e il suo staff hanno perso di vista dove sta la vera innovatività: nell’iterazione costante, non nella sostituzione estetizzante fine a se stessa, ma nel perfezionamento maniacale.