Fotografare per l’architettura, al Politecnico di Milano
DIAFRAMMA || Questo mese, un’edizione speciale: tutti i giorni un progetto tratto dal corso di Fotografia per l’Architettura presso la Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano.
Diaframma è la nostra rubrica–galleria di fotografia e fotogiornalismo. Ogni settimana, una conversazione a quattr’occhi con un fotografo, e un progetto che sveliamo giorno dopo giorno su Instagram.
Per questo mese, un’edizione speciale: tutti i giorni ospiteremo un progetto tratto dal corso di Fotografia per l’Architettura presso la Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano.
Negli ultimi tre anni il corso ha avuto oltre 500 studenti. Ognuno di loro ha sviluppato un lavoro individuale sulla città di Milano.
L’obiettivo del corso è formare un discorso unico tra fotografia e architettura, da un punto di vista umano — distruggendo i generi, per capire come la fotografia può aiutare il mondo. Il progetto ha sicuramente rappresentato una sfida anche per la provenienza dei nostri studenti: più del 70% viene al Politecnico di Milano dall’estero e anche tra gli italiani pochi sono quelli sempre vissuti a Milano: è la città, vista per la prima volta da occhi nuovi.
Dal 2015, a tenere il corso è Giovanni Hänninen: sarà lui a introdurci i tre progetti nelle prossime settimane.
Anno Accademico 2014-2015: Milan l’è on gran Milan
Professor Hänninen, nell’anno dell’Expo, questo non spicca particolarmente tra i lavori degli studenti della Facoltà. Immagino sia stata una scelta consapevole. Sono stati gli studenti o lei a prendere questa strada?
Direi una scelta assolutamente consapevole. Chiedere agli studenti di incentrare il progetto sull’evento Expo, data l’attenzione generale e la quantità di informazioni di cui è stato oggetto, non avrebbe prodotto, probabilmente, altro materiale utile alla comprensione di Milano e dei suoi luoghi. In un anno in cui la città di Milano ha avuto indubbiamente un grande rilancio, ci siamo chiesti quali motivi rendano e abbiano reso grande questa città. Milano è una città capace di cambiare mantenendo la propria identità e ha visto sicuramente in Expo la possibilità, nel bene o nel male, di produrre quelle opportunità di sviluppo connaturate con il proprio spirito. Per questo abbiamo chiesto agli studenti di raccontarci la loro visione della gran Milan. Mescolando Architettura, paesaggio, storie di vita vissuta, il tutto per costruire un racconto per immagini.
Quali sono le aspettative degli studenti e qual è il loro approccio nei confronti della fotografia? È interessante sapere come si affronta un corso di fotografia in una facoltà specifica.
Le aspettative rispecchiano la varietà degli studenti che frequentano il corso. Alcuni arrivano con un ottimo livello di preparazione tecnica, o addirittura già lavorano come fotografi, mentre altri si confrontano per la prima volta con la fotografia. Il corso, già nel nome Fotografia per l’Architettura, indica più che un percorso tecnico rivolto alla rappresentazione dello spazio architettonico, il superamento di una visone legata ai generi in fotografia, aperta a linguaggi e tematiche diversi anche in un campo così apparentemente specifico.
Non pensiamo in nessun modo di formare fotografi, ma speriamo di riuscire a dare le basi di come la fotografia possa essere usata per raccontare una storia, un tema. La base teorica in questo corso è incentrata sulla fotografia documentaria, da August Sander a Walker Evans, passando per la Scuola di Düsseldorf, Bill Owens, Gabriele Basilico fino alla fotografia allestita di Gregory Crewdson. Metodologicamente, l’utilizzo delle mappe quali Google Maps, l’importanza dedicata alla progettazione e al processo di editing del lavoro, contribuiscono a fornire gli strumenti necessari, oltre che per fare fotografia, per leggere, comprendere e apprezzare le immagini.
Cosa vi hanno raccontato di Milano gli studenti, attraverso i loro progetti?
Il progetto ha sicuramente rappresentato una sfida anche per la provenienza dei nostri studenti: piú del 70% viene al Politecnico di Milano dall’estero e anche tra gli italiani pochi sono quelli sempre vissuti a Milano. È stata, anche per loro, la scoperta di una nuova città. Hanno individuato i luoghi in base alle loro esperienze personali del territorio, mostrando spesso attività a noi sconosciute o una novità nello sguardo rispetto ai luoghi noti. Nella totalità hanno ridisegnato una mappa della città ricca di iniziative economiche, sociali e culturali, spesso lontane dagli itinerari classici o turistici, ma più vicina all’essenza della Milano che abbiamo in mente. In molti casi ci hanno svelato una città intima e nascosta.
In questi anni il corso ha avuto come assistenti Salvatore Pirina e Giovanni Galanello. Hanno collaborato Giuseppe Corbetta, Elena Fontanella, Roberta Levi, Nicola Ludwig, Stefania Molteni e Arian Heidari Afshari.
Abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso. Potete sostenerci qui. Grazie ❤️