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Esattamente dieci anni fa – il 19 luglio 2007 – l’emittente televisiva AMC (quella di The Walking Dead) mandava in onda “Smoke Gets in Your Eyes,” la prima puntata della serie tv Mad Men creata dal produttore Matthew Weiner.

Per sette anni, la serie di Weiner ha raccontato l’America degli anni Sessanta attraverso gli occhi dei persuasori occulti della Sixth Avenue, in particolare l’agenzia pubblicitaria Sterling Cooper e il suo direttore creativo Don Draper. La serie è considerata una delle produzioni che a partire dai primi anni del 2000 ha inaugurato la rivoluzione televisiva e seriale, i cui effetti invadono ancora oggi ogni angolo dell’entertainment – dal binge watching a Game of Thrones. Lo stile intimista, quasi romanzesco, e la coralità del racconto hanno cambiato per sempre le regole televisive, immortalando Mad Men all’interno del grande romanzo americano.

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Il mondo della pubblicità, a distanza di dieci anni, risulta ancora il quadro perfetto in cui inserire la Storia americana: una fabbrica di sogni mantenuta da quelli che David Foster Wallace avrebbe definito uomini schifosi — alcolizzati, razzisti, sessisti, avidi, egocentrici, ma comunque consapevoli del loro ruolo nella società. “Sono tutti spaventati! Donne che piangono nei bagni… Uomini che piangono in ascensore… Sembra di essere a Capodanno quando svuotano i cestini, ci sono talmente tante bottiglie.” A recitare la battuta è Dawn Chambers, la sola segretaria afroamericana assunta nell’agenzia e l’unica vera outsider in grado di dare un’immagine più realistica dell’ambiente di lavoro in cui si muovono i personaggi.

Per festeggiare i dieci anni dall’inizio di Mad Men, ci siamo concessi una piccola (per modo di dire) indagine, che è anche una dichiarazione d’amore verso la serie: contare tutti i drink bevuti dai personaggi durante i 92 episodi di messa in onda. Si sarebbe potuto fare la stessa cosa con le sigarette o il sesso, ma l’alcol ha il fascino senza tempo della dannazione e dell’estro creativo — durante la serie infatti quasi tutti i personaggi si affidano all’alcol per le più disparate motivazioni. E qualcuno ha anche fatto notare come tutto quel bere avrebbe potuto influenzare le vite dei personaggi, se non fosse stato tutto frutto della fantasia di Weiner.

Ma in questa particolare occasione, abbandoniamoci per una volta alla semplice estasi narrativa.

Premessa: il conteggio è frutto di un’analisi che tiene conto solo dei drink bevuti dai personaggi principali nelle singole scene, non vengono dunque considerate tutte le bevande in sottofondo, per altro difficilmente individuabili (e quindi conteggiabili).

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Il whiskey – drink prediletto dal protagonista Don Draper – è il principale protagonista delle scene d’ufficio. Sempre a portata di mano e raramente diluito con ghiaccio, è la tappa fissa dopo una riunione o una presentazione riuscita particolarmente bene. Ad aiutare la sua dilagante presenza è il periodo storico: negli anni Sessanta infatti l’America non aveva ancora spalancato i suoi mercati a prodotti esteri come la vodka o spiriti di altre nazionalità, e difficilmente il liquore maltato veniva scartato per altri prodotti.

I cocktail sono un’altra grande presenza: dal Martini all’Old Fashioned, un pranzo di lavoro non è tale se non accompagnato dalla giusta dose di alcol. In questo caso va fatto un elogio all’attenzione maniacale per il dettaglio di Matthew Weiner che incastra sempre il cocktail adatto nella giusta situazione: il Martini diventa il drink da meeting, l’Old Fashioned il compagno di notti solitarie, frettolosamente mixato con ingredienti di fortuna, e il Bloody Mary una presenza costante negli aperitivi casalinghi tra famiglie.

Vino e birre hanno uno spazio tutto loro all’interno della serie. Il vino è spesso accostato alle figure femminili, escluse – almeno per le prime stagioni – dal consumo di superalcolici, dominio indiscusso dell’uomo. La birra invece assume il ruolo di consumo blando, portato avanti in situazioni casuali come i pomeriggi d’estate o il riposo settimanale.

Infine una menzione speciale va alla vodka, che come già accennato non era un elemento troppo comune durante la Guerra Fredda, ma che grazie al personaggio di Roger Sterling trova posto a pieno titolo tra i drink più bevuti nella serie. Grazie Roger, quella trasparenza corposa nei bicchieri del tuo ufficio rimarrà nei nostri cuori.

“Ho cercato di raccontare una storia legata a quell’epoca. Non è un gesto fatto per il glamour. Le persone bevevano di più e in ogni occasione. Bevevano nelle loro auto, al lavoro, al mattino in ufficio,” ha dichiarato il creatore Matthew Weiner.

Mad Men è un racconto che non nasconde il dettaglio, anzi lo trasforma mescolandolo all’interno della narrazione. Per questo motivo, il bere, nella sua naturale gestualità, ha assunto un ruolo centrale nelle sette stagioni, necessario per raccontare eccessi e fallimenti, ma anche la morale dell’epoca e i suoi effetti.


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