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Benvenuti in un nuovo episodio della rubrica Arabeschi
Torniamo nel mondo degli studi e delle grandi menti, oggi con Arabeschi; l’almagesto, per chi non ne fosse al corrente, è un vocabolo italiano che si riferisce al libro di astronomia, ma deriva dalla forma araba Al-Magisti, in onore dell’opera di Claudio Tolomeo, astronomo e geografo greco vissuto attorno al 100-175 d.C.
Prepariamoci dunque per questo viaggio nel tempo e nello spazio.
Il titolo originale dell’opera di Tolomeo era Mathematiké sýntaxis, “Trattato matematico” o Megále sýntaxis, “Grande trattato,” ma è grazie al mondo arabo ed ai suoi manoscritti che, come ben sappiamo, la maggior parte delle scienze e delle filosofie greche (tra cui questo lavoro) hanno potuto trovare una via di diffusione in Europa.
L’Almagesto è semplicemente una delle più importanti e influenti opere scientifiche dell’antichità, in cui Tolomeo, ispirandosi alle precedenti scoperte di Ipparco di Nicea, vi raccolse tutta la conoscenza astronomica del mondo greco.
È proprio tra queste pagine che Tolomeo formulerà la sua ipotesi in cui asseriva che solo il Sole e la Luna, considerati pianeti, avevano il proprio epiciclo, ossia la circonferenza sulla quale si muovevano, centrati direttamente sulla Terra. Questo modello passerà alla storia come il cosiddetto “sistema Tolemaico,” tenuto in vigore fino all’arrivo delle scoperte di Niccolò Copernico.