Sta per iniziare un festival ibrido, particolare e per nulla commerciale, un’esperienza nuova che però affonda le sue radici in realtà che già conosciamo bene.
Alle porte dell’estate sembra esserci una ventata d’aria fresca in città: dal 2 al 4 giugno, in un’antica cascina di Milano, avrà luogo la prima edizione di Zuma, festival della musica, della psichedelia e dell’amore.
Per capire meglio cosa succederà nei prossimi giorni a Cascinet, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Roberto Maggioni, uno degli ideatori e organizzatori.
Zuma aspira ad essere una tre giorni fuori dal tempo e dallo spazio, un momento di condivisione, di vita collettiva: non sarà solo musica. Quello che sta per iniziare è un festival ibrido, particolare e per nulla commerciale, un’esperienza nuova che però affonda le sue radici in realtà che già conosciamo bene.
Zuma è infatti figlio di “un’alleanza galattica” di realtà do it yourself, realtà che da anni spingono progetti interessanti a Milano. Ci sono negozi di dischi (Volume – dischi e libri, Reverend’s Shop), grafici e persone che fanno serigrafia (Legno), chi organizza concerti e serate (La società psichedelica, Ca’ Blasè, Sotto, TRoK!, Sleep Collective, BigShot, Guscio Sound), chi ha un’etichetta (Black Sweat Records): tutte persone che più o meno si muovono nella musica, che spesso si incontrano a Milano ma non avevano mai fatto nulla insieme.
“Chiacchierando con Davide Domenichini dell’etichetta Black Sweat, è nata l’idea di creare un festival che riunisse un gruppo di amici,” ci racconta Roberto. “Abbiamo in comune un background di house concert, concerti in piccoli locali, in spazi occupati. Questa però è la prima volta che organizziamo un festival di queste dimensioni. È tutto nuovo.”
Zuma va oltre la semplice rassegna musicale: il festival conta di 19 concerti, 6 djset, 2 sound system autocostruiti tra gli orti, una sonorizzazione lunga tre giorni di un vecchio battistero, un djset tradizionale di musiche africane, dei mariachi e un forno per la pizza. Perché la pizza è vita, ci ricordano giustamente gli organizzatori.
Inoltre, venerdì notte sul tardi, Sleep collective si ritaglierà del tempo per uno sleeping concert. Ci si potrà quindi rilassare stesi sul prato o sotto le tende con un concerto d’ambiente.
Per quanto riguardi la line up, Roberto ci spiega che è il risultato di una sfida un po’ ambiziosa: l’obiettivo è quello di declinare la psichedelia in tanti possibili suoni.
Ci saranno Futuro Antico, gruppo seminale della psichedelia italiana di fine anni ’70. Non suonavano più insieme dal 1981 e si sono riuniti apposta per Zuma, ora sono molto felici di partecipare ad un festival organizzato da giovani.
Altra grande reunion sarà quella di Gaetano Liguori & Jooklo Duo. Gaetano Liguori è stato uno dei primi musicisti free jazz italiani mentre i Jooklo Duo (Virginia Genta e David Vanzan) sono ragazzi veneti che appartengono all’ultima generazione di jazzisti free italiani.
Per la prima volta in Italia, suoneranno a Zuma le Mandolin Sisters — duo di sorelle provenienti dal sud ovest dell’India. Si dice che le loro siano le mani più veloci in circolazione su un mandolino elettrico, sostenute da basi di tabla e percussioni.
Che la psichedelia possa abbattere le frontiere, ce lo dimostra King Aysoba che, direttamente dal Ghana, arriva a Milano con musiche tradizionali ghanesi.
Poi ci saranno dei gruppi amici, continua Roberto, che in quest’ultimo anno hanno fatto dischi che ci piacciono molto.
Halfalib, con cui abbiamo già fatto quattro chiacchiere, presenterà il suo primo disco, Malamocco, a Zuma. La loro musica è espressione di una nuova generazione di psichedelia pop.
Psichedelia astratta è invece la musica dei Rainbow Island che, con il loro disco Crystal Smerluvio Riddims uscito nel 2017, saliranno sul palco sabato.
Domenica pomeriggio, stesi sul prato della cascina, si potrà ascoltare Trapcoustic, progetto acustico di Demented Burrocacao.
Da venerdì a domenica sarà possibile campeggiare nei prati della cascina così da poter godere a pieno dell’atmosfera del festival: un viaggio senza tempo e senza spazio, nella splendida cornice di Cascinet.