Airbnb sta provando a risolvere il problema più grande delle vacanze all’estero
Quante volte vi siete trovati in vacanze in un paese straniero, costretti in anonimi bar a elemosinare un Wi-Fi? Quante volte vi siete trovati in vacanze in un paese straniero, […]
Quante volte vi siete trovati in vacanze in un paese straniero, costretti in anonimi bar a elemosinare un Wi-Fi?
Quante volte vi siete trovati in vacanze in un paese straniero, costretti a stazionare in anonimi bar a elemosinare una connessione Wi-Fi per aggiornare il vostro stato di Facebook o, nel peggiore dei casi, controllare che il check-in del volo di ritorno fosse andato a buon fine? Se dovessi scommettere, direi tante. Sì perché uno dei problemi più diffusi dei viaggi all’estero, ora che siamo diventati a tutti gli effetti internet-dipendenti, è proprio quello della mancanza di una connessione stabile, ubiqua ed economicamente accessibile.
Airbnb sta ufficialmente progettando una soluzione che possa ovviare a tutti questi problemi, creando un modem portatile in grado di offrire al proprietario – anche nelle situazioni più impervie – una connessione in grado di far accedere i device a servizi di base come messaggi o mappe. Secondo un patentino pubblicato questa settimana il reparto di design della compagnia di affitti sta attualmente lavorando ad un beam modem in grado di rispettare queste necessità — uno dei dipendenti della società ha recentemente pubblicato un’immagine che riporta una prima versione del prototipo.
Airbnb, a differenza di molte altre tech company come Google e Facebook, raramente si è lanciata nella registrazione di brevetti; dal 2013 la società ha registrato solo 15 patentini. Con un valore di più di 30 miliardi di dollari però è comprensibile l’espansione della compagnia verso il settore hardware, soprattutto se la tecnologia in questione fosse pensata per integrarsi perfettamente nel modello di business dell’azienda.
Il beam device infatti andrebbe a dividersi in tre parti: il device del cliente (mettiamo per esempio il vostro nuovo smartphone), il modem portatile, e un server collegato ad esso.
Queste tre parti dovrebbero lavorare in sintonia per permettere il funzionamento del servizio.
Secondo il brevetto: “Prima di un viaggio, quando l’utente ha una buona connessione a Internet, il server riceve informazioni su dove l’utente sarà in viaggio e lo comunica al dispositivo, in modo da memorizzare i dati della mappa per la posizione di viaggio. Quando l’utente sarà in viaggio nella posizione specificata e invierà una richiesta web per i dati di posizione, il server dovrà solo trasmettere dati che non sono già stati precedentemente memorizzati — ad esempio la posizione di un ristorante o di un punto di interesse.”
Con l’espansione della rete di Airbnb in paesi come la Cina o Cuba, dove le connessioni internet ancora faticano a coprire l’intero territorio, la soluzione fornita dalla società sembra un ottimo escamotage per favorire l’esperienza dei propri clienti all’estero. La sperimentazione di Airbnb si aggiunge ai tentativi di altre compagnie di creare sistemi di connessione più diffusi e accessibili — Project Link di Google o i droni a pannelli solari di Facebook ne sono l’esempio.
Il progetto è ancora una primissima fase di testing, nulla che suggerisca quindi l’arrivo del modem portatile al grande pubblico, ma questa e altre attività di Airbnb suggeriscono senz’altro un interesse della compagnia a espandere la propria presenza nel mercato attraverso la progettazione di device legati al settore del turismo e dei viaggi.