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Nelle ultime settimane a svariati gruppi è capitato di essere respinti ai controlli di sicurezza per entrare negli Stati Uniti. Ne abbiamo parlato con i Soviet Soviet, che hanno dovuto cancellare il proprio tour.

È iniziato venerdì 10 marzo 2017 il primo South by Southwest — per gli amici SXSW — degli Stati Uniti di Trump. Il South by Southwest è un festival multimediale, lungo piú di una settimana, che si tiene ad Austin, capoluogo del Texas, ogni anno a marzo. Dal cinema ai podcast, dai videogiochi alla musica, è una extravaganza coloratissima, dove ce n’è per tutti i gusti e tutti gli interessi.

Negli anni SXSW ha avuto tantissimi problemi, per così dire, “politici.” L’inesorabile avanzata dei contenuti sponsorizzati l’ha drasticamente trasformato dall’evento locale e genuino che era a fine anni Ottanta e Novanta, e l’anno scorso è stato protagonista di uno dei capitoli dello scandalo Gamergate che, col senno di poi, appare essere stata semplicemente l’origine del movimento neo-nazista della Alt-Right.

Quest’anno, il baraccone di SXSW si svolge sotto un’ombra particolarmente profonda, e fredda — quella della nuova amministrazione statunitense, con le proprie norme retrograde e razziste. È con solo sconsolata sorpresa, allora, che siamo venuti a sapere venerdì delle traversie doganali dei Soviet Soviet, progetto art-punk di Alessandro Costantini, Andrea Giometti, e Alessandro Ferri.

01-2In arrivo dall’Italia per sette date tra Seattle, Los Angles e Austin, e particolarmente attesi per un live in studio alla radio KEXP, i tre artisti sono stati bloccati al controllo passaporti dalla polizia, che ha valutato il loro visto invalido, li ha incarcerati e rispediti in direttissima in Italia.

Ne abbiamo parlato con il batterista Alessandro Ferri.

Con che tipo di visto dovevate entrare, e quale scusa hanno presentato gli agenti dell’ESTA per rifiutare il vostro ingresso?

“Eravamo in possesso di un ESTA, secondo gli agenti avremmo dovuto avere un visto da lavoratore. In alcune date c’era l’ingresso a pagamento e questo fatto ha cambiato la nostra situazione.”

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Vi avevano consigliato questo metodo di accesso SXSW, KEXP, o è l’ESTA ad avere ancora materiali non aggiornati riguardo al tipo di visto necessario?

“Ci siamo presentati con questa documentazione, ovvero con l’ESTA, la lettera dell’etichetta americana che dichiarava che non avremmo percepito nessun compenso dalle date e l’invito del SXSW. Abbiamo deciso in questo modo perché pensavamo di fare la cosa corretta.”

In seguito al nuovo Ordine esecutivo pubblicato dalla Casa bianca il 6 marzo, infatti, la polizia sull’immigrazione ha istruzione di bloccare tutti gli artisti, i musicisti e i comici che chiedono di entrare negli Stati Uniti con visti di tipo B (di Transito), o con visti ESTA — visti che gli Stati Uniti generano automaticamente per turisti e persone di passaggio provenienti da 40 paesi “amici.”

La nuova norma, invece, pretende che gli artisti si forniscano di visti O o P per artisti, atleti o persone “di straordinaria abilità.” Ma ottenere questi visti è un’operazione lunga, complessa, e costosa, che può superare gli ottomila euro.

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Come si sono comportati gli agenti? Hanno cercato di trovare una soluzione per farvi entrare e poi le cose non hanno funzionato, o hanno immediatamente avviato il processo di rimpatrio?

“Gli agenti ci hanno sottoposto ad un lungo interrogatorio chiedendoci informazioni riguardo noi stessi e le date del tour. Penso che prima di arrivare a una decisione abbiano valutato tutti i dati da noi forniti.”

Secondo il post con cui il gruppo ha annunciato la cancellazione del tour, le guardie avrebbero addotto a ragione per l’espulsione il fatto che due delle date prevedessero l’ingresso a pagamento, malgrado i documenti in mano ai tre musicisti attestassero che non avrebbero ricevuto nessun compenso per le performance, realizzate esclusivamente come promozioni del nuovo disco.

Siete riusciti a ricostruire come altri siano riusciti ad entrare, e in particolare perché tu eri riuscito in un primo tempo a passare, e poi le guardie sembrano aver cambiato idea?

“Al controllo passaporti lavorano molti agenti e sicuramente la mia documentazione è stata visionata da un poliziotto che ha valutato la motivazione del viaggio e l’ha considerata corretta. La stessa cosa non è capitata ad Andrea e all’altro Ale che sono stati controllati da altri agenti e non sono stati fatti passare.”

Nel comunicato stampa accennate ad essere stati trattati “come criminali.” Potete raccontarci di piú?

“Non avendo la documentazione in regola per entrare negli Stati Uniti siamo stati dichiarati immigrati clandestini e secondo la prassi avremmo dovuto essere messi in una stanza d’osservazione fino al giorno seguente quando avremmo dovuto imbarcarci per tornare a casa. Nell’aeroporto di Seattle questa stanza non è presente quindi gli agenti hanno deciso di portarci in carcere. Ci siamo sentiti trattati come criminali perché siamo stati perquisiti dalle guardie, ammanettati e portati al furgone passando scortati in mezzo a tutta le gente del terminal. Ci sono stati sequestrati effetti personali e cellulari che poi ci sono stati riconsegnati prima di salire in aereo.”

01-4-2Siete stati informati se questo incidente costituisce precedente come frode, e quindi se potrete in futuro chiedere nuovi visti per entrare negli Stati Uniti, o meno?

“L’incidente che ci è capitato non rappresenta un reato penale (secondo quanto ci hanno detto gli agenti americani). Potremo tornare in America ma non potremo avvalerci dell’ESTA ma di un altro tipo di visto.”

Se è possibile comprendere (ma non accettare) il ragionamento politico dietro l’irrigidimento delle norme di ingresso per artisti — irrigidimento che però di fatto renderà impossibile a tantissimi gruppi non di grande successo di esibirsi negli Stati Uniti — è assolutamente inconcepibile come si sia arrivati alla normalizzazione di mettere in manette e dietro le sbarre tre persone per quello che, nella peggiore delle ipotesi, secondo la legge stessa statunitense, sarebbe un errore burocratico.

Soviet Soviet ha recentemente pubblicato il proprio secondo lavoro, Endless, e capita anche che sia molto bello. Potete supportarli e combattere il regno del terrore comprandolo su Bandcamp.

Blogger, designer, cose web e co–fondatore di the Submarine.