Biciclettiamo: una manifestazione della comunità musulmana contro la discriminazione di genere
L’evento è organizzato dal Progetto Aisha e dalle donne del Caim.
Secondo anno per la biciclettata in difesa dei diritti delle donne e contro discriminazioni e violenza. L’evento è organizzato dal Progetto Aisha e dalle donne del Caim, il Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Lombardia.
Il progetto nasce un anno fa e ha numerosissime sfaccettature. L’obiettivo principale è quello di sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne – con particolare attenzione per le donne musulmane – e la discriminazione di genere tramite iniziative come quella che si è svolta oggi; ma anche di formare sia la comunità musulmana milanese che chi è interessato ad essa tramite “seminari rivolti ad operatori sociali e professionisti che lavorano in questo campo, per rendere disponibili gli strumenti adeguati a leggere e comprendere le basi culturali, le tradizioni e le pratiche dei soggetti che si incontrano, per andare oltre gli stereotipi e individuare l’origine del problema potendo elaborare i percorsi più adeguati” — come si legge sullo statuto del Progetto.
Il ritrovo era oggi pomeriggio davanti alla Moschea Mariam in Via Padova, 366 e la manifestazione si è conclusa in via Palestro.
Il Comune ha messo a disposizione le bici del BikeMi per i partecipanti sprovvisti di un mezzo.
Come ci racconta Amina Natascia Al Zeer, vicepresidente del Progetto Aisha, l’affluenza è aumentata rispetto all’anno scorso: “Oggi hanno partecipato un centinaio di persone, l’anno scorso eravamo in settanta. Per l’anno prossimo organizzeremo nel luogo di arrivo un palco e un rinfresco.”
“In nostro progetto e la manifestazione di oggi puntano alla sensibilizzare contro discriminazione e violenza sulle donne, infatti lo organizziamo a ridosso dell’8 marzo. Siamo alla seconda edizione e sono due anni che il Comune ci offre le bici di BikeMi. Quest’anno abbiamo avuto anche il patrocinio del municipio di zona 3.”
Come mai la scelta della bici?
“È stata interpretata come una scelta che vuole polemizzare contro la dichiarazione dell’Imam della moschea di Segrate, Ali Abu Shwaima (che un anno fa aveva dichiarato che le donne non dovrebbero andare in bicicletta, ndr). Abbiamo scelto la bicicletta perché ci piace per il nostro benessere psicofisico e perché il Comune ce le offre.”
Hanno aderito all’iniziativa ActionAid Milano-Progetto After, Fondazione L’Albero della Vita Onlus-Progetto CHAT, Associazione Islamica di Milano, ADMI (Associazione Donne Musulmane d’Italia), UMMI (Unione Mamme Musulmane Italiane), GMI di Milano (Giovani Musulmani d’Italia – Milano), Casa della Donna Musulmana.