Gerusalemme
Benvenuti in un nuovo episodio di Arabeschi. Oggi: Gerusalemme
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Benvenuti in un nuovo episodio di Arabeschi
Nell’articolo di oggi parleremo di uno dei luoghi più importanti dell’Islam, oltre che centro focale da molti decenni della questione israelo-palestinese: مدينة القدس (Madinat al-Quds) ovvero la città di Gerusalemme.
Gerusalemme sorge sulla parte più alta dell’altopiano della Giudea, nella Palestina centrale. Si tratta di una delle più antiche città al mondo, culla di numerose civiltà, dai più antichi Cananei, fino a divenire il fulcro delle tre religioni monoteistiche, o del Libro.
مدينة القدس (Madinat al-Quds) è il nome che nel mondo arabo-islamico viene dato alla città di Gerusalemme. Il significato di questo termine arabo è “la città Santa” ed essa lo è non solo per i musulmani ma, come è noto, anche per gli ebrei e i cristiani.
Nel culto musulmano Gerusalemme è, attualmente, la terza città Santa dopo La Mecca e Medina, anche se almeno per un anno dalla nascita dell’Islam essa è stata il luogo in direzione del quale ci si rivolgeva per compiere la preghiera, ovvero in arabo قبلة (qibla), direzione della preghiera, retaggio proveniente dal culto ebraico che inizialmente era stato adottato anche dall’Islam, ai primordi della diffusione del culto, ma che poi è stato rimpiazzato da La Mecca, verso la quale oggi si usa pregare.
L’altro importante motivo per cui Gerusalemme rappresenta un luogo sacro per l’Islam è riconducibile al fatto che il Profeta sia asceso al cielo nella “notte dell’ascesa” ليلة المعراج (Laila al-mi’rāj), dove ha visitato i sette cieli del Paradiso e ha ricevuto da Dio le indicazioni sulla preghiera per i musulmani. In una notte del 621 d.C., Muḥammad fu guidato dall’Arcangelo Gabriele in un viaggio sia fisico che spirituale che la tradizione divide in due parti, rispettivamente, الإسراء (Al-Isrā’), ovvero il “viaggio notturno” in sella alla creatura alata del براق (Burāq), ovvero “il lucente”, che portò il Profeta dalla Moschea Santa de La Mecca alla Moschea Al-Aqsa الأقصى, letteralmente “la piú lontana,” dove pregò prima di compiere la seconda parte del viaggio detta Al-Mi’rāj المعراج, ovvero la vera e propria ascesa al cielo e l’incontro con tutti i precedenti profeti dell’Islam.
Oggi Gerusalemme gode di uno status politico internazionale conferitogli dal Piano delle Nazioni Unite per la Partizione della Palestina adottato dall’Assemblea Generale ONU nel 1947 secondo il quale Gerusalemme sarebbe un distretto amministrativo separato e indipendente, amministrato dalle Nazioni Unite stesse, con lo scopo di rimanere neutrale all’interno delle dinamiche della questione israelo-palestinese, in conseguenza del suo ruolo di città santa di tutte le tre religioni del Libro e per garantire la libertà di accesso e la protezione di tutti i suoi luoghi sacri.
A partire, però, dalla guerra arabo-israeliana del 1948, il territorio di Gerusalemme venne occupato dalle forze israeliane nella parte Ovest della città e dalle forze giordane nella zona est. Nel 1949 la divisione della città in due blocchi occidentale e orientale venne sancita dall’armistizio tra Israele e Giordania cui seguì l’annessione da parte dei due stati e nel 1950 la proclamazione della zona ovest a capitale dello Stato di Israele. Con la guerra del 1967 Israele conquistò il controllo anche della parte est della città ponendola sotto la propria occupazione e nel 1980, attraverso una legge, annesse l’intera città proclamandola “Capitale unita e indivisibile dello Stato di Israele.” Questa legge venne fermamente censurata dal Consiglio di Sicurezza ONU, il quale invitò gli Stati della comunità internazionale a stabilire a Tel Aviv le proprie rappresentanze diplomatiche in Israele, come contromisura verso questa iniziativa unilaterale ma, malgrado le ripetute condanne del Consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea Generale ONU, l’espansione degli insediamenti coloniali israeliani nella città e nei dintorni ha progressivamente fatto crescere la quantità di popolazione israeliana a Gerusalemme est, quasi fino a eguagliare quella palestinese e, poiché i Palestinesi non rinunciano a considerarla come la capitale del loro ancora non effettivo Stato di Palestina, Gerusalemme continua a rappresentare un ostacolo nei negoziati di pace o nel dialogo diplomatico all’interno della comunità internazionale.