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Benvenuti in un nuovo episodio della rubrica Arabeschi
Gli scacchi – Uno tra i giochi da tavolo più famosi di sempre. Chi non ha mai provato a vincere una partita di scacchi? Di certo si ricorderà della sua complessità, oltre alle miriadi di regole da rispettare.
Ma prima ancora di arrivare nelle nostre case a farci scervellare come forsennate, gli scacchi hanno una lunga storia, fatta di intrecci esotici e fascinose leggende.
Sveliamone assieme i misteri.
La parola deriva dal persiano شاه, letteralmente traducibile con il termine “Re.” Il gioco degli scacchi nacque nelle regioni nordovest indiane attorno al quinto secolo dopo Cristo.
All’epoca portava il nome “chaturanga,” dall’antica lingua madre dell’hindi, il sanscrito.
Verso il VI secolo d.c. ecco il gioco sbarcare nelle terre persiane, per poi, in seguito, raggiungere i popoli arabi. Questi ultimi ne divennero accaniti giocatori, tanto da valicare quei confini tra classi sociali da essere sempre sembrati incongiungibili; dal più umile dei contadini allo stesso Califfo regnante l’interesse per gli scacchi era imprescindibile.
I maestri degli scacchi venivano solitamente ricoperti d’oro dai Califfi, essendo visti come veri e propri guru dalla profonda ed invidiabile conoscenza.
Anche se di norma i Khalifa erano soliti osservare le partite di scacchi, poteva capitare qualche occasione in cui decidevano di partecipare come sfidanti; chiaramente, venire ridicolizzati tramite un gioco di strategia non poteva essere tollerato, così non furono poche le volte in cui vennero emesse sentenze mortali per coloro i quali osavano vincere. Anche le principesse amavano gli scacchi; a dire il vero, era uso comune per una donna giocarvi.
Gli Scacchi raggiunsero l’Europa attorno al X secolo. Vennero praticati in epoca medievale come gioco d’azzardo, con regole leggermente diverse dalle nostre, fino al XVII secolo, periodo in cui raggiunsero la forma moderna nota a tutti.