Ieri un’intelligenza artificiale dal nome Libratus – equilibrato in latino – ha sconfitto quattro top player in una partita di no-limit Texas hold’em della durata di venti giorni al casinò Pittsburgh.

Il sistema è stato progettato da due ricercatori dell’istituto Carnegie Mellon, Tuomas Sandholm e Noam Brown, con l’intento di creare un’intelligenza artificiale in grado di adattarsi ad un contesto di informazioni imperfette come quello del poker. Solo due anni prima era già stato fatto un primo tentativo dagli stessi ricercatori con Claudico, ma la prova era fallita in favore della controparte umana.

La scelta di una delle varianti più sofisticate del poker come quella del no-limit Texas hold’em non è un caso: ogni giocatore riceve due carte, viene fatto un primo giro di scommesse, a cui segue la presentazione di cinque carte da parte del dealer. A ogni turno – the flop (tre carte), the turn (una carta) e the river (ultima carta) – corrisponde una puntata dei giocatori; nella versione no-limit non vengono posti tetti per le puntate dei partecipanti, rendendo la partita ancora più imprevedibile. A differenza degli scacchi – altro gioco molto studiato in rapporto alle IA – il poker si presenta con una serie di informazioni incomplete: non è difficile dunque immaginare come uno strumento in grado di analizzare e risolvere situazioni così impreviste possa risultare fondamentale per la scienza delle intelligenze artificiali.

“La maggior parte delle situazioni che avvengono nel mondo sono partite a informazioni imperfette, non si è in grado di sapere esattamente qual è lo stato del mondo perché è impossibile conoscere le informazioni private di tutte le altre persone in campo” afferma Tuomas Sandholm. L’obiettivo è infatti quello di sviluppare un algoritmo che da una partita di poker possa applicare poi i suoi schemi ai mercati finanziari o alle negoziazioni politiche.

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A detta dei giocatori umani che hanno sfidato Libratus, il sistema è stato in grado di adattarsi perfettamente al contesto, imparando a bluffare o a puntare basso con carte alte, imparando dai propri avversari per poi sfruttare le loro strategie. Durante i venti giorni di gioco il sistema di Libratus è stato adattato e modificato tra le varie mani dai ricercatori, così come i vari top player si sono confrontati per condividere strategie di gioco da adottare contro l’algoritmo — a tutti gli effetti una sfida ad armi pari, che ha fruttato un monte premi finale di 1,7 milioni.

Dopo gli scacchi, scarabeo e perfino l’antico gioco da tavolo cinese Go, anche il tabù del poker è stato stracciato dalle IA, confermando la fulminea evoluzione delle scienze applicate nel campo dei sistemi neurali e degli algoritmi.