I Paesi Bassi creano un fondo internazionale per il diritto all’aborto

Lilianne Ploumen, Ministra dei trattati commerciali e della collaborazione internazionale dei Paesi Bassi, ha annunciato ieri che il governo si occuperà di coordinare un fondo straordinario che dovrà sostituire i soldi tagliati da Trump.

I Paesi Bassi creano un fondo internazionale per il diritto all’aborto

Lilianne Ploumen, Ministra dei trattati commerciali e della collaborazione internazionale dei Paesi Bassi, ha annunciato ieri che il governo si occuperà di coordinare un fondo straordinario che dovrà sostituire i soldi tagliati da Trump.

Lunedì 23 gennaio, il suo primo giorno alla Casa Bianca, Trump ha bloccato con un decreto presidenziale i finanziamenti per tutte le ONG che offrano o anche solo parlino di aborto, in tutto il mondo — proprio per questo, malgrado il suo singolare nome tecnico sia Mexico City policy, questa politica è nota a livello internazionale come “global gag rule,” regola del bavaglio mondiale.

Si tratta di una norma molto discussa, che gli Stati Uniti hanno imposto al mondo con perfetta alternanza. La Mexico City policy è stata una delle primissime policy abbandonate da Bill Clinton nel 1993, per essere immediatamente reintrodotta da Bush jr. Il ballo si è ripetuto con Obama e, lunedì scorso, con Trump.

La decisione ha conseguenze profondissime — crea un buco largo quasi 600 milioni di dollari destinati a garantire salute, assistenza e dignità a donne e uomini in tutto il mondo. E getta un’ombra molto scura sugli altri investimenti statunitensi sulla sanità al mondo — davvero ingenti, si parla di 9 miliardi e 400 milioni.

Per rispondere all’emergenza, Lilianne Ploumen, Ministra dei trattati commerciali e della collaborazione internazionale dei Paesi Bassi ha annunciato ieri che il governo di Mark Rutte si occuperà di coordinare un fondo straordinario che dovrà sostituire i soldi statunitensi.

Secondo un comunicato di Associated Press, Ploumen si sta coordinando con altri “15–20 paesi” — non solo europei, ma anche sudamerici e africani— e con svariate fondazioni.

Lo scopo è garantire che i programmi istituiti dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, dalla Federazione Internazionale per la genitorialità pianificata, e da Marie Sopes International continuino senza interruzioni.

Riuscire a raccogliere tutti e 600 i milioni tagliati dai nuovi e più crudeli Stati Uniti sarà una missione quasi impossibile, ma resta la cifra a cui il governo dei Paesi bassi mira.

È una decisione fortissima quella di Ploumen, ministra di un governo di centrosinistra dove bisogna veramente impegnarsi per vedere la sinistra, di un paese microscopico che tutto ha bisogno tranne che inimicarsi il presidente degli Stati Uniti. “Rispettiamo le decisioni del presidente, è stato eletto democraticamente dopotutto, ma anche noi siamo stati eletti democraticamente, e possiamo prendere decisioni diverse,” ha commentato Ploumen al Guardian. Il Guardian ha coperto con particolare cura la vicenda, essendo l’articolo sponsorizzato da Mama Cash, di cui Ploumen è stata direttrice.

È un lato romantico della resistenza contro Trump, che si annuncia faticosa nei prossimi — almeno — quattro anni. Mama Cash è la prima Fondazione espressivamente dedicata alla difesa dei diritti delle donne e dal 1983 finanziano ogni anno più di cento associazioni per l’uguaglianza di genere e contro l’omofobia.

Social media reacts to photo of President Trump signing order on abortion policyhttps://t.co/TQW3qGpQjo pic.twitter.com/oeIDd0qglU

— BBC News (World) (@BBCWorld) January 24, 2017

Sembra che con la presidenza Trump si stiano facendo passi indietro anche fino a prima del 1983. Il provvedimento con cui Trump ha tagliato i fondi è stato firmato dal Presidente alla presenza di sei maschi bianchi — un indicatore piuttosto preciso dell’idea di “parità di genere” che ha in testa il nuovo gabinetto americano.